Minoranze alla carica: oltre 7mila firme per chiedere la revisione del TARES

Conferenza stamane a Palazzo di Città: richieste dimissioni, consiglio comunale e modifiche

giovedì 20 febbraio 2014 13.46
A cura di Stefano Massaro
«Bisogna rivedere l'applicazione del Tares e tornare a dare un ruolo democratico al Consiglio Comunale nonché dimettersi subito e tornare alle urne in città». I concetti espressi dalla portavoce delle minoranze a Palazzo di Città, Giovanna Bruno del Movimento Andria 3, calcano la mano sulla ampia partecipazione popolare alla mozione che ha raccolto tra i cittadini oltre 7.000 firme (Articolo di venerdì 14 febbraio) per chiedere una revisione del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi per l'anno 2013. Al termine del conteggio, infatti, sono stati molti di più degli iniziali 5.000 cittadini, e questa mattina sono stati presentati i dati e la proposta di deliberazione che le minoranze hanno protocollato proprio contestualmente alla conferenza stampa.

Conferenza Stampa Palazzo di Città minoranze
Conferenza Stampa Palazzo di Città minoranze
Conferenza Stampa Palazzo di Città minoranze
Conferenza Stampa Palazzo di Città minoranze

Tecnicamente i 13 consiglieri di opposizione chiedono all'attuale amministrazione comunale di riconoscere gli errori contenuti negli avvisi di pagamento del TARES inviati ai cittadini anche a causa di un ritardo nella comunicazione e la sostanziale impossibilità per i contribuenti di procedere all'esatta determinazione del tributo, di non considerare eventuali sanzioni di pagamento posticipato sino al 30 settembre 2014, e di conseguenza rimettere al lavoro gli uffici comunali per rideterminare la misura degli avvisi di pagamento con l'applicazione di riduzioni e detassazioni di superfici nonché rimborsare i cittadini che hanno già pagato in misura superiore al dovuto lo stesso tributo. Al vaglio anche una possibile Class Action che vedrebbe coinvolti tutti gli oltre 7mila firmatari della mozione contro il tributo stesso.

Ma il dato sul quale ci si è soffermati particolarmente è quello politico che contiene richieste ben più delicate: «Abbiamo più volte ribadito in consiglio comunale - ha proseguito Giovanna Bruno - che il bando sui rifiuti ci sembrava particolarmente azzardato ed ora le carte dicono che lo stesso bando è in odore di mafia. Prima di esporre ulteriormente l'ente a problemi di tipo ancor più grave, come un eventuale commissariamento nel caso di scioglimento, è necessario che l'amministrazione comunale faccia un deciso passo indietro entro il 24 febbraio data sino alla quale potremmo ancora ridare la parola ai cittadini a maggio. Noi delle minoranze - ha proseguito Giovanna Bruno - non abbiamo più possibilità di esporre i nostri atti che ormai giacciono senza risposte su qualche scrivania. I Consigli Comunali non ci sono dal 14 dicembre scorso e la necessità, di discutere e di riportare la democrazia nel proprio luogo naturale, è ormai a livelli altissimi. Noi continueremo questa battaglia per il bene della comunità e per far sì che le istanze dei cittadini possano esser portate a Palazzo di Città. Non è possibile - ha concluso Giovanna Bruno - che i problemi interni alla maggioranza abbiano completamente bloccato l'attività amministrativa e la vita decisionale di questa grande città ormai nuovamente accostata al malaffare ed alle tangenti».