Nuova Caserma dei Carabinieri: la società Nimar cita per danni Ministero Interno, Prefettura e Demanio
Una vicenda emblematica e dai molti lati oscuri: cosa ne pensano i cinque candidati Sindaco?
martedì 8 settembre 2020
13.00
Alla vicenda circa la mai realizzata nuova Caserma dei Carabinieri si aggiunge in questi giorni una novità, ovvero la citazione per risarcimento danni del Ministero dell'Interno, della Prefettura di Barletta-Andria-Trani e dell'Agenzia del Demanio.
A rendere nota questa nuova situazione è l'impresa Nimar s.r.l., la società che avrebbe dovuto realizzare questo immobile nei pressi di via Paganini, su di un suolo di sua proprietà. Una vicenda emblematica e dai molti lati oscuri, considerato che Andria soffre di un grave deficit circa immobili pubblici adibiti a presidi delle Forze dell'ordine, cui sarebbe interessante avere il punto di vista dei cinque candidati Sindaco a Palazzo di Città. Ma ecco la ricostruzione che la stessa impresa Nimar s.r.l. fa di questa vicenda.
«La Nimar srl possiede un suolo in zona F nella città di Andria. E, venuta a conoscenza, nel 2013, dell'esigenza di una nuova destinazione per la caserma dei carabinieri della città, decide di proporre un progetto volto alla realizzazione degli stabili da adibire all'uso sul proprio suolo, con proprie risorse e a totale costo zero per le casse comunali. Nell'ottobre del 2013 il Ministero dell'Interno chiedeva alla Prefettura di Barletta-Andria-Trani e all'Agenzia del Demanio di avviare delle indagini al fine di trovare una soluzione immobiliare più conveniente e confacente all'esigenza dell'Arma. Nell'ottobre del 2014 la Prefettura comunica all'Agenzia del Demanio che il Comando Provinciale dei Carabinieri ha esperito le indagini necessarie sul territorio, concludendo che la proposta avanzata dalla Nimar fosse la più vantaggiosa. I Carabinieri quindi chiedono alla Nimar di apportare anche delle variazioni al progetto, che già di per sè è abbondantemente corrispondente ai requisiti tecnici previsti dal disciplinare della Difesa, in quanto presenta una superficie maggiore e con un'area parcheggio di 700 mq Il progetto prevede la realizzazione di due edifici, uno da adibire ad uffici e l'altro ad alloggi, senza considerare gli spazi aperti di pertinenza».
«Nel 2015 i Carabinieri -sottolinea la nota dell'impresa Nimar s.r.l- esprimono parere favorevole ed informano il Comune di Andria della volontà di accettare il progetto della NImar. Nello stesso anno il Ministero dell'Interno conferma disponibilità allo stanziamento delle cifre per il canone della nuova caserma e nello stesso tempo la Nimar, come previsto per legge, paga l'imposta per l'ottenimento del Parere Igienico Sanitario, volto alla costruzione dello stabile. Il 16.05.2017 il Consiglio comunale di Andria rilascia la delibera per la costruzione in deroga agli strumenti urbanistici per la realizzazione della nuova caserma. Pertanto nel giugno del 2017 la Prefettura chiede all'Agenzia del Demanio, tramite Nota, il rilascio del nulla osta alla stipula del contratto di locazione per l'immobile da realizzarsi. Questo contratto ad oggi non si è mai concluso. Di colpo c'è stato solo silenzio. Sono seguite poi lettere alle varie cariche del Governo e al Generale Nistri dell'Arma dei Carabinieri ma nulla è avvenuto. E, a nulla sono servite le numerose sollecitazioni tramite telefonate e pec presso la Prefettura di Barletta-Andria-Trani al fine di conoscere i motivi di questo silenzio. Nemmeno un incontro è stato mai concesso. Si è scoperto dopo anni che secondo l'Agenzia del Demanio il nulla osta non poteva essere rilasciato per immobili ancora da realizzare, soggetti alle procedure di evidenza pubblica. L'assurdità è che la caserma attuale si trova in una palazzina vetusta, adattata a caserma e che presenta impianti fatiscenti e molti disagi, tra l'altro più volte riportati anche dai giornali locali».
