Librerie in via d’estinzione e resilienza: il felice caso andriese

Oltre 687 comuni senza librerie in Italia, ben sei ad Andria

sabato 30 dicembre 2017 10.29
A cura di Sara Suriano
«Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere», Daniel Pennac. In una società che corre, qual è il tempo per leggere?

Tra il 2010 e il 2015, secondo il Sole 24 Ore, il numero medio di lettori in Italia è diminuito del 9,1%; il valore oscilla tra il -6.1% e il -3,1% per le città con oltre 50 mila abitanti, tra cui collochiamo il Comune di Andria. Secondo le statistiche, le maggiori perdite di lettori si trovano nelle zone con poche infrastrutture culturali e con occasionale erogazione di servizi. Naturale conseguenza è l'incremento di "mortalità" delle librerie, soprattutto quelle piccole e indipendenti, che si trovano costrette a chiudere per scarsezza di vendite.

A riconfermare questa tendenza sono i dati Istat relativi al 2016: in media il 40,5% di italiani ha letto un libro negli ultimi 12 mesi (eccetto testi scolastici o lavorativi). La percentuale si abbassa al 27,2% in Puglia, che si colloca in quart'ultima posizione.

Altri numeri? Secondo le analisi dell'Associazione Italiana Editori (AIE), sono ben 13 milioni gli italiani senza librerie, ovvero ben 687 Comuni (sopra i 10mila abitanti) in Italia: 1 su 5 nel Nord-est della penisola e oltre 1 su 3 al Sud.

In considerazione di tali numeri, come non andare fieri dei sei punti vendita di libri presenti sul territorio andriese? Libreria Mondadori in Corso Cavour e Libreria 2000 in via Bologna, Persepolis in via Bovio e Giunti al Punto in Corso Cavour e nella struttura Mongolfiera sono le realtà librarie andriesi, differenti e complementari, che offrono alla popolazione una ampia scelta di letture. A queste si è aggiunta negli ultimi mesi "Raccontami una storia" di Anna Lamparelli, in via Bruno Buozzi n. 23, dedicata agli adolescenti.

Pur se scarsa propensione alla lettura, diffusione di ebook e crisi economica sono i fattori che, su scala nazionale, rendono le librerie una "specie protetta in via di estinzione", importante è tener a mente la legge della sopravvivenza di Darwin, secondo cui «non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere ma quella che si adatta meglio al cambiamento». Dunque è "resilienza" la parola d'ordine per le librerie del XXI secolo, che si trovano a vivere in uno scenario radicalmente diverso da quello della precedente generazione (o anche venti anni fa).

Come competere dunque con la vastissima offerta delle grandi catene e il dilagare delle letture a basso costo su supporto tecnologico? Semplicemente, non si può: rincorrere giganti economici equivale a intraprendere una battaglia contro i mulini a vento. L'idea vincente è quella di cambiare prospettiva e dare alla propria libreria indipendente quel valore aggiunto che i punti vendita con proposte "surgelate e conservate per tipologia di ingredienti" non sono in grado di fornire. Dunque, la libreria diventa luogo di aggregazione e appuntamento fisso, mentre il libraio si fa deus ex machina di tale intreccio di menti, nonché fidato consigliere di letture.

Sembrano averlo compreso da tempo la Libreria 2000 (Mondadori) e Persepolis, dopo la chiusura della Diderot, che propongono alla cittadinanza appuntamenti con gli autori o ospitano eventi di tipo culturale. A fianco delle librerie lavora assiduamente il Circolo dei Lettori di Andria, in via Flavio D'Excelsis n.22, nato dalla passione di quattro giovani andriesi tra cui il presidente, Luigi Brandonisio, e sostenuto dall'impegno di 130 soci.

Il circolo propone incontri culturali interessanti e sempre differenti, grazie ad uno sguardo a 360° tra musica, lettura, cinema e fotografia. Sua è l'iniziativa del Festival letterario, autofinanziato della Disperazione che, dopo il successo della prima edizione, verrà riproposto anche il prossimo anno.

In un mondo in cui tutto lampeggia, i banner scorrono, i contenuti dei social muoiono dopo 10 secondi e gli articoli riportano in apertura i tempi di lettura, pare che ci si sia dimenticati dell'importanza di una buona lettura: «La lettura è la preghiera del mattino dell'uomo moderno», afferma Hegel.

Se le parole del grande filosofo non vi sembrano una motivazione sufficiente, lasciatevi persuadere dalle considerazioni di Stefano Salis che, su un numero del Sole 24 Ore, così scrisse: «Dove ci sono libri, lì vivono le idee libere e in movimento. E prospera anche il Pil. Un'indagine ormai diventata un classico per la realtà italiana mostrava già 10 anni fa che, se le regioni del Sud avessero avuto nel 1973 gli stessi indici di lettura delle regioni del Nord, il loro Pil nella metà del decennio scorso sarebbe stato del 20% più alto. – e prosegue – La lettura è un fenomeno strettamente correlato con lo sviluppo economico e democratico di una nazione. Il che significa che i Paesi più avanzati e le società più aperte domandano più libri».

Dunque economici e politici, non solo culturali, i motivi dell'importanza di una buona diffusione della lettura, a cui nessuno pare potersi sottrarre con la scusa di qualcosa di più importante da fare.