Nuovo ospedale di Andria, necessario completare le infrastrutture di servizio
L'assessore Annamaria Curcuruto presente in commissione regionale
sabato 23 novembre 2024
La salute dei cittadini non può più aspettare e anche i conti pubblici richiedono tempi certi. E' quanto emerso nel corso dell'audizione in Terza Commissione Regionale sul tema dei nuovi ospedali.
Per il nuovo ospedale di Andria entro gennaio 2025 si avrà il progetto definitivo; serviranno poi 4 mesi per la trasformazione dello stesso in esecutivo. Una volta ottenuta la validazione del progetto, nel maggio 2025, si potrà procedere alla gara d'appalto che da cronoprogramma è prevista entro settembre 2025, una volta completato il deposito del nuovo dimensionamento e aggiornati gli atti per l'accordo di programma. Valore complessivo dell'investimento è 366 milioni di euro: 280 milioni per la costruzione; 80 milioni per arredi e attrezzature; 6 milioni per la viabilità d'accesso, finanziata dal Fondo di sviluppo e coesione (accordo in fase di definizione).
«L'audizione in Regione – spiega l'assessore alla Visione Urbana, Anna Maria Curcuruto che ha preso parte all'incontro – è servita per ribadire l'attenzione al cronoprogramma per la realizzazione dell'ospedale. A partire dai finanziamenti. Finanziamenti che in realtà pur essendo stati inclusi nel programma della Regione non sono stati ancora confermati dal Governo Centrale. In questa circostanza è stato necessario da parte mia insistere sulla necessità di completare la realizzazione delle infrastrutture di servizio dell'ospedale, sia per i due accessi per la viabilità di accesso ai due ingressi dell'ospedale sia per la realizzazione delle reti dei sotto-servizi acqua, fogna e energia elettrica. Peraltro, il consiglio comunale per intervenire con la variante urbanistica – aggiunge l'assessore Curcuruto – è necessario che prima sia sottoscritto l'accordo di programma in sede regionale, poi il decreto del Presidente della Regione, la pubblicazione del decreto: da lì entro trenta giorni la decorrenza dell'accordo si deve esprimere il Consiglio. Questo dice l'art. 34 del Decreto 267/2000».