O Sacerdoti o Politici
Riflessioni di Gennaro Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria
giovedì 11 giugno 2020
Ora che a grandi passi ci avviciniamo alle elezioni nella nostra città, mi chiedo spesso: quale speranza per il futuro potranno darci i nostri politici vecchi e nuovi? Ci sarà davvero un rinnovamento della politica o ad apertura di giornali apprenderemo delle solite diatribe e dissidi? Continueranno i politici a demolire il programma dell'altrui partito anziché esporre chiaramente il proprio? Resteranno ancora stretti dalla paura di aprirsi ad esperienze di fraternità anche in politica? Queste e altre domande avranno risposta alla luce di tanto mortificante dissesto inferto alla nostra città? E noi cittadini, noi cristiani continueremo solo a parlare, a giudicare, a dire sempre e solo peste e corna di chi ci governa senza dare un pur minimo contributo?
Sì, anche per quanti ci diciamo cristiani è ora di "uscire" senza lasciare la nostra fede – come una papalina stinta – dietro l'uscio di casa invece che portarla come fiaccola che fa luce nella notte collettiva che tutti viviamo. Necessita fare un passo in avanti: «Passare dall'azione cattolica, all'azione politica – come amava dire un Padre della Costituente –, ché, non c'è di mezzo un fossato fra azione cattolica, spirituale, e azione politica. Il cristiano ha da essere tale in parlamento come in chiesa. Uscire, opportunamente preparati, consapevoli che l'azione religiosa concorre alla formazione politica. Non è azione politica vera e propria, nel senso di politica di partito. Forma il cittadino, il giovane. Diceva Sant'Agostino: «Datemi un buon cristiano e avrete un buon cittadino».
E' ora che nell'azione politica i cristiani facciano "circolare in tutte le vene del corpo sociale, come succo e sangue vivificatori, lo spirito e il benefico influsso del Vangelo". Questo il pensiero chiaro di Papa Leone XIII, che riteneva: «l'astensione una colpa, una mancanza di carità di patria; di carità sociale; una diserzione per non servire la comunità». Uscire! Partecipare! Consapevoli che non basta conoscere le leggi, i congegni elettorali, fiscali, elettorali, burocratici. Giorni fa ho assistito ad una Veglia di Pentecoste i cui attori principali erano i giovani: è stato commovente sentirla una gioventù che – formata dalla Chiesa – ha compreso la bellezza della virtù, della donazione, della contemplazione che domanda santità! Ho pregato per loro, perché siano santi padri e madri di famiglia, onesti cittadini e lavoratori; e, ricordandomi di un detto spesso citato dall'Onorevole e Servo di Dio Igino Giordani, per loro ho pregato, e prego di più – e non me ne voglia nessuno – perché tanti di loro siano "o sacerdoti o politici"!
"O sacerdoti o politici", a significare che per servire Dio oggi, chi non fosse sacerdote, deve in qualche modo impegnarsi nel mondo politico come nel fronte più minacciato da passioni e ambizioni.
Sì, anche per quanti ci diciamo cristiani è ora di "uscire" senza lasciare la nostra fede – come una papalina stinta – dietro l'uscio di casa invece che portarla come fiaccola che fa luce nella notte collettiva che tutti viviamo. Necessita fare un passo in avanti: «Passare dall'azione cattolica, all'azione politica – come amava dire un Padre della Costituente –, ché, non c'è di mezzo un fossato fra azione cattolica, spirituale, e azione politica. Il cristiano ha da essere tale in parlamento come in chiesa. Uscire, opportunamente preparati, consapevoli che l'azione religiosa concorre alla formazione politica. Non è azione politica vera e propria, nel senso di politica di partito. Forma il cittadino, il giovane. Diceva Sant'Agostino: «Datemi un buon cristiano e avrete un buon cittadino».
E' ora che nell'azione politica i cristiani facciano "circolare in tutte le vene del corpo sociale, come succo e sangue vivificatori, lo spirito e il benefico influsso del Vangelo". Questo il pensiero chiaro di Papa Leone XIII, che riteneva: «l'astensione una colpa, una mancanza di carità di patria; di carità sociale; una diserzione per non servire la comunità». Uscire! Partecipare! Consapevoli che non basta conoscere le leggi, i congegni elettorali, fiscali, elettorali, burocratici. Giorni fa ho assistito ad una Veglia di Pentecoste i cui attori principali erano i giovani: è stato commovente sentirla una gioventù che – formata dalla Chiesa – ha compreso la bellezza della virtù, della donazione, della contemplazione che domanda santità! Ho pregato per loro, perché siano santi padri e madri di famiglia, onesti cittadini e lavoratori; e, ricordandomi di un detto spesso citato dall'Onorevole e Servo di Dio Igino Giordani, per loro ho pregato, e prego di più – e non me ne voglia nessuno – perché tanti di loro siano "o sacerdoti o politici"!
"O sacerdoti o politici", a significare che per servire Dio oggi, chi non fosse sacerdote, deve in qualche modo impegnarsi nel mondo politico come nel fronte più minacciato da passioni e ambizioni.