No allo Ius Soli, Michele Abbruzzese (NCS): "Le ragioni della nostra contrarietà"
Le ragioni spiegate da Michele Abruzzese (Coordinatore NCS Andria)
lunedì 9 ottobre 2017
7.38
In queste settimane il tema più caldo dibattutto in Italia sembra essere la proposta del Pd di concedere la cittadinanza a tutti i figli di immigrati nati in italia, il c.d. "Ius Soli". La legge, sostenuta dal partito democratico che vede contrari Forza Italia, la Lega Nord e i Fratelli d'Italia, mentre il Movimento 5 stelle sembra invece astenersi, estende i criteri per ottenere la cittadinanza italiana. Ecco quindi le ragioni di questa contrarietà, spiegate da Michele Abruzzese (Coordinatore NCS Andria).
"L'attuale legge sulla cittadinanza
Attualmente l' attuale legge n.91 del 5 febbraio 1992 prevede l'acquisizione del diritto di cittadinanza attraverso lo ius sanguinis: la cittadinanza viene trasmessa se almeno uno dei genitori è italiano. Chi, invece, nasce da genitori stranieri, anche se partorito sul territorio italiano, può richiedere la cittadinanza solo dopo aver compiuto i diciotto anni, dichiarando entro un anno di volerla acquisire. Inoltre occorre che abbia risieduto in Italia legalmente ed ininterrottamente.
I criteri introdotti dalla nuova legge
La nuova legge introduce due modalità di aquisizione della cittadinanza per i figli di genitori stranieri: lo ius soli temperato e lo ius culturae. Nel primo caso diventeranno cittadini italiani i nati in Italia figli di genitoristranieri purchè uno di loro abbia un permesso di soggiorno da almeno 5 anni. In base allo ius culturae, invece, possono diventare cittadini italiani coloro nati in Italia o entrati nel Paese entro i 12 anni di età e che abbiano frequentato regolarmente cicli di studi o percorsi formativi in istituti del sistema nazionale. I ragazzi arrivati nel Paese che hanno tra i 12 e 18 anni potranno ottenere la cittadinanza se risiederanno in Italia per almeno 6 anni e frequenteranno un ciclo scolastico.
Le ragioni del no allo Ius Soli
In primo luogo questa nuova legge favorirà il traffico di esseri umani, verrà promesso ai migranti di poter conquistare la cittadinanza facilmente e ciò porterà tanti disperati a pagare per arrivare nel Paese ed ai trafficanti di aumentare i loro guadagni. In Italia, inoltre, c'è una visione distorta dell'integrazione, secondo la quale sono gli italiani a dover adattarsi agli usi e costumi dei nuovi arrivati e non i migranti a doversi adeguare alle leggi ed usanze italiane.
Lo ius soli introdurrà in Italia leggi, idee e tradizioni completamente diverse dalla cultura italiana. Inoltre mancando un esame finale che attesti che il ragazzo è culturalmente legato al Paese, non si potrà essere sicuri che i nuovi italiani, di passaporto, amino realmente l'Italia e ne condividano l'identità. Il rischio è che mantengano la propria ideologia culturale senza incamerare la nostra, anche se hanno studiato in Italia".
"L'attuale legge sulla cittadinanza
Attualmente l' attuale legge n.91 del 5 febbraio 1992 prevede l'acquisizione del diritto di cittadinanza attraverso lo ius sanguinis: la cittadinanza viene trasmessa se almeno uno dei genitori è italiano. Chi, invece, nasce da genitori stranieri, anche se partorito sul territorio italiano, può richiedere la cittadinanza solo dopo aver compiuto i diciotto anni, dichiarando entro un anno di volerla acquisire. Inoltre occorre che abbia risieduto in Italia legalmente ed ininterrottamente.
I criteri introdotti dalla nuova legge
La nuova legge introduce due modalità di aquisizione della cittadinanza per i figli di genitori stranieri: lo ius soli temperato e lo ius culturae. Nel primo caso diventeranno cittadini italiani i nati in Italia figli di genitoristranieri purchè uno di loro abbia un permesso di soggiorno da almeno 5 anni. In base allo ius culturae, invece, possono diventare cittadini italiani coloro nati in Italia o entrati nel Paese entro i 12 anni di età e che abbiano frequentato regolarmente cicli di studi o percorsi formativi in istituti del sistema nazionale. I ragazzi arrivati nel Paese che hanno tra i 12 e 18 anni potranno ottenere la cittadinanza se risiederanno in Italia per almeno 6 anni e frequenteranno un ciclo scolastico.
Le ragioni del no allo Ius Soli
In primo luogo questa nuova legge favorirà il traffico di esseri umani, verrà promesso ai migranti di poter conquistare la cittadinanza facilmente e ciò porterà tanti disperati a pagare per arrivare nel Paese ed ai trafficanti di aumentare i loro guadagni. In Italia, inoltre, c'è una visione distorta dell'integrazione, secondo la quale sono gli italiani a dover adattarsi agli usi e costumi dei nuovi arrivati e non i migranti a doversi adeguare alle leggi ed usanze italiane.
Lo ius soli introdurrà in Italia leggi, idee e tradizioni completamente diverse dalla cultura italiana. Inoltre mancando un esame finale che attesti che il ragazzo è culturalmente legato al Paese, non si potrà essere sicuri che i nuovi italiani, di passaporto, amino realmente l'Italia e ne condividano l'identità. Il rischio è che mantengano la propria ideologia culturale senza incamerare la nostra, anche se hanno studiato in Italia".