Nuovo anno scolastico, crescono agrari ed alberghieri

Patruno: «Urge una riforma». Carbone: «Coinvolgimento attivo delle scuole»

giovedì 18 settembre 2014 9.47
A cura di Stefano Massaro
Riparte la scuola ed oltre agli auguri arrivano i primi dati ufficiali sulle scuole secondarie prescelte dagli studenti sia provinciali che di tutta Italia. Spicca un dato importante: crescono gli iscritti al primo anno degli istituti tecnici e professionali con materie attinenti all'agricoltura, l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera sino a giungere al 24% della popolazione scolastica con punte sull'agricoltura (+8%) e l'ospitalità (+5%) di nuovi iscritti. «Sono numerosi i sondaggi secondo i quali il 54% dei giovani preferirebbe gestire un agriturismo - dice Giovanni Patruno, Assessore alla Pubblica Istruzione della Provincia BAT - e solo il 21% lavorerebbe in una multinazionale mentre, cade un mito delle nostre parti, solo il 13% vorrebbe lavorare in banca. I dati precedenti conducono alla riflessione che i figli della crisi, che si appresta a compiere l'ottavo compleanno, hanno acceso i riflettori su quelle professioni che conducono allo sviluppo della propria terra, attraverso la coltivazione e produzione agricola, o con la promozione turistica in tutte le su svariate faccettature: dal sole delle nostre spiagge alle ricchezze archeologiche e culturali, che fanno della nostra Provincia un unicum che nessun cinese potrà mai copiare, nemmeno dopo aver utilizzato quelle speciali macchine fotografiche di cui sono dotati»

Lo stesso Assessore Patruno prosegue l'analisi dei dati parlando di disoccupazione, licei e la tanto attesa riforma della scuola: «La disoccupazione giovanile al 44% preoccupa le nuove generazioni quanto le vecchie; così appaiono in difficoltà i licei che non si specializzano. Il 49% di chi ha frequentato i licei non ha utilizzato per niente quanto appreso a scuola, percentuale di inutilizzo che si riduce al 34% nelle scuole tecniche e 40% in quelle professionali. Il mio non è un attacco ai licei, perchè non avrebbe senso, ma è solo la rappresentazione del mondo scolastico che in Italia comprende oltre 260.000 iscritti al primo anno che danno il polso di quello che ci potrebbe attendere in futuro. Ovviamente tutti questi discorsi rimangono lettera morta se non si mette veramente mano alla riforma della scuola che non significa solo tagli o false assunzioni di precari, ma si deve tradurre in un capovolgimento del tavolo, anzi per restare in tema della cattedra, o la scuola non tornerà a realizzare i sogni che rimarranno tali anche nei prossimi 1000 giorni di Renzi.»

Altri dati ed altre speranze per la Segretaria del Partito Democratico di Andria, Maria Carbone che concorda con Patruno soprattutto per la necessità immediata di una riforma: «L'auspicio è che, al più presto, il processo di Riforma scolastica si avvii con forza e determinazione - dice Maria Carbone - Sogniamo una scuola senza tagli ed una riforma che investa sulla istruzioni aperta al rapporto scuola-lavoro e alla lotta alla dispersione. Sogniamo che il paventato taglio alla scuola venga evitato, perché vanificherebbe l`importanza dell`investimento annunciato nella nuova finanziaria di 900 milioni. Sogniamo che al più presto si possa annullare il precariato con le 150 mila assunzioni, che si arrivi alla rimozione del blocco al tetto di assunzioni, posto nella precedente finanziaria, a prescindere dal numero degli studenti iscritti e della istituzione dell`organico funzionale già prevista. Sogniamo che si possa dare una risposta certa ai circa 30 mila invisibili che, per la Corte di giustizia europea, avendo superato i 3 anni, hanno diritto all`immissione in ruolo. Sogniamo una nuova prospettiva per il personale Ata che è spaventosamente carente nella Scuola italiana».

Poi il ritorno alla realtà locale della docente andriese prima che Segretaria di partito: «Invitiamo anche l'amministrazione a fare bene la sua parte affinché il sogno diventi realtà - dice ancora Maria Carbone - Parta dalle nostre comunità un segnale forte, di vicinanza ai dirigenti scolastici e a tutto il personale scolastico e, nei limiti del possibile, un supporto concreto alle scuole andriesi perché non basta che l'Amministrazione Comunale sia fiera del lavoro silenzioso e quotidiano di tanti docenti e dirigenti scolastici… serve supportarli nelle scelte ed incoraggiarli nelle attività, evitando figli e figliastri, scuole di serie A e scuole di serie B. Si promuova la scuola anche attraverso le numerose attività culturali e si coinvolga attivamente tutta la comunità scolastica di ogni ordine e grado. Solo così potremmo avere una unica, grande buona scuola».