"Novecento" di Alessandro Baricco in scena al chiostro vescovile di Andria
In programma sabato 21 settembre alle ore 20.00
domenica 8 settembre 2019
Il C.S.M. (Centro Salute Mentale) di Andria, la Cooperativa sociale "Questa Città" e l'Associazione "Myrabbasc" hanno organizzato per sabato 21 settembre la pièce teatrale "Novecento" ispirato al celebre monologo scritto da Alessandro Baricco che avrà luogo alle ore 20.00 presso il Chiostro Vescovile di Andria, a cura del dott. Nunzio Tota. Durante lo spettacolo si svolgeranno le letture dei testi da parte degli utenti e operatori del C.S.M. e della coop "Questa città" mentre le musiche saranno eseguite al pianoforte dal maestro dott. Mauro Dell'Olio.
"Novecento, che lo stesso Baricco definì una via di mezzo tra una vera messa in scena e un racconto da leggere ad alta voce racconta la storia di un bambino abbandonato su una nave che viaggia tra l'Europa e l'America e, trovato da un marinaio, cresce e passa tutta la sua vita su quella nave. E' una nave che trasporta gente di tutti i tipi ed estrazione sociale - spiegano gli operatori del C.S.M. di Andria - "Gente diversa ma accomunata da un desiderio o da un sogno: conoscere l'America, il nuovo mondo. La terra promessa, il luogo dove migranti e poveracci sperano di trovare riscatto e fortuna.Su quella nave che trasporta questa umanità, vive e cresce Novecento.
Un pianista dal talento formidabile che con la sua musica accompagnerà il viaggio di quella gente che attraversa l'oceano, luogo simbolico di separazione tra la terra dove sei nato e cresciuto e la terra nuova dove speri di realizzare sogni e progetti per un futuro migliore. Novecento è un personaggio strano, particolare, ribelle, fuori dagli schemi.In culo la legge, in culo il regolamento dice, quando qualcuno tenta di riportarlo nell'ordine costituito delle cose e dei comportamenti. E in culo anche il jazz, per chiudere la partita col musicista che lo sfida a duello. Ma un'altra sfida, ben più importante lo attende. La sfida col mondo che è fuori da quella nave e che lui vorrebbe conoscere.
Ma è una sfida che Novecento non riesce a vincere. Le sue paure hanno la meglio. Mi fermò quello che non vidi, racconta al suo amico. Il mondo fuori è come una tastiera infinita e sulla quella tastiera non c'è musica che puoi suonare. Quella è la tastiera su cui suona Dio. Perdonatemi ma io non scenderò. E' la frase che chiude il monologo e sancisce la sconfitta del nostro protagonista che non riesce a vincere le sue paure, le sue incertezze e le sue fragilità. Ha bisogno di conferme e di sicurezze che il mondo, fuori, non riesce a dargli. Questa è la storia di Novecento. E' la storia che noi vogliamo raccontare perché assomiglia, talvolta, alle nostre storie. Incarna e rappresenta le nostre paure e le nostre fragilità.
Non siamo attori e non abbiamo fatto neanche un corso di teatro o di dizione. Siamo operatori e utenti del Centro di Salute Mentale che, semplicemente, attraverso il racconto di questa storia vogliono portare una testimonianza, suscitare una riflessione e sperano anche di farvi trascorrere una piacevole serata".
L'iniziativa è stata patrocinata dall'Asl/Bt.
"Novecento, che lo stesso Baricco definì una via di mezzo tra una vera messa in scena e un racconto da leggere ad alta voce racconta la storia di un bambino abbandonato su una nave che viaggia tra l'Europa e l'America e, trovato da un marinaio, cresce e passa tutta la sua vita su quella nave. E' una nave che trasporta gente di tutti i tipi ed estrazione sociale - spiegano gli operatori del C.S.M. di Andria - "Gente diversa ma accomunata da un desiderio o da un sogno: conoscere l'America, il nuovo mondo. La terra promessa, il luogo dove migranti e poveracci sperano di trovare riscatto e fortuna.Su quella nave che trasporta questa umanità, vive e cresce Novecento.
Un pianista dal talento formidabile che con la sua musica accompagnerà il viaggio di quella gente che attraversa l'oceano, luogo simbolico di separazione tra la terra dove sei nato e cresciuto e la terra nuova dove speri di realizzare sogni e progetti per un futuro migliore. Novecento è un personaggio strano, particolare, ribelle, fuori dagli schemi.In culo la legge, in culo il regolamento dice, quando qualcuno tenta di riportarlo nell'ordine costituito delle cose e dei comportamenti. E in culo anche il jazz, per chiudere la partita col musicista che lo sfida a duello. Ma un'altra sfida, ben più importante lo attende. La sfida col mondo che è fuori da quella nave e che lui vorrebbe conoscere.
Ma è una sfida che Novecento non riesce a vincere. Le sue paure hanno la meglio. Mi fermò quello che non vidi, racconta al suo amico. Il mondo fuori è come una tastiera infinita e sulla quella tastiera non c'è musica che puoi suonare. Quella è la tastiera su cui suona Dio. Perdonatemi ma io non scenderò. E' la frase che chiude il monologo e sancisce la sconfitta del nostro protagonista che non riesce a vincere le sue paure, le sue incertezze e le sue fragilità. Ha bisogno di conferme e di sicurezze che il mondo, fuori, non riesce a dargli. Questa è la storia di Novecento. E' la storia che noi vogliamo raccontare perché assomiglia, talvolta, alle nostre storie. Incarna e rappresenta le nostre paure e le nostre fragilità.
Non siamo attori e non abbiamo fatto neanche un corso di teatro o di dizione. Siamo operatori e utenti del Centro di Salute Mentale che, semplicemente, attraverso il racconto di questa storia vogliono portare una testimonianza, suscitare una riflessione e sperano anche di farvi trascorrere una piacevole serata".
L'iniziativa è stata patrocinata dall'Asl/Bt.