Liceo Scientifico, si sperimenta la didattica per ambienti di apprendimento
Al via ad inizio anno scolastico, Filannino: «Scuola più silenziosa di prima»
martedì 6 ottobre 2015
11.00
Didattica per ambienti di apprendimento è quella che si sta sperimentando all'interno del Liceo Scientifico "R. Nuzzi" di Andria. Una sperimentazione che arriva in un contesto scolastico sempre piuttosto attivo e nato anche per esigenze dovute alla cronica mancanza di aule per via dei noti lavori di ampliamento ancora non conclusi. Una sperimentazione che, tuttavia, ribadisce un concetto importante per la città di Andria: il Liceo Scientifico guarda verso il futuro e sceglie questa via per cercare nuove forme di didattica: «Alcuni docenti, tra cui la Fiorella e la Papa hanno partecipato lo scorso anno scolastico ad un seminario formativo a Bologna proprio su questo tema - ha detto Michelangelo Filannino, Dirigente Scolastico del Liceo Scientifico andriese - così abbiamo cominciato a pensare alla "Didattica per ambienti di apprendimento" che tra le altre cose è un sistema utilizzato in quasi tutti i paesi europei».
In sostanza si tratta di non indicare più un'aula di esclusiva competenza di una singola classe ma si passa ad un'aula di esclusiva competenza di una singola materia: «I ragazzi ruotano a seconda delle materie che devono seguire - ha detto Filannino - ogni docente ha più o meno una sua aula preferenziale così la stessa stanza può essere personalizzata e resa viva proprio per quella materia specifica. Abbiamo seguito un po' anche la sperimentazione del Liceo Kennedy di Roma che è stato il primo in Italia a pensare a questa didattica». Le paure iniziali di grande confusione sono state paradossalmente subito eliminate proprio grazie alla collaborazione di tutti: «Avevamo abbastanza paura di una grande confusione - ha detto ancora Filannino - invece sono contento e sorpreso di come la scuola sia diventata più silenziosa di prima. I ragazzi sono molto incuriositi e sembra una sorta di caccia al tesoro che per ora va bene. La sperimentazione naturalmente prosegue visto che siamo in aula da circa un mese e quindi bisogna guardarla nel suo complesso sino almeno a metà anno scolastico».
Due i vantaggi già riscontrati dallo stesso Filannino che ribadisce l'idea di poter provare questa sperimentazione anche in altri contesti ed istituti: «In quasi tutta Europa si fa così da sempre - ha ricordato Filannino - un vantaggio sicuro è che si può lavorare con meno spazi, per esempio i docenti di educazione fisica restano sempre in palestra e non più in aula. Con meno aule si possono gestire più classi. In più un secondo vantaggio - ha concluso Filannino - è la salvaguardia delle aule stesse. Spesso quando le aule sono affidate alle classi diventano terra di nessuno. Se l'aula è affidata al docente c'è maggior controllo sugli spazi e maggiore attenzione verso le suppellettili e gli spazi».
In sostanza si tratta di non indicare più un'aula di esclusiva competenza di una singola classe ma si passa ad un'aula di esclusiva competenza di una singola materia: «I ragazzi ruotano a seconda delle materie che devono seguire - ha detto Filannino - ogni docente ha più o meno una sua aula preferenziale così la stessa stanza può essere personalizzata e resa viva proprio per quella materia specifica. Abbiamo seguito un po' anche la sperimentazione del Liceo Kennedy di Roma che è stato il primo in Italia a pensare a questa didattica». Le paure iniziali di grande confusione sono state paradossalmente subito eliminate proprio grazie alla collaborazione di tutti: «Avevamo abbastanza paura di una grande confusione - ha detto ancora Filannino - invece sono contento e sorpreso di come la scuola sia diventata più silenziosa di prima. I ragazzi sono molto incuriositi e sembra una sorta di caccia al tesoro che per ora va bene. La sperimentazione naturalmente prosegue visto che siamo in aula da circa un mese e quindi bisogna guardarla nel suo complesso sino almeno a metà anno scolastico».
Due i vantaggi già riscontrati dallo stesso Filannino che ribadisce l'idea di poter provare questa sperimentazione anche in altri contesti ed istituti: «In quasi tutta Europa si fa così da sempre - ha ricordato Filannino - un vantaggio sicuro è che si può lavorare con meno spazi, per esempio i docenti di educazione fisica restano sempre in palestra e non più in aula. Con meno aule si possono gestire più classi. In più un secondo vantaggio - ha concluso Filannino - è la salvaguardia delle aule stesse. Spesso quando le aule sono affidate alle classi diventano terra di nessuno. Se l'aula è affidata al docente c'è maggior controllo sugli spazi e maggiore attenzione verso le suppellettili e gli spazi».