Morte di Paola Clemente, indagato il tarantino autista del bus

Procuratore Capristo: «Sul fenomeno del caporalato muro di gomma»

mercoledì 19 agosto 2015 18.16
A cura di Stefano Massaro
E' l'autista del bus che ha condotto Paola Clemente ed altri braccianti tra cui Arcangelo, in lotta a Potenza tra la vita e la morte, il primo indagato della Procura della Repubblica di Trani nel fascicolo d'inchiesta aperto per chiarire le cause del decesso della bracciante 49enne di San Giorgio Jonico. Nell'indagine si ipotizzano i reati di omicidio colposo ed omissione di soccorso. L'indagato è il tarantino Ciro Grassi, indicato nella querela, presentata dal marito di Paola Clemente, come colui che ha organizzato la squadra.

«Sul fenomeno del caporalato c'è un muro di gomma. La gente non collabora, preferisce guadagnare pochi spiccioli anziché collaborare alle nostre indagini finalizzate a debellare il fenomeno». Sono state le dure affermazioni del procuratore della Repubblica di Trani, Carlo Maria Capristo, che promette: «L'indagine affidata al pm Alessandro Pesce sulla morte di Paola Clemente, la bracciante 49enne morta il 13 luglio nelle campagne di Andria, andrà a fondo e darà giustizia alla famiglia della vittima».

Sull'argomento doppio intervento anche della politica regionale. Il Senatore Dario Stefàno chiede più controlli ed una commissione di inchiesta sul caporalato: «Il caporalato va affrontato su più fronti, anche su quello dei controlli del trasporto dei lavoratori, per provare a debellarlo definitivamente. Per questo ho condiviso oggi con il prefetto di Bari la necessità di un'intensificazione dei controlli dei mezzi di trasporto con cui la manodopera, perlopiù straniera, viene accompagnata nei campi di Puglia. I controlli devono produrre una più capillare identificazione degli addetti al trasporto degli uomini e delle donne che lavorano nei nostri campi – prosegue Stefàno, che nei giorni scorsi ha proposto al Senato l'istituzione di una Commissione d'inchiesta parlamentare dedicata al fenomeno del caporalato – anche attraverso un maggiore coinvolgimento dei sindaci dei comuni pugliesi, affinchè segnalino notizie a loro conoscenza, come i luoghi di ritrovo, i mezzi usati o altre informazioni che possano rivelarsi utili».

Nel pomeriggio intervento anche del capogruppo PD alla Regione Puglia Michele Mazzarano: «Il caporalato è barbarie e morte, per sconfiggerlo serve una reazione forte. Non si può rimanere imbelli di fronte ad una simile tragedia umana e civile. La Regione Puglia si costituisca parte civile nel processo sulla morte di Paola Clemente e sulla morte e lo sfruttamento dei nuovi martiri del lavoro. La morte di una donna, che per 27 Euro deve lavorare in condizioni disumane sotto tendoni asfissianti e percorrere 300 chilometri di strada al giorno, non può essere accettata a cuor leggero o, peggio ancora, considerata la implicita conseguenza di una povertà crescente. Serve una dura reazione civile ed istituzionale perché i caporali si sentano perseguitati e minacciati. Al signor Arcuri, marito di Paola, va la vicinanza e il sostegno mio e del gruppo consiliare del Pd alla Regione Puglia».