Maltrattamenti, lesioni personali e atti persecutori: fermato un 36enne
Operazione della Polizia di Stato che rilancia l'appello alla denuncia
sabato 30 novembre 2013
9.41
Gli è stata notificata una nuova ordinanza di "Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa" da parte di agenti del Commissariato di P.S. di Andria per aver nuovamente maltrattato e minacciato la sua ex compagna. E' accaduto in città dove M.R., andriese di 36 anni, si è reso responsabile di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali ed atti persecutori. In particolare l'uomo ha avuto continui atti vessatori nei confronti della ex compagna, ingiuriandola con epiteti gravemente offensivi, minacciandola anche di morte, percuotendola e provocandole lesioni personali nonché inviandole numerosissimi messaggi tramite cellulare dal tenore oltremodo intimidatorio. La donna spaventata ha cambiato radicalmente le proprie abitudini di vita fino a non uscire più dalla propria abitazione per paura di incontrarlo. Le minacce, le offese e le intimidazioni erano ripetute continuativamente anche in presenza di altri soggetti che si accompagnavano alla vittima e che, unitamente a questa, venivano minacciati di morte.
Una relazione complicata tra i due durata circa dodici anni nei quali numerosi sono stati gli interventi delle volanti per liti ed aggressioni provocate dall'uomo. Ma nel mese di ottobre dello scorso anno, la donna ha deciso di interrompere definitivamente la loro relazione sentimentale dalla quale erano nati due figli, ed il 36enne ha aumentato le proprie condotte persecutorie con regolari appostamenti giornalieri presso l'abitazione dei genitori della donna dove si era trasferita unitamente ai bambini, invio di messaggi telefonici durante tutto l'arco della giornata e fino a tarda notte, aggressioni nei confronti della donna e dei suoi familiari. Considerato il concreto pericolo di reiterazione delle condotte violente dell'uomo, si è resa necessaria, quale misura adeguata e proporzionata ai fatti contestati, la misura cautelare personale coercitiva del "Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa", con l'obbligo, per l'indagato, di non avvicinarsi all'abitazione della vittima, mantenendo dalla stessa una distanza non inferiore a metri 100, e con il divieto di comunicare con la stessa attraverso qualsiasi mezzo ovvero corrispondenza, telefono fisso e cellulare, posta elettronica e similari mezzi di comunicazione.
Il suddetto provvedimento è solo l'ultimo di altre cinque esecuzioni di ordinanze di applicazione di misure cautelari emesse dal Tribunale di Trani a seguito della commissione dei cosiddetti "reati di genere", da parte di questo Ufficio dall'inizio dell'anno in corso. Solo la denuncia delle donne vittime della violenza di mariti e compagni, seguita da una mirata attività d'indagine compiuta presso i luoghi e le persone abitualmente frequentati dalle stesse vittime, ha permesso di porre un freno ad un fenomeno divenuto di reale allarme sociale. Fondamentale è il supporto psicologico fornito dal personale della "Squadra Anticrimine" di questo Commissariato di P.S., dedito alla trattazione di questa tipologia di reati, alla vittima che, in sede di denuncia, viene opportunamente accolta, protetta ed accompagnata nel percorso. Tale atteggiamento permette alle vittime maltrattate o perseguitate che spesso non denunciano le violenze subite per paura di ripercussioni o per la speranza di un cambiamento o ancora per il ricatto sui figli, di aprirsi e fidarsi delle istituzioni, al fine di riscattare la propria vita.
Una relazione complicata tra i due durata circa dodici anni nei quali numerosi sono stati gli interventi delle volanti per liti ed aggressioni provocate dall'uomo. Ma nel mese di ottobre dello scorso anno, la donna ha deciso di interrompere definitivamente la loro relazione sentimentale dalla quale erano nati due figli, ed il 36enne ha aumentato le proprie condotte persecutorie con regolari appostamenti giornalieri presso l'abitazione dei genitori della donna dove si era trasferita unitamente ai bambini, invio di messaggi telefonici durante tutto l'arco della giornata e fino a tarda notte, aggressioni nei confronti della donna e dei suoi familiari. Considerato il concreto pericolo di reiterazione delle condotte violente dell'uomo, si è resa necessaria, quale misura adeguata e proporzionata ai fatti contestati, la misura cautelare personale coercitiva del "Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa", con l'obbligo, per l'indagato, di non avvicinarsi all'abitazione della vittima, mantenendo dalla stessa una distanza non inferiore a metri 100, e con il divieto di comunicare con la stessa attraverso qualsiasi mezzo ovvero corrispondenza, telefono fisso e cellulare, posta elettronica e similari mezzi di comunicazione.
Il suddetto provvedimento è solo l'ultimo di altre cinque esecuzioni di ordinanze di applicazione di misure cautelari emesse dal Tribunale di Trani a seguito della commissione dei cosiddetti "reati di genere", da parte di questo Ufficio dall'inizio dell'anno in corso. Solo la denuncia delle donne vittime della violenza di mariti e compagni, seguita da una mirata attività d'indagine compiuta presso i luoghi e le persone abitualmente frequentati dalle stesse vittime, ha permesso di porre un freno ad un fenomeno divenuto di reale allarme sociale. Fondamentale è il supporto psicologico fornito dal personale della "Squadra Anticrimine" di questo Commissariato di P.S., dedito alla trattazione di questa tipologia di reati, alla vittima che, in sede di denuncia, viene opportunamente accolta, protetta ed accompagnata nel percorso. Tale atteggiamento permette alle vittime maltrattate o perseguitate che spesso non denunciano le violenze subite per paura di ripercussioni o per la speranza di un cambiamento o ancora per il ricatto sui figli, di aprirsi e fidarsi delle istituzioni, al fine di riscattare la propria vita.