Omicidio Di Vito, tra domani e giovedì l'autopsia del 28enne morto ad Andria
Il Gip non condivide la tesi della legittima difesa del presunto omicida
martedì 17 settembre 2019
20.52
Si svolgerà fra domani pomeriggio e giovedì l'autopsia su Giovanni Di Vito, il ventottenne tranese morto ad Andria giovedì scorso in via Puccini, a seguito di un alterco su una precedenza stradale: fatto per cui è in carcere il cinquantenne andriese Celestino Troia.
La consulenza sarà conferita domattina (h 11) dal sostituto procuratore della Repubblica di Trani Alessio Marangelli. Al giuramento ed alla calendarizzazione delle attività dell'esame autoptico presenzierà anche l'avvocato Vincenzo Scianandrone, legale di Troia. Il falegname andriese mira alla legittima difesa, avendo sostenuto, nell'interrogatorio di garanzia, di non aver colpito Di Vito ma che sarebbe stato proprio il giovane a ferirsi mortalmente avventandosi mentre aveva tra le mani un coltellino.
Troia reperì l'arma bianca dalla sua auto proprio perché si sarebbe sentito gravemente minacciato tanto più dopo i cazzotti ricevuti in pieno viso e dopo i calci e i pugni che sempre Di Vito avrebbe inferto sulla sua Mercedes.
Ma il giudice per le indagini preliminari Ivan Barlafante non condivide la tesi della legittima difesa e nel provvedimento di convalida di arresto e contestuale ordinanza di custodia cautelare in carcere scrive: "La dinamica dei fatti e le risultanze investigative consentono, dunque, di ritenere che la condotta delittuosa sia stata sorretta da volontà omicida".
La consulenza sarà conferita domattina (h 11) dal sostituto procuratore della Repubblica di Trani Alessio Marangelli. Al giuramento ed alla calendarizzazione delle attività dell'esame autoptico presenzierà anche l'avvocato Vincenzo Scianandrone, legale di Troia. Il falegname andriese mira alla legittima difesa, avendo sostenuto, nell'interrogatorio di garanzia, di non aver colpito Di Vito ma che sarebbe stato proprio il giovane a ferirsi mortalmente avventandosi mentre aveva tra le mani un coltellino.
Troia reperì l'arma bianca dalla sua auto proprio perché si sarebbe sentito gravemente minacciato tanto più dopo i cazzotti ricevuti in pieno viso e dopo i calci e i pugni che sempre Di Vito avrebbe inferto sulla sua Mercedes.
Ma il giudice per le indagini preliminari Ivan Barlafante non condivide la tesi della legittima difesa e nel provvedimento di convalida di arresto e contestuale ordinanza di custodia cautelare in carcere scrive: "La dinamica dei fatti e le risultanze investigative consentono, dunque, di ritenere che la condotta delittuosa sia stata sorretta da volontà omicida".