Montaruli: «Andria in pre-dissesto, si dispensa dalle visite»
«Dal penultimo consiglio comunale fino a quello di approvazione del Piano, tutto accaduto nella totale segretezza»
lunedì 3 dicembre 2018
13.15
«Andria, si è concluso il primo passaggio, quello praticamente formale e meramente numerico, di approvazione del P.R.F. del comune di Andria, che dovrà ora essere o meno approvato della Corte dei Conti, dopo essere stato trasmesso al MEF». Lo afferma in un intervento stampa Savino Montaruli, Presidente di Unimpresa Bat, dell'associazione "Io ci Sono!" e componente eletto della 1^, 3^ e 4^ Consulta della città di Andria.
«Un funerale celebrato in "famiglia", si potrebbe dire, vista l'assoluta segretezza di quanto accaduto in tutta la fase preparatoria, dal penultimo consiglio comunale fino a quello di approvazione del Piano. Un funerale al quale, però, ad essere assenti sono stati proprio i protagonisti principali della "manovrina di Palazzo" cioè i Cittadini. Assenti per distrazione, per menefreghismo ma anche per essere stati, ancora una volta, maltrattati dalla politica locale e feriti nel loro orgoglio. In verità anche l'intero mondo associazionistico locale e persino le quattro Consulte, che per legge e per Statuto hanno compiti istituzionali così importanti, sono state completamente ignorate. Un Piano di Riequilibrio Finanziario, dunque, che se non dovesse passare l'esame della Corte dei Conti significherebbe conclamare un definitivo Dissesto Finanziario che in realtà è già nei fatti altrimenti non si spiegherebbe perché la città sia completamente bloccata e lo sarà nei prossimi anni. Una città ogni giorno alla ricerca delle briciole con nuovi personaggi paladini della cultura del risparmio e della sottocultura dell' "accontentiamoci che non ci possiamo fare niente".
Eppure gli assenti allo storico funerale della città federiciana avrebbero semplicemente voluto capire, conoscere, sapere quali siano state la reali cause del decesso ma quel morto non può più parlare e i parenti stretti hanno la bocca cucita. Saranno forse le indagini postume e l'autopsia sul cadavere a far scoprire le cause della morte violenta ma fino ad allora pare che l'attenzione si sia già riversata su altro: sul ritorno, dopo l'idillio temporaneo che ha portato tutti insieme al riconoscimento del cadavere, alle beghe mediatiche tra i duellanti che, con l'ingresso dei nuovi vecchi personaggi in naftalina, diventano sempre più numerosi e sempre di più lo saranno di qui al 2020, se durerà questa consiliatura, o molto ma molto prima se si decidesse di consegnare le chiavi del Palazzo ad un Commissario Prefettizio che darebbe finalmente dignità all'Ente facendo peraltro risparmiare moltissimi costi reali per il mantenimento attuale di tutti gli iscritti ai vari Club che avrebbero dovuto governare e ben amministrare questa splendida città, ormai irriconoscibile nella sua identità e nella sua essenza.
I Cittadini devono essere distratti quindi il pettegolezzo giornalistico, esattamente come le migliori fiction tv, deve prendere il sopravvento sul mondo reale che è quello delle imprese che vedranno e già stanno vedendo raddoppiare i costi di gestione per il sol fatto di avere la sfortuna di essere localizzate ad Andria; degli studenti che ancora non riescono a comprendere le ragioni della violenza subita e credono di essere loro, anime innocenti, i colpevoli di tutto; dei cittadini, soprattutto giovani, che stanno decidendo di trasferire la propria residenza altrove per sottrarsi alle violenze pubbliche che si stanno predisponendo al prosciugamento di quel che è rimasto nei risparmi familiari; dei liberi professionisti, degli artigiani e di tutti coloro che continuano ad essere ed a fare gli spettatori malinconici disposti ad accettare tutto e il tutto. Nessuna reazione, invece, dal mondo parapolitcalsindacale asservito che ha avuto il compito di continuare a suonare mentre la nave è già posata sul fondo del mare. Il rito funebre si sta consumando e fra poco il morto sarà tumulato in uno dei tanti cassetti segreti di Palazzo; quei cassetti che nessuno degli attori e delle comparse del Teatro San Francesco vorrebbe mai consegnare nelle mani di un Commissario che dovrebbe necessariamente aprirli. Una preghiera, un discorso commemorativo letto da chi pur di indossare una fascia tricolore temporanea cambia completamente idea sui carnefici da un giorno all'altro, santificandoli dopo averli massacrati, ma solo per entrare nel "giro magico".
