No alle trivelle in mare, Troia: «L'Italia deve fermarle»

Il portavoce regionale dei Verdi torna sulla ricerca di idrocarburi in mare

mercoledì 13 gennaio 2016
«Siamo un Paese in costante e continua contraddizione. Prima firmiamo gli accordi a Parigi sulla riduzione delle immissioni inquinanti, ma subito dopo autorizziamo le Trivellazioni per l'estrazione del Petrolio e magari anche di nuove Centrali a carbone! Il futuro non è e non può essere né il petrolio né il carbone, ma una politica energetica 100% rinnovabile perché la lotta ai cambiamenti climatici si fa avviando la modernizzazione dell'Italia». Sono le parole di Cesareo Troia e di Lavinia Torre, i co-portavoce regionali del movimento dei Verdi di Puglia, sulla questione ricerca di idrocarburi nel mare di Puglia.
«Lo scandalo dei decreti del 22 dicembre 2015 - dicono i due portavoce - emessi dal Ministero dello sviluppo economico con i quali tra le altre si concede alla Petroceltic Italia s.p.a. la possibilità di ricercare il petrolio a ridosso delle Isole Tremiti nel Parco Nazionale del Gargano per la modica cifra di euro 5,16 per chilometro quadrato, non deve passare inosservata. Tutti i cittadini, le forze politiche i soggetti collettivi, di qualunque colore essi siano, devono combattere per evitare tale scempio ai danni della Puglia, del suo ambiente, del suo mare della sua economia. Tale sconsiderata iniziativa fa il paio con la modifica della Legge di stabilità approvata il 23.12.2015 dalla Camera dei Deputati con la quale, furbescamente, è stato modificato il decreto legislativo del 2006 per evitare lo svolgimento dei sei quesiti referendari promossi da dieci Regioni, già ammessi dalla Corte di Cassazione. In sostanza se da un lato sono state bloccate le nuove autorizzazioni rimangono in vita natural durante le vecchie autorizzazioni con buona pace delle volontà dei territori e della loro economia».

«La nostra Regione - dice ancora Troia - diventa ora un concentrato di problematiche ambientali di rilievo internazionale (TAP, Xylella, ILVA, Rifiuti) che necessitano risposte immediate e nette da parte di coloro che ora reggono le leve del Comando a tutti i livelli. L'iniziativa deve trovare la sponda politica dei parlamentari e delle Istituzioni del territorio vicine al Presidente del Consiglio che non deve trattare la Puglia come "Periferia dell'Impero" in cui ogni scelta può essere fatta ingoiare ai danni dei Pugliesi. Per questo occorre fare fronte Comune e battagliare per la nostra terra e per la nostra economia. Noi ci siamo!».