Nuovi orari ZTL nel Centro Storico, Di Gioia: «Una decisione che va nel senso giusto»
Una riflessione dello storico locale Antonio Di Gioia: «Ne avremo tutti da guadagnare»
sabato 22 maggio 2021
10.18
Da circa quarant'anni mi interesso delle problematiche del Centro Storico di Andria, nel quale risiedo, avendo fatto parte e facendo a tutt'oggi parte delle varie associazioni volontarie di tutela, apolitiche, che si sono susseguite nel tempo.
Dalla stessa epoca frequento per motivi familiari la città di Lecce. Nel 1998 la sindaca Adriana Poli Bortone, donna di gran classe e di cultura, a prescindere dal suo orientamento politico, tra i primi provvedimenti amministrativi prese la drastica decisione di chiudere completamente al traffico, salvo i residenti naturalmente, il centro storico di Lecce, una città poco più grande della nostra, anche se con una impostazione urbanistica di largo respiro, a causa della lungimiranza della classe politica-amministrativa di quella città. Subito si levarono i pianti, i lamenti delle varie categorie di commercianti per i presunti danni economici che questo provvedimento avrebbe causato alle loro attività lavorative. Beh! Gradualmente, nel giro di qualche anno, Lecce è diventata una città a misura d'uomo, una città con un grande flusso turistico che dura per tutto l'anno: nuove attività commerciali si sono insediate nel Centro antico, si può passeggiare liberamente, sono state aperte le chiese, i musei, eccetera. I commercianti non piangono più, forse sorridono.
Qualcuno dirà: ma Andria non è Lecce. Certo: non è Lecce, non è Trani, non è Bari, non è Monopoli, eccetera. E' Andria: ogni città ha una propria identità storica, urbanistica, artistica e monumentale. Si tratta di valorizzarla e di renderla fruibile. La nostra città, con qualche sporadica eccezione, non ha mai avuto una classe dirigente illuminata, lungimirante, piuttosto una classe politico-amministrativa micragnosa, autoreferenziale, ignorante che ci ha lasciato una città con molti problemi urbanistici. Tuttavia il Centro antico è nel complesso discretamente conservato, solo non valorizzato.
Veniamo al tema che interessa in questi giorni il Centro antico di Andria, i nuovi orari della ZTL: si tratta di un provvedimento che va nel senso giusto, da sostenere senza mezzi termini. Il nuovo orario, soprattutto quello pomeridiano, si capisce, è stato adottato per gli operatori della ristorazione, per consentire la ristorazione all'aperto, causa Covid, e per evitare quello sconcio che oggi è sotto gli occhi di tutti: gente seduta a tavolino per uno spuntino o un pranzo con le macchine e gli scooter che girano vorticosamente a qualche metro. Coraggio dunque Andriesi: l'obiettivo finale e la chiusura completa al traffico del Centro antico. Ne avremo tutti da guadagnare, in immagine, in qualità della vita, in una prospettiva di fruizione turistica anche della nostra città.
Mi rivolgo in particolare ai nostri politici: il tema qui trattato in realtà ha ben poco di politico, è un semplice adeguamento, parziale e con molto ritardo, ad un trend nazionale e regionale che vede i Centri storici come risorsa culturale, turistica ed economica e personalmente aggiungo come topos di identità storica cittadina, della cui coscienza e consapevolezza la città ha molto bisogno.
Dalla stessa epoca frequento per motivi familiari la città di Lecce. Nel 1998 la sindaca Adriana Poli Bortone, donna di gran classe e di cultura, a prescindere dal suo orientamento politico, tra i primi provvedimenti amministrativi prese la drastica decisione di chiudere completamente al traffico, salvo i residenti naturalmente, il centro storico di Lecce, una città poco più grande della nostra, anche se con una impostazione urbanistica di largo respiro, a causa della lungimiranza della classe politica-amministrativa di quella città. Subito si levarono i pianti, i lamenti delle varie categorie di commercianti per i presunti danni economici che questo provvedimento avrebbe causato alle loro attività lavorative. Beh! Gradualmente, nel giro di qualche anno, Lecce è diventata una città a misura d'uomo, una città con un grande flusso turistico che dura per tutto l'anno: nuove attività commerciali si sono insediate nel Centro antico, si può passeggiare liberamente, sono state aperte le chiese, i musei, eccetera. I commercianti non piangono più, forse sorridono.
Qualcuno dirà: ma Andria non è Lecce. Certo: non è Lecce, non è Trani, non è Bari, non è Monopoli, eccetera. E' Andria: ogni città ha una propria identità storica, urbanistica, artistica e monumentale. Si tratta di valorizzarla e di renderla fruibile. La nostra città, con qualche sporadica eccezione, non ha mai avuto una classe dirigente illuminata, lungimirante, piuttosto una classe politico-amministrativa micragnosa, autoreferenziale, ignorante che ci ha lasciato una città con molti problemi urbanistici. Tuttavia il Centro antico è nel complesso discretamente conservato, solo non valorizzato.
Veniamo al tema che interessa in questi giorni il Centro antico di Andria, i nuovi orari della ZTL: si tratta di un provvedimento che va nel senso giusto, da sostenere senza mezzi termini. Il nuovo orario, soprattutto quello pomeridiano, si capisce, è stato adottato per gli operatori della ristorazione, per consentire la ristorazione all'aperto, causa Covid, e per evitare quello sconcio che oggi è sotto gli occhi di tutti: gente seduta a tavolino per uno spuntino o un pranzo con le macchine e gli scooter che girano vorticosamente a qualche metro. Coraggio dunque Andriesi: l'obiettivo finale e la chiusura completa al traffico del Centro antico. Ne avremo tutti da guadagnare, in immagine, in qualità della vita, in una prospettiva di fruizione turistica anche della nostra città.
Mi rivolgo in particolare ai nostri politici: il tema qui trattato in realtà ha ben poco di politico, è un semplice adeguamento, parziale e con molto ritardo, ad un trend nazionale e regionale che vede i Centri storici come risorsa culturale, turistica ed economica e personalmente aggiungo come topos di identità storica cittadina, della cui coscienza e consapevolezza la città ha molto bisogno.