“Mio marito prima giudicato untore, ora può salvare una vita”. Lo sfogo di Maria su Facebook
La testimonianza di una nostra concittadina sulle difficoltà che ha dovuto subire durante il contagio di suo marito
martedì 17 novembre 2020
17.14
"Era il 4 aprile quando il nostro incubo ebbe inizio, abbiamo conosciuto il Covid come il più spietato dei nemici, ci ha messi k.o. tutti....il più grave lui mio marito...mentre lui era in ospedale e lottava per vivere, le nostre foto giravano sui social come degli untori che andavano in giro ad infettare, cosa mai fatta, siamo stati trattati come degli appestati, per mesi anche dopo aver superato la malattia" – inizia così la testimonianza di una nostra concittadina di nome Maria che, affidandosi ad un post pubblicato poi sui social, descrive con rammarico i momenti di patimento che ha dovuto subire insieme alla sua famiglia a causa dell'emergenza sanitaria.
Ma non è tutto. Le sue parole lentamente si impregnano di un altro colore, quello della rabbia quando pensa al modo in cui la sua famiglia è stata trattata dai suoi concittadini non appena hanno saputo del contagio di suo marito "Abbiamo sofferto la sofferenza della malattia che ci ha causato, la sofferenza psicologica della solitudine, combattendo oltre un mostro anche la cattiveria ed ignoranza" – prosegue – "Oggi i ruoli si sono invertiti, Andria è piena di untori, quelli veri, quelli che stanno male e tacciono, quelli che hanno positivi tra i contatti e non si dichiarano, quelli positivi che pensano di essere furbi ed escono a fare la spesa. Siamo pieni di questa gente che sta mettendo in ginocchio la città facendo diffondere il virus senza un briciolo di umanità, per di più deboli, gli anziani, gli ammalati, per i medici, infermieri, oss che vivono in prima linea questo incubo per salvare vite umane".
Oggi il riscatto, poiché nonostante le difficoltà e gli insulti ricevuti, suo marito guarito dal Covid ha donato, in questi giorni, il siero con gli anticorpi contro il virus per aiutare i pazienti che stanno lottando contro il Covid: "Mio marito per la seconda volta ha donato il plasma....questo è il nostro riscatto....oggi quel appestato può salvare una vita nonostante tutto".
Dunque la donazione del plasma di suo marito per aiutare gli infetti a superare la malattia è stato un momento di grande soddisfazione per la signora Maria, consapevole anche che far parte di quel circolo virtuoso dove ciascuno può fare la propria parte non può che amplificare il bene comune.
Ma non è tutto. Le sue parole lentamente si impregnano di un altro colore, quello della rabbia quando pensa al modo in cui la sua famiglia è stata trattata dai suoi concittadini non appena hanno saputo del contagio di suo marito "Abbiamo sofferto la sofferenza della malattia che ci ha causato, la sofferenza psicologica della solitudine, combattendo oltre un mostro anche la cattiveria ed ignoranza" – prosegue – "Oggi i ruoli si sono invertiti, Andria è piena di untori, quelli veri, quelli che stanno male e tacciono, quelli che hanno positivi tra i contatti e non si dichiarano, quelli positivi che pensano di essere furbi ed escono a fare la spesa. Siamo pieni di questa gente che sta mettendo in ginocchio la città facendo diffondere il virus senza un briciolo di umanità, per di più deboli, gli anziani, gli ammalati, per i medici, infermieri, oss che vivono in prima linea questo incubo per salvare vite umane".
Oggi il riscatto, poiché nonostante le difficoltà e gli insulti ricevuti, suo marito guarito dal Covid ha donato, in questi giorni, il siero con gli anticorpi contro il virus per aiutare i pazienti che stanno lottando contro il Covid: "Mio marito per la seconda volta ha donato il plasma....questo è il nostro riscatto....oggi quel appestato può salvare una vita nonostante tutto".
Dunque la donazione del plasma di suo marito per aiutare gli infetti a superare la malattia è stato un momento di grande soddisfazione per la signora Maria, consapevole anche che far parte di quel circolo virtuoso dove ciascuno può fare la propria parte non può che amplificare il bene comune.