Museo Diocesano "San Riccardo": riaprono le porte della cultura e della storia di Andria
Il responsabile Giovanni Lullo: «Un'opportunità per la città, abbiamo un patrimonio secolare di grandissimo valore»
lunedì 17 maggio 2021
10.44
Con l'allentamento delle restrizioni per la pandemia da covid-19, anche la cultura torna ad accogliere i visitatori. In particolare ad Andria, il Museo Diocesano "San Riccardo" ha riaperto le porte al pubblico da lunedì 10 maggio: la struttura è fruibile tutti i giorni, anche il sabato e la domenica, prenotando almeno un giorno prima della data scelta. Un'opportunità di grande valenza culturale: il Museo raccoglie infatti cimeli di storia civica e religiosa della città federiciana, presentandosi in una veste innovativa rispetto al passato.
La struttura è stata infatti inaugurata nuovamente solo negli ultimi anni, il 23 aprile 2019: traguardo di un percorso di ristrutturazione edilizia avviato, in prima fase, il 16 marzo 2006 e conclusosi il 10 marzo 2009, mentre una seconda fase dei lavori e allestimento museale ha avuto inizio il 12 dicembre 2016 per poi concludersi il 31 marzo 2019. Diretto oggi da mons. Giannicola Agresti, il Museo è stato istituito con Decreto vescovile del 20 maggio 1972 grazie alla volontà dell'allora vescovo mons. Giuseppe Lanave, che ha raccolto e conservato per la sua comunità un prezioso patrimonio, riconoscendone il valore artistico ma soprattutto di fede. «La riapertura del Museo – sottolinea il responsabile Giovanni Lullo – rappresenta un'opportunità per la città e la diocesi. Come istituzione, questo luogo è importantissimo per la ricomposizione e ridefinizione dell'identità di un territorio. Questa identità non è cristallizzata nel tempo ma si evolve continuamente. Andria ha un museo da pochissimo tempo ma un patrimonio secolare di grandissimo valore».
Distribuito su tre livelli, il Museo Diocesano "San Riccardo" raccoglie numerose opere significative della storia artistica e culturale della Chiesa andriese: l'Icona bizantineggiante della Madonna di Andria del XIII sec., l'Altare portatile di San Gregorio del XII sec. e il busto marmoreo di Francesco II del Balzo, solo per citarne alcune. Il percorso museale inizia al primo piano dove sono ubicate nove sale di diverse dimensioni che in totale sviluppano una superficie espositiva di circa 400 mq. Il secondo piano è costituito da una superficie espositiva di 240 mq che comprende anche un archivio e un ufficio didattico. Nella sua ricchezza, il Museo raccoglie non solo testimonianze religiose ma anche pezzi di storia della città di Andria, come spiega il responsabile Giovanni Lullo: «Lo dico sempre quando accompagno i visitatori, – sottolinea Lullo – il Museo "San Riccardo" non è solo diocesano ma è anche civico, è il museo della città di Andria. Questo luogo contiene infatti bellissime testimonianze che permettono di ricostruire la storia della città».
Quest'anno, inoltre, il Museo Diocesano apre ancora di più le porte al territorio avendo aderito per la prima volta alle Giornate FAI di sabato 15 e domenica 16 maggio, un'occasione per conoscere l'inestimabile patrimonio culturale dell'Italia. Un'opportunità che coinvolge in prima persona anche le giovani generazioni: a condurre i visitatori nel Museo sono stati infatti gli studenti dell'IISS "Colasanto" di Andria. «Anche in questo caso – spiega Lullo - si tratta di una bellissima opportunità di collaborazione con il territorio, il FAI è un'importante realtà di promozione e salvaguardia del patrimonio artistico, culturale e ambientale. Questo evento va a dimostrare che una o più istituzioni si aprono al territorio coinvolgendo attivamente la comunità».
La struttura è stata infatti inaugurata nuovamente solo negli ultimi anni, il 23 aprile 2019: traguardo di un percorso di ristrutturazione edilizia avviato, in prima fase, il 16 marzo 2006 e conclusosi il 10 marzo 2009, mentre una seconda fase dei lavori e allestimento museale ha avuto inizio il 12 dicembre 2016 per poi concludersi il 31 marzo 2019. Diretto oggi da mons. Giannicola Agresti, il Museo è stato istituito con Decreto vescovile del 20 maggio 1972 grazie alla volontà dell'allora vescovo mons. Giuseppe Lanave, che ha raccolto e conservato per la sua comunità un prezioso patrimonio, riconoscendone il valore artistico ma soprattutto di fede. «La riapertura del Museo – sottolinea il responsabile Giovanni Lullo – rappresenta un'opportunità per la città e la diocesi. Come istituzione, questo luogo è importantissimo per la ricomposizione e ridefinizione dell'identità di un territorio. Questa identità non è cristallizzata nel tempo ma si evolve continuamente. Andria ha un museo da pochissimo tempo ma un patrimonio secolare di grandissimo valore».
Distribuito su tre livelli, il Museo Diocesano "San Riccardo" raccoglie numerose opere significative della storia artistica e culturale della Chiesa andriese: l'Icona bizantineggiante della Madonna di Andria del XIII sec., l'Altare portatile di San Gregorio del XII sec. e il busto marmoreo di Francesco II del Balzo, solo per citarne alcune. Il percorso museale inizia al primo piano dove sono ubicate nove sale di diverse dimensioni che in totale sviluppano una superficie espositiva di circa 400 mq. Il secondo piano è costituito da una superficie espositiva di 240 mq che comprende anche un archivio e un ufficio didattico. Nella sua ricchezza, il Museo raccoglie non solo testimonianze religiose ma anche pezzi di storia della città di Andria, come spiega il responsabile Giovanni Lullo: «Lo dico sempre quando accompagno i visitatori, – sottolinea Lullo – il Museo "San Riccardo" non è solo diocesano ma è anche civico, è il museo della città di Andria. Questo luogo contiene infatti bellissime testimonianze che permettono di ricostruire la storia della città».
Quest'anno, inoltre, il Museo Diocesano apre ancora di più le porte al territorio avendo aderito per la prima volta alle Giornate FAI di sabato 15 e domenica 16 maggio, un'occasione per conoscere l'inestimabile patrimonio culturale dell'Italia. Un'opportunità che coinvolge in prima persona anche le giovani generazioni: a condurre i visitatori nel Museo sono stati infatti gli studenti dell'IISS "Colasanto" di Andria. «Anche in questo caso – spiega Lullo - si tratta di una bellissima opportunità di collaborazione con il territorio, il FAI è un'importante realtà di promozione e salvaguardia del patrimonio artistico, culturale e ambientale. Questo evento va a dimostrare che una o più istituzioni si aprono al territorio coinvolgendo attivamente la comunità».