Nelle campagne tra Andria e Corato si abbatte il maltempo: grandine, trombe d'aria e nubifragi
E' il bilancio drammatico delle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici
domenica 5 luglio 2020
10.31
Ha colpito pesantemente anche il nord barese la furia degli elementi che ieri, sabato 4 luglio ha visto scatenarsi grandine, trombe d'aria e forti precipitazioni, tanto da danneggiare i raccolti agricoli.
La grandine, il forte vento con trombe d'aria e nubifragi si sono abbattuti purtroppo nelle ultime 24 come una furia tempestosa in Puglia, partendo dalla provincia di Taranto per poi spostarsi su tutto il territorio regionale, colpendo le campagne a macchia di leopardo e provocando danni ingenti. E' il bollettino stilato dai tecnici di Coldiretti Puglia che stanno verificando i danni nei campi, con ulivi spezzati, campi allagati, grano ed erba dei pascoli distrutta, tendoni strappati, frutta e verdura rovinate con il lavoro di un intero anno andato perduto nelle aziende agricole con danni incalcolabili.
"Non si è salvata nessuna provincia – denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – da nord a sud della regione, con i fenomeni più violenti a Taranto, Brindisi, Lecce e nel nord barese con nubifragi e chicchi di grandine grande come albicocche. Il 2020 è certamente un anno orribile per l'agricoltura pugliese, dove alla grave crisi di liquidità delle aziende agricole causata dall'emergenza Covid, si aggiungono i danni delle improvvise e letali ondate di maltempo che con grandinate, bombe d'acqua, gelate e trombe d'aria al loro passaggio restituiscono campi allagati, smottamenti e raccolti gravemente compromessi".
A Massafra con particolare intensità, ma anche a Castellaneta, Martina Franca, Manduria e Avetrana in provincia di Taranto, tra Francavilla e Carosino a Brindisi e in provincia di Bari tra Gravina e Altamura e nel nord barese tra Corato e Andria, e a Leverano sulla strada per Veglie la improvvisa ondata di maltempo ha allagato i campi e la violenta grandinata ha provocato gravi danni sui campi di grano e su vigneti di uva da tavola e da vino, sugli agrumi, mentre il vento forte ha spezzato i rami degli ulivi. Uno scenario apocalittico con un anno di lavoro degli agricoltori azzerato in pochi attimi.
E' il bilancio drammatico delle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici, dove l'eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, come accaduto nei primi 6 mesi del 2020 dove l'inverno bollente ha lasciato il posto ad una primavera pazza e si sono succeduti numerosi eventi estremi, secondo le elaborazioni su dati dell'European Severe Weather Database (ESWD), come 3 tornado di cui due in provincia di Bari e 1 in provincia di Lecce, 10 grandinate violente nel barese e sul Salento, 2 trombe d'aria nel barese e nel foggiano, frequenti nubifragi improvvisi, oltre alle nevicate di febbraio e le gravi gelate del 24 e 25 marzo scorsi.
La tempesta di piena estate conferma la tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una elevata frequenza di eventi estremi con manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. L'agricoltura – conclude la Coldiretti – è l'attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita in Italia di oltre 3 miliardi di euro nel corso del decennio.
D'altro canto il clima impazzito, ormai una costante in Puglia, determina – insiste Coldiretti Puglia – la maturazione precoce dei prodotti agricoli come mandorli e peschi in fiore a febbraio, mimose già pronte a dicembre e a gennaio, maturazione contemporanea degli ortaggi in autunno. Il caldo anomalo e le precipitazioni violente rischiano ormai ogni anno – conclude Coldiretti Puglia – di incrinare l'andamento del settore agricolo pugliese. L'andamento climatico impazzito, poi, si abbatte su un territorio fragile, dove 232 comuni su 258 (78%) è a rischio idrogeologico con diversa pericolosità idraulica e geomorfologica.
La grandine, il forte vento con trombe d'aria e nubifragi si sono abbattuti purtroppo nelle ultime 24 come una furia tempestosa in Puglia, partendo dalla provincia di Taranto per poi spostarsi su tutto il territorio regionale, colpendo le campagne a macchia di leopardo e provocando danni ingenti. E' il bollettino stilato dai tecnici di Coldiretti Puglia che stanno verificando i danni nei campi, con ulivi spezzati, campi allagati, grano ed erba dei pascoli distrutta, tendoni strappati, frutta e verdura rovinate con il lavoro di un intero anno andato perduto nelle aziende agricole con danni incalcolabili.
"Non si è salvata nessuna provincia – denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – da nord a sud della regione, con i fenomeni più violenti a Taranto, Brindisi, Lecce e nel nord barese con nubifragi e chicchi di grandine grande come albicocche. Il 2020 è certamente un anno orribile per l'agricoltura pugliese, dove alla grave crisi di liquidità delle aziende agricole causata dall'emergenza Covid, si aggiungono i danni delle improvvise e letali ondate di maltempo che con grandinate, bombe d'acqua, gelate e trombe d'aria al loro passaggio restituiscono campi allagati, smottamenti e raccolti gravemente compromessi".
A Massafra con particolare intensità, ma anche a Castellaneta, Martina Franca, Manduria e Avetrana in provincia di Taranto, tra Francavilla e Carosino a Brindisi e in provincia di Bari tra Gravina e Altamura e nel nord barese tra Corato e Andria, e a Leverano sulla strada per Veglie la improvvisa ondata di maltempo ha allagato i campi e la violenta grandinata ha provocato gravi danni sui campi di grano e su vigneti di uva da tavola e da vino, sugli agrumi, mentre il vento forte ha spezzato i rami degli ulivi. Uno scenario apocalittico con un anno di lavoro degli agricoltori azzerato in pochi attimi.
E' il bilancio drammatico delle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici, dove l'eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, come accaduto nei primi 6 mesi del 2020 dove l'inverno bollente ha lasciato il posto ad una primavera pazza e si sono succeduti numerosi eventi estremi, secondo le elaborazioni su dati dell'European Severe Weather Database (ESWD), come 3 tornado di cui due in provincia di Bari e 1 in provincia di Lecce, 10 grandinate violente nel barese e sul Salento, 2 trombe d'aria nel barese e nel foggiano, frequenti nubifragi improvvisi, oltre alle nevicate di febbraio e le gravi gelate del 24 e 25 marzo scorsi.
La tempesta di piena estate conferma la tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una elevata frequenza di eventi estremi con manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. L'agricoltura – conclude la Coldiretti – è l'attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita in Italia di oltre 3 miliardi di euro nel corso del decennio.
D'altro canto il clima impazzito, ormai una costante in Puglia, determina – insiste Coldiretti Puglia – la maturazione precoce dei prodotti agricoli come mandorli e peschi in fiore a febbraio, mimose già pronte a dicembre e a gennaio, maturazione contemporanea degli ortaggi in autunno. Il caldo anomalo e le precipitazioni violente rischiano ormai ogni anno – conclude Coldiretti Puglia – di incrinare l'andamento del settore agricolo pugliese. L'andamento climatico impazzito, poi, si abbatte su un territorio fragile, dove 232 comuni su 258 (78%) è a rischio idrogeologico con diversa pericolosità idraulica e geomorfologica.