«Come si può pretendere che i carabinieri di Andria possano espletare le loro funzioni di pubblica sicurezza se sono in un immobile fortemente disagiato. Per giunta l'immobile è stato venduto e l'attuale proprietario l'ha acquistato con l'intenzione di realizzare appartamenti a vendere. Se, nonostante i vari permessi conseguiti dal Ministero dell'Interno, della Difesa, dell'Agenzia del Demanio e del Comune di Andria, si fossero resi conto prima che occorreva un bando pubblico, perché nessuno si è prodigato perché tutto ciò si concretizzasse? Dopo la comunicazione del 2019 con cui l'Agenzia del Demanio ha dichiarato di non poter rilasciare contratti allocativi per immobili da farsi, la Nimar ha quindi chiesto alla Prefettura di indire un bando pubblico a cui poter concorrere con il proprio progetto approvato. Il 26 marzo del 2020 finalmente la Prefettura indice un bando ma, solo per immobili esistenti che debbano ovviamente corrispondere ai requisiti del disciplinare della Difesa. La Nimar chiede poi alla Prefettura di aprire il bando anche ad immobili da farsi ma ciò non avviene. Il bando va deserto e per giunta prorogato di altri due mesi. Nessun immobile confacente è stato trovato. Per giunta il proprietario dell'attuale caserma ha reclamato il suo diritto a procedere con la realizzazione di palazzine da vendere per civile abitazione inviando alla Compagnia di Andria una citazione per sfratto. A novembre ci sarà la prima udienza. Pertanto la Nimar, vedendo vanificato ogni tentativo di comunicazione e di risoluzione alla vicenda, ha citato il 1° settembre del corrente anno il Ministero dell'Interno, la Prefettura di Barletta-Andria-Trani e l'Agenzia del Demanio per risarcimento danni. In tutto ciò la Nimar si chiede e vorrebbe sapere qual è la posizione dei candidati sindaci verso questa storia e soprattutto come intendono gestire la necessità impellente di dare una nuova destinazione alla caserma di Andria. Tanto più che quasi tutti i candidati -conclude la nota della ditta Nimar s.r.l.- facevano parte della vecchia amministrazione, quindi sono bene a conoscenza della questione in tutti i suoi aspetti».
A rendere nota questa nuova situazione è l'impresa Nimar s.r.l., la società che avrebbe dovuto realizzare questo immobile nei pressi di via Paganini, su di un suolo di sua proprietà. Una vicenda emblematica e dai molti lati oscuri, considerato che Andria soffre di un grave deficit circa immobili pubblici adibiti a presidi delle Forze dell'ordine, cui sarebbe interessante avere il punto di vista dei cinque candidati Sindaco a Palazzo di Città. Ma ecco la ricostruzione che la stessa impresa Nimar s.r.l. fa di questa vicenda.
«La Nimar srl possiede un suolo in zona F nella città di Andria. E, venuta a conoscenza, nel 2013, dell'esigenza di una nuova destinazione per la caserma dei carabinieri della città, decide di proporre un progetto volto alla realizzazione degli stabili da adibire all'uso sul proprio suolo, con proprie risorse e a totale costo zero per le casse comunali. Nell'ottobre del 2013 il Ministero dell'Interno chiedeva alla Prefettura di Barletta-Andria-Trani e all'Agenzia del Demanio di avviare delle indagini al fine di trovare una soluzione immobiliare più conveniente e confacente all'esigenza dell'Arma. Nell'ottobre del 2014 la Prefettura comunica all'Agenzia del Demanio che il Comando Provinciale dei Carabinieri ha esperito le indagini necessarie sul territorio, concludendo che la proposta avanzata dalla Nimar fosse la più vantaggiosa. I Carabinieri quindi chiedono alla Nimar di apportare anche delle variazioni al progetto, che già di per sè è abbondantemente corrispondente ai requisiti tecnici previsti dal disciplinare della Difesa, in quanto presenta una superficie maggiore e con un'area parcheggio di 700 mq Il progetto prevede la realizzazione di due edifici, uno da adibire ad uffici e l'altro ad alloggi, senza considerare gli spazi aperti di pertinenza».
