Notte europea dei ricercatori: il Nuzzi in collegamento col CERN di Ginevra

Gli studenti incontrano i ricercatori per rafforzare il connubio scienza-scuola-società

domenica 7 ottobre 2018 06.00
Il 28 settembre 2018 si è celebrata la "Notte Europea dei ricercatori", la nota manifestazione annuale promossa nel 2005 dalla Commissione Europea, finalizzata a rafforzare il connubio scienza-scuola-società.

L'iniziativa vede ogni anno, infatti, ricercatori interagire con studenti e cittadini con lo scopo di diffondere la cultura scientifica e di suscitare curiosità verso il mondo della ricerca in un contesto informale e stimolante.

Gli eventi comprendono esperimenti e dimostrazioni scientifiche dal vivo, mostre e visite guidate, conferenze e seminari divulgativi, spettacoli e concerti. Il liceo scientifico "Riccardo Nuzzi" di Andria ha aderito quest'anno all'iniziativa con un'esperienza di "virtual visit" al CMS (Compact Muon Solenoid), uno dei quattro rivelatori di particelle dell'acceleratore LHC (Large Hadron Collider) del CERN di Ginevra. L'incontro si è tenuto nell'auditorium "Michele Palumbo" a partire dalle 19.45. La "virtual visit" è stata preceduta da un'introduzione sulla fisica delle particelle elementari tenuta dai proff. Ugo Morra e Vito Pice che hanno "preparato" gli ospiti al collegamento con Ginevra.

Prima ancora di quest'ultimo è intervenuta Valentina Loconte, dottoressa in scienze chimiche, esperta in cristallografia di proteine ed attualmente assunta presso la ShanghaiTech University. La scienziata ha parlato della luce di sincrotrone, radiazione elettromagnetica generata da elettroni che viaggiano a velocità prossime alla velocità della luce all'interno degli acceleratori di particelle.

Attorno alle 21 il liceo "R. Nuzzi", contemporaneamente ad altri due licei scientifici dell'Italia settentrionale, ha stabilito il video-collegamento con Ginevra. La dottoressa Sonia Natale, scienziata romana impegnata al CERN da poco più di vent'anni, ha descritto le immagini riprese da una sua collaboratrice equipaggiata con webcam e scesa nelle "caverne" del CMS a circa 80 metri sottoterra. La speaker ha spiegato in dettaglio il funzionamento deidiversi calorimetri e tracciatori di particelle che avvolgono la "beam line" (la linea in cui viaggia il fascio di protoni fatti collidere proprio in corrispondenza del CMS) e formano il colossale rivelatore di 14000 tonnellate di peso, alto quanto un palazzo di 5 piani.

In particolare si è ricordato come il CMS abbia contribuito, insieme all'altro rivelatore di particelle ATLAS, alla conferma sperimentale del bosone di Higgs, la cosiddetta particella di Dio. Il CMS ha rivelato infatti i muoni prodotti nel processo di decadimento della particella di Dio. Al termine del collegamento (22.00 circa), il pubblico ha manifestato soddisfazione per la particolare esperienza vissuta, possibilmente da ripetere in avvenire.