Nasce ad Andria l'associazione antiracket. E' solo questione di giorni

Ambizioso progetto antiracket del noto imprenditore andriese Felice Gemiti insieme ad un folto gruppo di sostenitori. Insieme per sconfiggere la paura di denunciare

martedì 31 gennaio 2023 15.00
A cura di Luisa Sgarra
È un fenomeno molto diffuso di cui oggi si inizia finalmente a parlare, grazie soprattutto a coloro i quali hanno avuto il coraggio di denunciare. Tra questi il noto imprenditore andriese Felice Gemiti, vittima di due tentativi sequestri di persona, uno nel 2004 e l'ultimo nel 2013. Trasformando la sua terribile esperienza in azione di grande coraggio, quella di denunciare. E da qui l'idea di costituire, proprio partendo dalla città di Andria, il primo progetto antiracket, grazie all'unione di un gruppo di imprenditori locali e non, tra questi Felice G., per garantire la difesa della loro libera iniziativa imprenditoriale, per opporsi uniti al racket e resistere così alla criminalità organizzata.

«Il progetto è in fase di realizzazione -racconta Felice Gemiti-. Nella nostra valutazione ci sono due strade che stiamo imboccando: una potrebbe essere un'associazione che già esiste e che parte dalla Sicilia che comunque ha già le sue varie sedi un po' ovunque; oppure costituire una completamente ex novo. Questa è la nostra idea. In linea di massima ci siamo quasi arrivati. È una decisione che prenderemo massimo entro dieci giorni e si andrà a concretizzare»

Pare dunque sia solo una questione di giorni, a breve nascerà nella città di Andria quella che vuole essere la vera forza del movimento antiracket, ma soprattutto offrire alle tante vittime che ancora non denunciano un sicuro punto di riferimento e di appoggio su cui contare.

«Abbiamo notato che spesso le persone hanno paura di parlare anche solo con polizia o carabinieri, cosa assurda. Ma è così! Per cui diventa più facile andare a parlare con i banditi che con le forze dell'ordine – spiega Felice Gemiti promotore della costituenda associazione antiracket in Puglia - Per cui vogliamo creare una specie di ammortizzatore tra la vittima e le forze dell'ordine. Noi possiamo attutire il loro spavento, la loro perplessità e convincerli a collaborare con le istituzioni che aggiunge-. Vogliamo modificare questa mentalità e parallelamente a questo vogliamo fare sensibilizzazioni nelle scuole, perché quello che è importante sono i bambini. Perché se noi insegniamo loro un tipo di comportamento, da adulti sapranno bene come comportarsi. Organizzare l'attuale e preparare il futuro»

Pare inoltre che il fenomeno del sequestro di persone non sia solo circoscritto nella sesta provincia di Barletta Andria Trani, ma sia un fenomeno diffuso un po' in tutta la Puglia. Per questo l'idea è quella di far nascere una vera e propria un'associazione antiracket che coinvolge l'itera regione pronta a sconfiggere il male maggiore: la scarsa fiducia nelle istituzioni e quindi la mancata denuncia da parte delle vittime.

«Noi crediamo nella legalità -prosegue Felice Gemiti nonché Presidente della benemerita associazione "Amici per la Vita" e racconta - Siamo stati i primi sostenitori del progetto diocesano "Senza sbarre" di Don Riccardo Agresti e Don Vincenzo Giannelli. È un progetto lungimirante perché stiamo parlando dell'inserimento dei carcerati nel mondo del lavoro. Noi crediamo nella legalità e vogliamo anche investire. Siamo disposti a prenderli anche a lavorare queste persone»
Dunque la legalità come valore assoluto da portare avanti per creare anche nuove opportunità nel nostro territorio e avvicinare nuovi investimenti. Sono tra gli altri obiettivi che il noto imprenditore sogna di poter presto realizzare partendo proprio dalla sua amata città. E come più volte ribadito da soli non si va da nessuna parte, è necessario fare rete, forte anche dell'esperienza lavorativa vissuta per tanti anni all'estero.
«Ho cominciato lavorando e viaggiando molto. Nel girare all'esterno vedevo cose che da noi mancavano. Io mi chiedevo il perché. Faccio un esempio. Una volta a Lugano vidi un gruppo di persone che stava intorno ad una Ferrari e io incuriosito mi avvicinai e gli chiesi "Scusate non avete mai visto una Ferrari"? la risposta fu, noi ne abbiamo viste tante di Ferrari ma non l'abbiamo mai vista sul marciapiede. La Ferrari era, infatti di un italiano che andò in Svizzera e parcheggiò sul marciapiede. Per loro era una stranezza vedere la Ferrari parcheggiata in quel modo. Questo cosa significa? Educazione. Se noi siamo educati e ci rispettiamo l'uno con l'altro noi creiamo davvero un posto da sogno da vivere che già è bello per la sua natura».

Uno dei motivi principali per cui le vittime tendono ad omettere la denuncia nei confronti dei loro estorsori, spiega Felice è la paura. E a proposito di questo Felice G. dichiara «La paura non è tanto per me, ma per chi ci circonda, soprattutto è della famiglia che inizia ad aver paura di muoversi, paura di andare in giro. La paura diventa terrorismo. Ad esempio io ho avuto problemi che hanno inciso nella vita della mia famiglia. A me è capitato ben due volte 2004 e 2013 di essere sequestrato. In entrambe le situazioni ho sempre denunciato, ho scelto da subito di essere determinato. Ed è stato molto importante, avere le idee chiare. Perché se sei ibrido rischi di sbagliare»