Migranti: accoglienza e condivisione della parrocchia Gesù Crocifisso
Alcune famiglie hanno ospitato i fratelli migranti nelle proprie case
sabato 1 aprile 2017
«Venite, benedetti del Padre mio…, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi». Mt 25,34-37
Per questa Quaresima, 2017, il Consiglio Pastorale della Parrocchia Gesù Crocifisso, della Diocesi di Andria il cui parroco è Don Cosimo Sgaramella, si è interrogato sulla modalità concreta di accoglienza nei confronti di quanti "approdano" sulla terra del nostro Bel Paese, i richiedenti protezione internazionale: "profughi e rifugiati", che vivono nella Città di Andria, accolti dalla Comunità Migrantesliberi, e che ogni giorno incrociamo lungo le vie e le periferie. Incontri umani che ci interpellano e sollecitano a non essere indifferenti e a guardare la realtà dei nuovi fenomeni sociali senza essere prevenuti o ancora meglio ad ostacolarli con rabbia e ipocrisia farisaica.
Questo invito rivolto, alla Comunità parrocchiale, si è concretizzato con la volontà di tante famiglie, che hanno aperto le porte delle proprie abitazioni per condividere con quelle persone chiamate con l'appellativo "neri" il pranzo e provare a tessere relazioni, che potrebbero facilitare lo scambio interculturale e la sana convivenza civile. La proposta è stata presentata alla Comunità Migrantesliberi che accoglie quotidianamente uomini e donne senza distinzione di età, etnia e colore in Case Famiglie presenti sull'intero territorio rendendosi disponibile alla richiesta e a questo percorso di interazione umana, sociale e religiosa.
Le famiglie che hanno accolto prontamente la proposta, frutto di un cammino di condivisione, riflessione e pratica al principio solidale dell'accoglienza, si ritroveranno per celebrare insieme l'Eucaristia, Domenica 2 aprile 2017 alle ore 11.30 a cui parteciperanno anche gli "gli ospiti". Dopo la Messa alcuni migranti, ospiti delle Case di Accoglienza: Gandhi, Bakhita e Aylan presenti nella Città di Andria, si recheranno presso le mura domestiche delle famiglie, che si sono resi disponibile nella convivialità a servire e porgere con calore umano il pranzo domenicale.
Alle 15.30, tutti assieme, si ritroveranno presso il cortile parrocchiale per condividere il momento del caffè e gustare i dolci preparati da ciascuna famiglia. L'iniziativa vuol essere un "primo gesto" di accoglienza con la speranza che non rimanga isolato solo a questo tempo Quaresimale, ma che possa essere da esempio per tutta la comunità parrocchiale e perché no possa estendersi a tutta la comunità diocesana e cittadina.
Afferma don Geremia Acri, responsabile di Casa Accoglienza S. Maria Goretti: «La paura del diverso, del nero, dello straniero è un sentimento innato e naturale che può essere superata soltanto liberando il cuore e la testa da chiusure preconcette e aprendosi all'ascolto e all'incontro. Una sana e consapevole accoglienza non può prescindere da un'approfondita conoscenza dell'altro e delle cause del fenomeno migratorio. L'altro non è un nemico da abbattere: è un dono. È tempo di ricordare quanto affermava, anche, Kant: "Agisci in modo tale da trattare l'umanità in te e negli altri mai come mezzo ma sempre come fine." È, anche, vitale chiedersi, sempre, comunque e nonostante tutto le conseguenze e gli effetti del mio agire sull'altro, perché io sono anche l'altro e l'altro è l'altra parte di me».
Per questa Quaresima, 2017, il Consiglio Pastorale della Parrocchia Gesù Crocifisso, della Diocesi di Andria il cui parroco è Don Cosimo Sgaramella, si è interrogato sulla modalità concreta di accoglienza nei confronti di quanti "approdano" sulla terra del nostro Bel Paese, i richiedenti protezione internazionale: "profughi e rifugiati", che vivono nella Città di Andria, accolti dalla Comunità Migrantesliberi, e che ogni giorno incrociamo lungo le vie e le periferie. Incontri umani che ci interpellano e sollecitano a non essere indifferenti e a guardare la realtà dei nuovi fenomeni sociali senza essere prevenuti o ancora meglio ad ostacolarli con rabbia e ipocrisia farisaica.
Questo invito rivolto, alla Comunità parrocchiale, si è concretizzato con la volontà di tante famiglie, che hanno aperto le porte delle proprie abitazioni per condividere con quelle persone chiamate con l'appellativo "neri" il pranzo e provare a tessere relazioni, che potrebbero facilitare lo scambio interculturale e la sana convivenza civile. La proposta è stata presentata alla Comunità Migrantesliberi che accoglie quotidianamente uomini e donne senza distinzione di età, etnia e colore in Case Famiglie presenti sull'intero territorio rendendosi disponibile alla richiesta e a questo percorso di interazione umana, sociale e religiosa.
Le famiglie che hanno accolto prontamente la proposta, frutto di un cammino di condivisione, riflessione e pratica al principio solidale dell'accoglienza, si ritroveranno per celebrare insieme l'Eucaristia, Domenica 2 aprile 2017 alle ore 11.30 a cui parteciperanno anche gli "gli ospiti". Dopo la Messa alcuni migranti, ospiti delle Case di Accoglienza: Gandhi, Bakhita e Aylan presenti nella Città di Andria, si recheranno presso le mura domestiche delle famiglie, che si sono resi disponibile nella convivialità a servire e porgere con calore umano il pranzo domenicale.
Alle 15.30, tutti assieme, si ritroveranno presso il cortile parrocchiale per condividere il momento del caffè e gustare i dolci preparati da ciascuna famiglia. L'iniziativa vuol essere un "primo gesto" di accoglienza con la speranza che non rimanga isolato solo a questo tempo Quaresimale, ma che possa essere da esempio per tutta la comunità parrocchiale e perché no possa estendersi a tutta la comunità diocesana e cittadina.
Afferma don Geremia Acri, responsabile di Casa Accoglienza S. Maria Goretti: «La paura del diverso, del nero, dello straniero è un sentimento innato e naturale che può essere superata soltanto liberando il cuore e la testa da chiusure preconcette e aprendosi all'ascolto e all'incontro. Una sana e consapevole accoglienza non può prescindere da un'approfondita conoscenza dell'altro e delle cause del fenomeno migratorio. L'altro non è un nemico da abbattere: è un dono. È tempo di ricordare quanto affermava, anche, Kant: "Agisci in modo tale da trattare l'umanità in te e negli altri mai come mezzo ma sempre come fine." È, anche, vitale chiedersi, sempre, comunque e nonostante tutto le conseguenze e gli effetti del mio agire sull'altro, perché io sono anche l'altro e l'altro è l'altra parte di me».