«Nel 2015 i Carabinieri -sottolinea la nota dell'impresa Nimar s.r.l- esprimono parere favorevole ed informano il Comune di Andria della volontà di accettare il progetto della NImar. Nello stesso anno il Ministero dell'Interno conferma disponibilità allo stanziamento delle cifre per il canone della nuova caserma e nello stesso tempo la Nimar, come previsto per legge, paga l'imposta per l'ottenimento del Parere Igienico Sanitario, volto alla costruzione dello stabile. Il 16.05.2017 il Consiglio comunale di Andria rilascia la delibera per la costruzione in deroga agli strumenti urbanistici per la realizzazione della nuova caserma. Pertanto nel giugno del 2017 la Prefettura chiede all'Agenzia del Demanio, tramite Nota, il rilascio del nulla osta alla stipula del contratto di locazione per l'immobile da realizzarsi. Questo contratto ad oggi non si è mai concluso. Di colpo c'è stato solo silenzio. Sono seguite poi lettere alle varie cariche del Governo e al Generale Nistri dell'Arma dei Carabinieri ma nulla è avvenuto. E, a nulla sono servite le numerose sollecitazioni tramite telefonate e pec presso la Prefettura di Barletta-Andria-Trani al fine di conoscere i motivi di questo silenzio. Nemmeno un incontro è stato mai concesso. Si è scoperto dopo anni che secondo l'Agenzia del Demanio il nulla osta non poteva essere rilasciato per immobili ancora da realizzare, soggetti alle procedure di evidenza pubblica. L'assurdità è che la caserma attuale si trova in una palazzina vetusta, adattata a caserma e che presenta impianti fatiscenti e molti disagi, tra l'altro più volte riportati anche dai giornali locali».
«Come si può pretendere che i carabinieri di Andria possano espletare le loro funzioni di pubblica sicurezza se sono in un immobile fortemente disagiato. Per giunta l'immobile è stato venduto e l'attuale proprietario l'ha acquistato con l'intenzione di realizzare appartamenti a vendere. Se, nonostante i vari permessi conseguiti dal Ministero dell'Interno, della Difesa, dell'Agenzia del Demanio e del Comune di Andria, si fossero resi conto prima che occorreva un bando pubblico, perché nessuno si è prodigato perché tutto ciò si concretizzasse? Dopo la comunicazione del 2019 con cui l'Agenzia del Demanio ha dichiarato di non poter rilasciare contratti allocativi per immobili da farsi, la Nimar ha quindi chiesto alla Prefettura di indire un bando pubblico a cui poter concorrere con il proprio progetto approvato. Il 26 marzo del 2020 finalmente la Prefettura indice un bando ma, solo per immobili esistenti che debbano ovviamente corrispondere ai requisiti del disciplinare della Difesa. La Nimar chiede poi alla Prefettura di aprire il bando anche ad immobili da farsi ma ciò non avviene. Il bando va deserto e per giunta prorogato di altri due mesi. Nessun immobile confacente è stato trovato. Per giunta il proprietario dell'attuale caserma ha reclamato il suo diritto a procedere con la realizzazione di palazzine da vendere per civile abitazione inviando alla Compagnia di Andria una citazione per sfratto. A novembre ci sarà la prima udienza. Pertanto la Nimar, vedendo vanificato ogni tentativo di comunicazione e di risoluzione alla vicenda, ha citato il 1° settembre del corrente anno il Ministero dell'Interno, la Prefettura di Barletta-Andria-Trani e l'Agenzia del Demanio per risarcimento danni. In tutto ciò la Nimar si chiede e vorrebbe sapere qual è la posizione dei candidati sindaci verso questa storia e soprattutto come intendono gestire la necessità impellente di dare una nuova destinazione alla caserma di Andria. Tanto più che quasi tutti i candidati -conclude la nota della ditta Nimar s.r.l.- facevano parte della vecchia amministrazione, quindi sono bene a conoscenza della questione in tutti i suoi aspetti».