Nuova "vita" delle province: è il ritorno alla guerra tra i campanili della Bat?
Scontri tra sindaci o ricerca di alleanze?
martedì 24 dicembre 2013
Più che di fine, dovremmo parlare di un nuovo corso per le province, se la riforma Delrio giungerà a diventare definitivamente legge. Nella notte di sabato scorso, il testo è stato approvato dalla Camera dei Deputati. Necessario è quindi ora il passaggio al Senato per il voto definitivo che conta (ovviamente salvo modifiche).
A quale destino andrà incontro la provincia di Barletta-Andria-Trani e le altre 51 province (oltre ai venti enti provinciali commissariati), che nella prossima primavera del 2014 sarebbero dovute tornare alle urne?
Il disegno di legge, presentato in piena estate dal ministro Delrio, e approvato sabato notte dalla Camera dei Deputati, prevede infatti: l'elezione indiretta del presidente della provincia, che verrebbe così eletto tra i sindaci dei comuni del territorio provinciale, il cui mandato (dei sindaci ndr) scada non prima di 18 mesi dalla date delle elezioni, e ad eleggerlo sarebbero i sindaci e i consiglieri comunali in carica, per un mandato di quattro anni; anche il consiglio provinciale non sarebbe più eletto direttamente dai cittadini, ma dai sindaci e dai consiglieri comunali, che avrebbero così diritto di elettorato attivo e passivo, per un numero di componenti tra 10 e 16 consiglieri, variabile in base alla popolazione provinciale, e rimanente in carica per la durata di due anni. Accanto a questi due organi, verrebbe a costituirsi l'assemblea dei sindaci della provincia. Incarichi che, secondo il testo di legge, sarebbero da svolgere a titolo gratuito.
Per la corsa alla poltrona di presidente della provincia, rimarrebbe così fuori il sindaco di Andria, Nicola Giorgino, eletto nel 2010, per il quale nella prossima primavera mancherebbe solo un anno alla scadenza del mandato. Per gli altri sindaci invece, nel 2014, mancheranno almeno due anni. Con la possibile uscita di scena (per la presidenza) di una città di peso, come il co-capoluogo Andria, si preannunciano resistenze o contro-alleanze tra i vari sindaci per la guida della provincia? Si preannuncia un nuovo ritorno alla guerra tra i campanili della Bat, a brevissima distanza dal travagliato percorso fondativo?
A quale destino andrà incontro la provincia di Barletta-Andria-Trani e le altre 51 province (oltre ai venti enti provinciali commissariati), che nella prossima primavera del 2014 sarebbero dovute tornare alle urne?
Il disegno di legge, presentato in piena estate dal ministro Delrio, e approvato sabato notte dalla Camera dei Deputati, prevede infatti: l'elezione indiretta del presidente della provincia, che verrebbe così eletto tra i sindaci dei comuni del territorio provinciale, il cui mandato (dei sindaci ndr) scada non prima di 18 mesi dalla date delle elezioni, e ad eleggerlo sarebbero i sindaci e i consiglieri comunali in carica, per un mandato di quattro anni; anche il consiglio provinciale non sarebbe più eletto direttamente dai cittadini, ma dai sindaci e dai consiglieri comunali, che avrebbero così diritto di elettorato attivo e passivo, per un numero di componenti tra 10 e 16 consiglieri, variabile in base alla popolazione provinciale, e rimanente in carica per la durata di due anni. Accanto a questi due organi, verrebbe a costituirsi l'assemblea dei sindaci della provincia. Incarichi che, secondo il testo di legge, sarebbero da svolgere a titolo gratuito.
Per la corsa alla poltrona di presidente della provincia, rimarrebbe così fuori il sindaco di Andria, Nicola Giorgino, eletto nel 2010, per il quale nella prossima primavera mancherebbe solo un anno alla scadenza del mandato. Per gli altri sindaci invece, nel 2014, mancheranno almeno due anni. Con la possibile uscita di scena (per la presidenza) di una città di peso, come il co-capoluogo Andria, si preannunciano resistenze o contro-alleanze tra i vari sindaci per la guida della provincia? Si preannuncia un nuovo ritorno alla guerra tra i campanili della Bat, a brevissima distanza dal travagliato percorso fondativo?
Le funzioni fondamentali delle province, secondo il testo di legge:
Complesso procedimento per il riordino delle funzioni attualmente esercitate dalle province, cui lo Stato e le regioni provvedono sulla base dei seguenti principi:
- pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, nonché valorizzazione dell'ambiente, per gli aspetti di competenza;
- pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, nonché costruzione e gestione delle strade provinciali;
- programmazione provinciale della rete scolastica;
- raccolta ed elaborazione dati ed assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali.
- la provincia può altresì, d'intesa con i comuni, provvedere alla gestione dell'edilizia scolastica con riferimento alle scuole secondarie di secondo grado.
Complesso procedimento per il riordino delle funzioni attualmente esercitate dalle province, cui lo Stato e le regioni provvedono sulla base dei seguenti principi:
- individuazione per ogni funzione dell'ambito territoriale ottimale di esercizio;
- efficacia nello svolgimento delle funzioni fondamentali da parte dei comuni;
- sussistenza di riconosciute esigenze unitarie;
- adozione di forme di avvalimento e deleghe di esercizio mediante intesa o convenzione.