Obbligo bus a metano a Castel del Monte: polemiche tra C.A.T. e Provincia

Una dura nota protocollata da parte del WWF cittadino: «Ordinanza legittima»

venerdì 2 maggio 2014 10.56
A cura di Stefano Massaro
Dal 18 aprile e sino al 30 settembre, la Provincia di Barletta Andria Trani, con propria determina dirigenziale, ha deciso di permettere l'accesso alla Strada Provinciale che arriva sino alle pendici del Castel del Monte solo ai mezzi ad alimentazione elettrica o a metano per la salvaguardia dell'ambiente. In particolare, infatti, nel provvedimento, vi è il divieto assoluto ad altri mezzi di percorrere gli ultimi 500 metri che vanno dalla base della collina sino allo spiazzo sottostante il Maniero Federiciano. Obiettivo, come rimarcato dal Presidente della Provincia, Francesco Ventola «salvaguardare un bene così importante dallo smog attraverso l'utilizzo di mezzi ormai comuni e che possono regolarmente svolgere il servizio di navetta tra le diverse attività di accoglienza presenti più in basso. Inoltre, la richiesta di questa ordinanza è giunta proprio dalla Polizia Municipale di Andria».

Ma il gestore del parcheggio, cosiddetto C.A.T., nei pressi della Chiesa di Santa Maria del Monte, ha gridato allo scandalo minacciando ripercussioni sui lavoratori ed annunciando difficoltà per i turisti. «I turisti sono indignati e spaesati - scrive il gestore del C.A.T. - come anche gli operatori turistici del luogo e gli stessi autisti dei due autobus del C.A.T., che, senza un cambio di rotta da parte della BAT, rischieranno il licenziamento». In particolare, infatti, il parcheggio già al centro di numerose polemiche e querelle autorizzative nel corso degli anni, ha di sua proprietà due bus navetta che utilizzava per accompagnare i turisti che parcheggiavano nel proprio parcheggio: «Noi ci chiediamo: è possibile che dei mezzi di servizio pubblico cittadino vengano utilizzati per il trasporto di persone in una strada statale? - scrivono ancora dal C.A.T. - come ogni anno, il C.A.T. ha regolarmente inviato una richiesta di autorizzazione per i due bus navetta per l'anno 2014. La richiesta era stata effettuata nel gennaio 2014, ma stranamente quest'anno la risposta dalla BAT non è stata celere. La risposta, questa volta negativa, da parte della Provincia, è arrivata guarda caso in meno di 24 ore dopo l'approvazione della determina che impediva loro di salire con il bus navetta (il tutto è documentato)».

Ma mentre la Provincia valuta la questione con un'approfondimento, giunge puntuale anche una dura nota protocollata dal WWF di Andria a tutti gli enti preposti alla salvaguardia del bene patrimonio dell'UNESCO. L'associazione parla di provvedimento della Provincia assolutamente legittimo e tante sono le domande proposte proprio ai gestori del C.A.T., rei di prestare attenzione solo ai «propri interessi economici». Si parla di mancanze autorizzative, presenze abusive e danneggiamento di altri esercizi commerciali della zona regolarmente accreditati. L'invito del WWF è a proseguire su questa linea da parte di Provincia e Comune e controllare in modo puntuale ed attento la stessa attività del Centro.

Una polemica che, tuttavia, riporta attenzione verso uno dei veri problemi di un bene la cui importanza in termini turistici è certificata dai numeri e dall'impatto mediatico, ma che se non tutelato, coordinato e valorizzato, rischia di perdere appeal e di non creare quella vera occasione occupazionale ed economica per l'intero territorio. Una cabina di regia, in sostanza, che certifichi professionalità, regole e coordini i tanti enti impiegati nella gestione dell'intera area del Castel del Monte di Andria.