Tutto come nella più esemplare delle commedie. Una commedia però già vista molte volte ma che ad ogni replica assume nuova veste tranne quella dei protagonisti principali e dei registi che, pur cambiando spesso bandiera, restano gli stessi. Sempre quelli, ogni giorno a dimostrare l'un l'altro chi ce l'ha più lungo, il titolo di giornale, perché a costoro è rimasto solo quello».
«Un funerale celebrato in "famiglia", si potrebbe dire, vista l'assoluta segretezza di quanto accaduto in tutta la fase preparatoria, dal penultimo consiglio comunale fino a quello di approvazione del Piano. Un funerale al quale, però, ad essere assenti sono stati proprio i protagonisti principali della "manovrina di Palazzo" cioè i Cittadini. Assenti per distrazione, per menefreghismo ma anche per essere stati, ancora una volta, maltrattati dalla politica locale e feriti nel loro orgoglio. In verità anche l'intero mondo associazionistico locale e persino le quattro Consulte, che per legge e per Statuto hanno compiti istituzionali così importanti, sono state completamente ignorate. Un Piano di Riequilibrio Finanziario, dunque, che se non dovesse passare l'esame della Corte dei Conti significherebbe conclamare un definitivo Dissesto Finanziario che in realtà è già nei fatti altrimenti non si spiegherebbe perché la città sia completamente bloccata e lo sarà nei prossimi anni. Una città ogni giorno alla ricerca delle briciole con nuovi personaggi paladini della cultura del risparmio e della sottocultura dell' "accontentiamoci che non ci possiamo fare niente".
Eppure gli assenti allo storico funerale della città federiciana avrebbero semplicemente voluto capire, conoscere, sapere quali siano state la reali cause del decesso ma quel morto non può più parlare e i parenti stretti hanno la bocca cucita. Saranno forse le indagini postume e l'autopsia sul cadavere a far scoprire le cause della morte violenta ma fino ad allora pare che l'attenzione si sia già riversata su altro: sul ritorno, dopo l'idillio temporaneo che ha portato tutti insieme al riconoscimento del cadavere, alle beghe mediatiche tra i duellanti che, con l'ingresso dei nuovi vecchi personaggi in naftalina, diventano sempre più numerosi e sempre di più lo saranno di qui al 2020, se durerà questa consiliatura, o molto ma molto prima se si decidesse di consegnare le chiavi del Palazzo ad un Commissario Prefettizio che darebbe finalmente dignità all'Ente facendo peraltro risparmiare moltissimi costi reali per il mantenimento attuale di tutti gli iscritti ai vari Club che avrebbero dovuto governare e ben amministrare questa splendida città, ormai irriconoscibile nella sua identità e nella sua essenza.
I Cittadini devono essere distratti quindi il pettegolezzo giornalistico, esattamente come le migliori fiction tv, deve prendere il sopravvento sul mondo reale che è quello delle imprese che vedranno e già stanno vedendo raddoppiare i costi di gestione per il sol fatto di avere la sfortuna di essere localizzate ad Andria; degli studenti che ancora non riescono a comprendere le ragioni della violenza subita e credono di essere loro, anime innocenti, i colpevoli di tutto; dei cittadini, soprattutto giovani, che stanno decidendo di trasferire la propria residenza altrove per sottrarsi alle violenze pubbliche che si stanno predisponendo al prosciugamento di quel che è rimasto nei risparmi familiari; dei liberi professionisti, degli artigiani e di tutti coloro che continuano ad essere ed a fare gli spettatori malinconici disposti ad accettare tutto e il tutto. Nessuna reazione, invece, dal mondo parapolitcalsindacale asservito che ha avuto il compito di continuare a suonare mentre la nave è già posata sul fondo del mare. Il rito funebre si sta consumando e fra poco il morto sarà tumulato in uno dei tanti cassetti segreti di Palazzo; quei cassetti che nessuno degli attori e delle comparse del Teatro San Francesco vorrebbe mai consegnare nelle mani di un Commissario che dovrebbe necessariamente aprirli. Una preghiera, un discorso commemorativo letto da chi pur di indossare una fascia tricolore temporanea cambia completamente idea sui carnefici da un giorno all'altro, santificandoli dopo averli massacrati, ma solo per entrare nel "giro magico".
Tutto come nella più esemplare delle commedie. Una commedia però già vista molte volte ma che ad ogni replica assume nuova veste tranne quella dei protagonisti principali e dei registi che, pur cambiando spesso bandiera, restano gli stessi. Sempre quelli, ogni giorno a dimostrare l'un l'altro chi ce l'ha più lungo, il titolo di giornale, perché a costoro è rimasto solo quello».