Oltre 5.000 le firme raccolte per le modifiche al TARES
Le opposizioni chiedono un Consiglio Comunale e nel pomeriggio il PD incontra il Sindaco
venerdì 14 febbraio 2014
13.19
C'è un primo parziale dato della mozione popolare firmata per modificare e rivedere alcuni punti del regolamento TARES approvato nella Città di Andria. Sono state oltre 5.000 le firme raccolte dai vari promotori e patronati nonché, successivamente, dai partiti politici di opposizione in città, con la consegna dei moduli che ancora non è terminata. La mozione popolare, in sostanza, chiede all'amministrazione Giorgino di rivedere sia il contratto con la Sangalli per via delle note vicende giudiziarie e sia il piano finanziario che descrive le voci di costo sulle quali è calcolato il costo globale del servizio rifiuti. In particolare vi è «l'accantonamento non motivato di 1.400.000 euro - dice il Consigliere Comunale di Andria 3, Francesco Bruno - ed i costi generali di gestione che ammontano ad oltre 4 milioni, del tutto sproporzionati rispetto ai costi operativi del servizio rifiuti».
Numerosi anche gli errori riscontrati nelle cartelle inviate ai cittadini ma il problema principale resta a monte e cioè al costo del servizio ed ai costi "occulti" che bisogna prendere in esame: «Il TARES porta la cittadinanza a pagare l'intera somma rispetto a quello che accadeva prima con la TARSU - continua il consigliere Bruno - ora il problema è che la differenziata va fatta ma a costi decisamente meno elevati poichè si sarebbe già dovuti essere più oculati nel redigere il bando stesso. Oltre ai quasi 16 milioni da corrispondere per mano dei cittadini, infatti, vi sono tanti altri piccoli costi come il lavaggio dei cassonetti, lo spostamento dei cassonetti ed i 36 netturbini che, non essendo stati assunti dalla Sangalli, sono stati posti ad altra occupazione ma che gravano sulle tasche della collettività. Proprio lo spazzamento - conclude Bruno - poteva essere realizzato anche con contratti trimestrali attingendo dall'ufficio di collocamento come accadeva prima per dare ossigeno alle famiglie in grande difficoltà».
Le opposizioni, inoltre, provano a chiedere un consiglio comunale chiarificatore alla maggioranza. La massima assise cittadina manca dal 14 dicembre e cioè esattamente due mesi nei quali è accaduto un po' di tutto a livello politico: «Chiediamo rispetto per noi consiglieri di opposizione - scrivono in una nota a mezzo stampa tutti i partiti che siedono tra la minoranza - chiediamo che venga convocato un Consiglio Comunale per discutere di tante interpellanze depositate, di tanti ordini del giorno ammuffiti, di una qualsiasi delibera prodotta dagli uffici. Le risposte alla gente, per il tramite di noi consiglieri, bisogna darle in Consiglio Comunale. Siamo stati pazienti, collaborativi, comprensivi in più di una circostanza. Siamo stati al nostro posto anche quando è scoppiata la bufera giudiziaria che ha infangato Andria e che è ancora tutta appesa. Siamo stati al nostro posto tante altre volte e ci siamo ingoiati amaramente le critiche di chi immotivatamente ci ha accomunato al centro-destra e alle scellerate scelte politico-amministrative. Abbiamo protocollato una mozione in data 14 gennaio 2014, avremmo voluto discutere sui disordini legati al movimento dei forconi, nonché sulle gravi ripercussioni che avrebbero avuto le nuove (eccessive) tariffe TARES sulla cittadinanza. E' passato un mese e tutto tace. Nel frattempo, però, le cartelle TARES sono arrivate ed è montata la rabbia degli andriesi. Rabbia che noi consiglieri di minoranza stiamo provando a convogliare in atti civili (mozione popolare), piuttosto che in violenta protesta. Tuttavia - conclude la nota - nonostante il nostro sforzo a far sì che il dibattito venga riportato in aula, nessun segnale viene da Voi tutti».
Nel frattempo, il Partito Democratico questo pomeriggio, anticipando i tempi, sarà a colloqui con il Sindaco Nicola Giorgino con una delegazione composta dal Segretario del Circolo cittadino, Maria Carbone e da due consiglieri Lorenzo Marchio e Giovanni Vurchio. Al centro dell'incontro alcune richieste tra cui la rateizzazione dei pagamenti e la nuova deroga alla data di pagamento del TARES.
Numerosi anche gli errori riscontrati nelle cartelle inviate ai cittadini ma il problema principale resta a monte e cioè al costo del servizio ed ai costi "occulti" che bisogna prendere in esame: «Il TARES porta la cittadinanza a pagare l'intera somma rispetto a quello che accadeva prima con la TARSU - continua il consigliere Bruno - ora il problema è che la differenziata va fatta ma a costi decisamente meno elevati poichè si sarebbe già dovuti essere più oculati nel redigere il bando stesso. Oltre ai quasi 16 milioni da corrispondere per mano dei cittadini, infatti, vi sono tanti altri piccoli costi come il lavaggio dei cassonetti, lo spostamento dei cassonetti ed i 36 netturbini che, non essendo stati assunti dalla Sangalli, sono stati posti ad altra occupazione ma che gravano sulle tasche della collettività. Proprio lo spazzamento - conclude Bruno - poteva essere realizzato anche con contratti trimestrali attingendo dall'ufficio di collocamento come accadeva prima per dare ossigeno alle famiglie in grande difficoltà».
Le opposizioni, inoltre, provano a chiedere un consiglio comunale chiarificatore alla maggioranza. La massima assise cittadina manca dal 14 dicembre e cioè esattamente due mesi nei quali è accaduto un po' di tutto a livello politico: «Chiediamo rispetto per noi consiglieri di opposizione - scrivono in una nota a mezzo stampa tutti i partiti che siedono tra la minoranza - chiediamo che venga convocato un Consiglio Comunale per discutere di tante interpellanze depositate, di tanti ordini del giorno ammuffiti, di una qualsiasi delibera prodotta dagli uffici. Le risposte alla gente, per il tramite di noi consiglieri, bisogna darle in Consiglio Comunale. Siamo stati pazienti, collaborativi, comprensivi in più di una circostanza. Siamo stati al nostro posto anche quando è scoppiata la bufera giudiziaria che ha infangato Andria e che è ancora tutta appesa. Siamo stati al nostro posto tante altre volte e ci siamo ingoiati amaramente le critiche di chi immotivatamente ci ha accomunato al centro-destra e alle scellerate scelte politico-amministrative. Abbiamo protocollato una mozione in data 14 gennaio 2014, avremmo voluto discutere sui disordini legati al movimento dei forconi, nonché sulle gravi ripercussioni che avrebbero avuto le nuove (eccessive) tariffe TARES sulla cittadinanza. E' passato un mese e tutto tace. Nel frattempo, però, le cartelle TARES sono arrivate ed è montata la rabbia degli andriesi. Rabbia che noi consiglieri di minoranza stiamo provando a convogliare in atti civili (mozione popolare), piuttosto che in violenta protesta. Tuttavia - conclude la nota - nonostante il nostro sforzo a far sì che il dibattito venga riportato in aula, nessun segnale viene da Voi tutti».
Nel frattempo, il Partito Democratico questo pomeriggio, anticipando i tempi, sarà a colloqui con il Sindaco Nicola Giorgino con una delegazione composta dal Segretario del Circolo cittadino, Maria Carbone e da due consiglieri Lorenzo Marchio e Giovanni Vurchio. Al centro dell'incontro alcune richieste tra cui la rateizzazione dei pagamenti e la nuova deroga alla data di pagamento del TARES.