Matera e Andria: città così vicine, ma destini profondamente diversi
Prof. Suriano: "Le due città sono Patrimonio dell'Unesco rispettivamente per i Sassi e il Castel del Monte"
domenica 8 gennaio 2017
"In tutto il mondo Matera è nota come la città dei "Sassi". Sono due i quartieri antichi: il Sasso Barisano e il Sasso Caveoso. Case scavate nel tufo abbarbicate lungo le ripide pareti della montagna. Civiltà rupestre antichissima presente in tutto il Sud europeo mediterraneo. Per secoli, in codeste case-grotte dimorarono i pastori e i braccianti della Lucania. La Matera moderna nacque solo nell'Ottocento. I Sassi furono abbandonati, ma non abbattuti né demoliti. E oggi rappresentano la testimonianza della civiltà contadina del tempo che fu".
Secondo il prof. Riccardo Suriano, docente di lettere e studioso della storia locale: "In tutto il mondo (almeno si spera!) Andria è nota grazie a Castel del Monte, il "colosseo" del medioevo, il bel maniero ottagonale voluto da Federico II di Svevia, imperatore. Un dono alla nostra città per la sua granitica fedeltà al "Puer Apuliae", durante le lotte sanguinose e violente tra lo stesso Federico II e i signori feudatari tedeschi e le città ribelli della Lega lombarda. Nel 1996 Matera divenne patrimonio mondiale dell'UNESCO. Castel del Monte nel 1993... Come due atleti che partono insieme al segnale dello start ma subito si crea la differenza tra i due: vola chi è più forte, arranca, fa fatica e resta indietro chi è più debole. Così Matera e Andria. Matera prende il volo: una intensa attività di recupero, di restauro, di valorizzazione, di riuso dei Sassi esplode. Erano abbandonati, ora invece si ripopolano di gente d'ogni età e d'ogni condizione. Si aprono numerose botteghe artigiane. Si trasferiscono negozi d'ogni genere. Aprono numerose gallerie d'arte. Si organizzano incontri, convegni, tavole rotonde nazionali e internazionali. Si girano film nazionali e internazionali (come "Passion" di Mel Gibson). Il volto di Matera cambia: i Materani stessi diventano più attivi, più intraprendenti, più orgogliosi di se stessi. Cresce l'autostima e crescono tutti i materani. Di contro, dopo la consacrazione dell'UNESCO cosa succede in Andria?
La situazione non cambia. La città è rimasta al palo - prosegue Suriano -, come si dice in gergo sportivo. Andria non è mai partita di forza e coraggio per raggiungere livelli ambiziosi. La classe politica si è bloccata al titolo di Castel del Monte patrimonio mondiale dell'UNESCO. Forse qualche segnaletica stradale in più, null'altro. Nulla è stato mosso perchè Castel del Monte e Andria diventassero mèta del turismo nazionale e internazionale. Diciamo la verità: tutti sappiamo di che cosa si sono occupate la vecchia e la nuova classe politica. La preoccupazione maggiore è stata il tentativo di accaparrarsi della gestione dell'area di parcheggio ai piedi di Castel del Monte.
Matera e Andria: che differenza! Due città, due opposti destini! Senza dubbio più lungimirante la città di Matera: è stata capace di trasformare i "Sassi" tanto da renderli degni del titolo conquistato. Dirò di più: il capoluogo lucano è stato eletto capitale europea della cultura, battendo città del valore di Assisi, Siena, e persino Lecce.
Così lontana, immobile, spenta la nostra città! Il titolo dell'UNESCO non basta! Occorrono opere, provvedimenti, interventi concreti di chi amministra la città. Purtroppo siamo alle solite: la cultura non si vende, né si acquista al supermercato. La cultura si acquista con lo studio serio e tenace, l'impegno costante e duraturo, le competenze e le abilità specifiche, con la passione e l'orgoglio della propria terra d'origine. Questa è la sorte di Andria".
Secondo il prof. Riccardo Suriano, docente di lettere e studioso della storia locale: "In tutto il mondo (almeno si spera!) Andria è nota grazie a Castel del Monte, il "colosseo" del medioevo, il bel maniero ottagonale voluto da Federico II di Svevia, imperatore. Un dono alla nostra città per la sua granitica fedeltà al "Puer Apuliae", durante le lotte sanguinose e violente tra lo stesso Federico II e i signori feudatari tedeschi e le città ribelli della Lega lombarda. Nel 1996 Matera divenne patrimonio mondiale dell'UNESCO. Castel del Monte nel 1993... Come due atleti che partono insieme al segnale dello start ma subito si crea la differenza tra i due: vola chi è più forte, arranca, fa fatica e resta indietro chi è più debole. Così Matera e Andria. Matera prende il volo: una intensa attività di recupero, di restauro, di valorizzazione, di riuso dei Sassi esplode. Erano abbandonati, ora invece si ripopolano di gente d'ogni età e d'ogni condizione. Si aprono numerose botteghe artigiane. Si trasferiscono negozi d'ogni genere. Aprono numerose gallerie d'arte. Si organizzano incontri, convegni, tavole rotonde nazionali e internazionali. Si girano film nazionali e internazionali (come "Passion" di Mel Gibson). Il volto di Matera cambia: i Materani stessi diventano più attivi, più intraprendenti, più orgogliosi di se stessi. Cresce l'autostima e crescono tutti i materani. Di contro, dopo la consacrazione dell'UNESCO cosa succede in Andria?
La situazione non cambia. La città è rimasta al palo - prosegue Suriano -, come si dice in gergo sportivo. Andria non è mai partita di forza e coraggio per raggiungere livelli ambiziosi. La classe politica si è bloccata al titolo di Castel del Monte patrimonio mondiale dell'UNESCO. Forse qualche segnaletica stradale in più, null'altro. Nulla è stato mosso perchè Castel del Monte e Andria diventassero mèta del turismo nazionale e internazionale. Diciamo la verità: tutti sappiamo di che cosa si sono occupate la vecchia e la nuova classe politica. La preoccupazione maggiore è stata il tentativo di accaparrarsi della gestione dell'area di parcheggio ai piedi di Castel del Monte.
Matera e Andria: che differenza! Due città, due opposti destini! Senza dubbio più lungimirante la città di Matera: è stata capace di trasformare i "Sassi" tanto da renderli degni del titolo conquistato. Dirò di più: il capoluogo lucano è stato eletto capitale europea della cultura, battendo città del valore di Assisi, Siena, e persino Lecce.
Così lontana, immobile, spenta la nostra città! Il titolo dell'UNESCO non basta! Occorrono opere, provvedimenti, interventi concreti di chi amministra la città. Purtroppo siamo alle solite: la cultura non si vende, né si acquista al supermercato. La cultura si acquista con lo studio serio e tenace, l'impegno costante e duraturo, le competenze e le abilità specifiche, con la passione e l'orgoglio della propria terra d'origine. Questa è la sorte di Andria".