Nicola Lagioia e la Ferocia dell'attualità
Ospite ad Andria, «Politici autobiografia della nazione»
domenica 30 novembre 2014
12.00
Una Puglia feroce specchio di un paese feroce. Al centro del romanzo di Nicola Lagioia, La ferocia, edito da Einaudi, c'è una famiglia barese, padre costruttore, moglie casalinga, quattro figli, di cui uno, Michele nato fuori dal matrimonio. E' proprio Michele, l'elemento estraneo, che si mette alla caccia della verità: la sua sorellastra Clara, a cui è stato legato da ragazzo in modo fortissimo, è morta, e la versione ufficiale fa acqua da tutte le parti. Lagioia racconta il crollo della famiglia, del suo sistema di malaffare, mettendo in scena una galleria di personaggi spaventosi e realistici. «Il termine ferocia è legato al territorio perchè credo che, complice anche la crisi, il clima si sia incarognito, inferocito, siamo diventati tutti più feroci con un ritorno allo stato di natura da cui pensavamo di esserci smarcati e che, invece, ci vede ancora protagonisti».
Queste le parole di Nicola Lagioia, ospite nella Città di Andria all'interno dello Zenzero nella serata di venerdì, con un evento organizzato da Collettivo Famelico e Malearti con il Patrocinio del Comune di Andria, nell'ambito dell'iniziativa "On Writing" partita nelle scorse settimane: «Il clima che permea tutto il romanzo è proprio questo - ha detto ancora Lagioia durante la presentazione - denaro e marciume di una famiglia di palazzinari baresi, il pesce più grande che deve necessariamente mangiare il pesce più piccolo e poi, due figli, che si mettono a remare contro, due fratellastri che sono in grado di estirpare prima da loro stessi e poi dal contesto, questo sentire. Lo definirei un romanzo notturno con molte cose negative ma anche qualche spiraglio di luce».
All'interno del volume tanti i riferimenti al mondo della politica, parte integrante del vivere comune e parte integrante della società, alla quale si può applicare anche il termine scelto per il titolo del volume: «Il mondo della politica è sempre feroce - dice ancora Lagioia - ferocia ed ipocrisia vanno di pari passo. E' raro che nella politica gli elettori vengano considerati effettivamente come cittadini e non semplicemente plebe, qualche eccezione potrà esser accaduta ai tempi di Di Vittorio. Ma normalmente si tratta di una lotta senza quartiere tra politici in cui non si punta tanto alla verità ma al consenso e questo atteggiamento è fatto nei confronti nostri, di noi elettori. Direi - conclude Lagioia - che non voglio essere retorico, perché penso che effettivamente i politici sono l'autobiografia della nazione».
Queste le parole di Nicola Lagioia, ospite nella Città di Andria all'interno dello Zenzero nella serata di venerdì, con un evento organizzato da Collettivo Famelico e Malearti con il Patrocinio del Comune di Andria, nell'ambito dell'iniziativa "On Writing" partita nelle scorse settimane: «Il clima che permea tutto il romanzo è proprio questo - ha detto ancora Lagioia durante la presentazione - denaro e marciume di una famiglia di palazzinari baresi, il pesce più grande che deve necessariamente mangiare il pesce più piccolo e poi, due figli, che si mettono a remare contro, due fratellastri che sono in grado di estirpare prima da loro stessi e poi dal contesto, questo sentire. Lo definirei un romanzo notturno con molte cose negative ma anche qualche spiraglio di luce».
All'interno del volume tanti i riferimenti al mondo della politica, parte integrante del vivere comune e parte integrante della società, alla quale si può applicare anche il termine scelto per il titolo del volume: «Il mondo della politica è sempre feroce - dice ancora Lagioia - ferocia ed ipocrisia vanno di pari passo. E' raro che nella politica gli elettori vengano considerati effettivamente come cittadini e non semplicemente plebe, qualche eccezione potrà esser accaduta ai tempi di Di Vittorio. Ma normalmente si tratta di una lotta senza quartiere tra politici in cui non si punta tanto alla verità ma al consenso e questo atteggiamento è fatto nei confronti nostri, di noi elettori. Direi - conclude Lagioia - che non voglio essere retorico, perché penso che effettivamente i politici sono l'autobiografia della nazione».