Maggiori investimenti per la ricostituzione, la cura e la tutela dei boschi in Puglia
Lo chiede l'associazione Fareambiente Puglia
lunedì 23 novembre 2020
«Il 21 novembre ricorre la Giornata Nazionale degli Alberi, istituita con la Legge n. 10/2013 del Ministero dell'Ambiente con l'intento di promuovere le politiche di riduzione delle emissioni di gas climalteranti in atmosfera, la protezione del suolo, il miglioramento della qualità dell'aria, la valorizzazione delle tradizioni legate all'albero e la vivibilità degli insediamenti urbani. Una ricorrenza storica -sottolinea in una nota il Coordinatore regionale di Fareambiente, il dott. Benedetto Miscioscia- che già ai tempi dell'Antica Grecia e dell'Impero Romano, aveva già un grande significato, anche sacro. Una ricorrenza che in Italia venne ripresa alla fine del 1800 con la celebrazione della Festa dell'Albero, per infondere nelle nuove generazioni il rispetto e l'amore per la natura e per la difesa degli alberi, che venne istituzionalizzata nel 1923, con l'approvazione della Legge Forestale.
Peraltro nel 1992, venne approvata la legge n. 113 del 29/01/1992, rimasta in larga parte disattesa, che introduceva l'obbligo ai Comuni con più di 15.000 abitanti, di piantare un albero per ogni neonato registrato all'anagrafe comunale. Nel frattempo, si rimane allibiti nell'apprendere dal primo Rapporto sullo stato delle Foreste e del settore Forestale (RaF) unitamente al Crea – Consiglio per la Ricerca in Agricoltura ed analisi dell'Economia Agraria, che l'85% della superficie boschiva del nostro Paese, passata dai 6 milioni di ettari del 1936 agli 11 milioni del 2015, non è frutto di una pianificazione programmata dalle Regioni o dallo Stato, ma il risultato di una "colonizzazione spontanea di aree marginali". Nel frattempo apprendiamo che mentre la Regione Lombardia, in occasione della celebrazione della giornata nazionale dell'albero, ha stanziato ben 9 milioni di euro per la creazione di nuovi boschi in pianura e collina, in Puglia tutto langue. Infatti, ad oggi, non ci risulta che siano stati stanziati fondi per rimboschire quei boschi distrutti dagli incendi, né tanto meno per la loro manutenzione. Eppure il bosco è una risorsa ambientale paesaggistica che adesso va curato e gestito più e meglio di prima, se è vero che oltre l'80% dei dissesti idrogeologici sono di origine boschiva e che un terzo dell'Italia boschiva, a causa della mancata pulitura di biomasse e necromasse di alberi e rami rinsecchiti, è altamente esposta al rischio incendi. Un motivo in più affinché il Governo Regionale Pugliese prendesse seriamente in considerazione la Giornata Nazionale dell'Albero, per impegnarsi ad investire seriamente risorse per la cura e manutenzione dei nostri boschi oltre che per la loro ricostituzione Investimenti, che negli ultimi 15 anni non ci risulta ci siano stati sia per migliorare i boschi esistenti, che per realizzare opere di sistemazione idraulico forestale di cui la Puglia ne avrebbe bisogno, considerato l'alto rischio idrogeologico di diverse aree.
L'appello è di mettere in atto politiche ambientali che puntino non solo a migliorare la protezione, conservazione e valorizzazione degli ecosistemi boschivi unitamente alla tutela della biodiversità - peraltro compromessa anche dall'azione devastante della fauna selvatica dovuta all'enorme ed incontrollato incremento del numero dei cinghiali- ma anche a progettare la creazione di nuovi boschi nelle aree a basso coefficiente di boschività, per prevenire anche i dissesti idrogeologici. E' necessario, finalmente, acquisire la cultura e la sensibilità per comprendere con i fatti che le piante non sono semplici elementi di arredo urbano ma veri e propri esseri viventi di cui non possiamo fare a meno, utili non solo a migliorare la qualità della vita e dell'aria che respiriamo nelle nostre città, ma anche per abbattere la concentrazione di CO2 presente in atmosfera. Sempre che le piante non finiscano con le radici soffocate nel cemento, come spesso ci capita di constatare nelle nostre città».
Peraltro nel 1992, venne approvata la legge n. 113 del 29/01/1992, rimasta in larga parte disattesa, che introduceva l'obbligo ai Comuni con più di 15.000 abitanti, di piantare un albero per ogni neonato registrato all'anagrafe comunale. Nel frattempo, si rimane allibiti nell'apprendere dal primo Rapporto sullo stato delle Foreste e del settore Forestale (RaF) unitamente al Crea – Consiglio per la Ricerca in Agricoltura ed analisi dell'Economia Agraria, che l'85% della superficie boschiva del nostro Paese, passata dai 6 milioni di ettari del 1936 agli 11 milioni del 2015, non è frutto di una pianificazione programmata dalle Regioni o dallo Stato, ma il risultato di una "colonizzazione spontanea di aree marginali". Nel frattempo apprendiamo che mentre la Regione Lombardia, in occasione della celebrazione della giornata nazionale dell'albero, ha stanziato ben 9 milioni di euro per la creazione di nuovi boschi in pianura e collina, in Puglia tutto langue. Infatti, ad oggi, non ci risulta che siano stati stanziati fondi per rimboschire quei boschi distrutti dagli incendi, né tanto meno per la loro manutenzione. Eppure il bosco è una risorsa ambientale paesaggistica che adesso va curato e gestito più e meglio di prima, se è vero che oltre l'80% dei dissesti idrogeologici sono di origine boschiva e che un terzo dell'Italia boschiva, a causa della mancata pulitura di biomasse e necromasse di alberi e rami rinsecchiti, è altamente esposta al rischio incendi. Un motivo in più affinché il Governo Regionale Pugliese prendesse seriamente in considerazione la Giornata Nazionale dell'Albero, per impegnarsi ad investire seriamente risorse per la cura e manutenzione dei nostri boschi oltre che per la loro ricostituzione Investimenti, che negli ultimi 15 anni non ci risulta ci siano stati sia per migliorare i boschi esistenti, che per realizzare opere di sistemazione idraulico forestale di cui la Puglia ne avrebbe bisogno, considerato l'alto rischio idrogeologico di diverse aree.
L'appello è di mettere in atto politiche ambientali che puntino non solo a migliorare la protezione, conservazione e valorizzazione degli ecosistemi boschivi unitamente alla tutela della biodiversità - peraltro compromessa anche dall'azione devastante della fauna selvatica dovuta all'enorme ed incontrollato incremento del numero dei cinghiali- ma anche a progettare la creazione di nuovi boschi nelle aree a basso coefficiente di boschività, per prevenire anche i dissesti idrogeologici. E' necessario, finalmente, acquisire la cultura e la sensibilità per comprendere con i fatti che le piante non sono semplici elementi di arredo urbano ma veri e propri esseri viventi di cui non possiamo fare a meno, utili non solo a migliorare la qualità della vita e dell'aria che respiriamo nelle nostre città, ma anche per abbattere la concentrazione di CO2 presente in atmosfera. Sempre che le piante non finiscano con le radici soffocate nel cemento, come spesso ci capita di constatare nelle nostre città».