Legge elettorale, i collegi con Andria: Giorgino ed il rebus elezioni

Mentre è tutto pronto per il rimpastino si guarda a Roma per le decisioni future

giovedì 1 giugno 2017 15.01
L'accordo sulla nuova legge elettorale è imminente. Il maxi emendamento presentato dal relatore Emanuele Fiano (del Partito Democratico, nella foto in un incontro di qualche anno fa ad Andria, con il Sindaco Nicola Giorgino e l'avv. Michele Caldarola) presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera troverebbe il consenso dei gruppi parlamentari attualmente più rappresentati (Pd, 5 Stelle, Forza Italia, Lega Nord) e potrebbe essere approvato in tempi brevi. La bozza contiene una definizione precisa dei collegi ed escluderebbe, al contrario di quanto si era ipotizzato nei giorni scorsi, la delega al governo per la delimitazione. Lo schema di base ricalca i decreti legislativi del dicembre 1993 che disegnarono i collegi uninominali per le successive consultazioni del 27 marzo 1994.

I 630 deputati sarebbero eletti in questo modo: una quota di 303 attraverso i collegi uninominali, una seconda quota di ugual misura (303 seggi) su lista, 12 attraverso le circoscrizioni per il voto degli italiani all'estero, 11 riservati al Trentino-Alto Adige tramite sistema di collegi uninominali con recupero proporzionale, 1 riservato alla Valle d'Aosta.

La Puglia è stata suddivisa, per la Camera, in 21 collegi. Il collegio 5 ci sarà Andria, Trani, Minervino Murge e Spinazzola, mentre il collegio numero 6 comprenderà Bisceglie, Molfetta, Corato, Ruvo e Terlizzi. Nel collegio 4 saranno sono comprese le città di Barletta, Canosa di Puglia, Cerignola, Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli, e nel collegio 7 Adelfia, Binetto, Bitetto, Bitonto, Giovinazzo, Grumo Appula, Modugno, Palo del Colle, Sannicandro di Bari, Toritto.

Non sfugga la composizione del collegio 6 e 5: mentre nel primo la forza elettorale complessiva del Partito Democratico nei cinque comuni è notevole e la prospettiva di una candidatura di Francesco Spina si fa sempre più concreta, nel 5 è facile per il centro destra trovare una buona affermazione, che potrebbe spingere Nicola Giorgino a dimettersi. Infatti se il sindaco di Andria, riuscisse ad incassare l'investitura, dovrebbe rassegnare le dimissioni per entrare in competizione. Diversa ipotesi sarebbe quella di rimanere fino al 2020 ed aspettare la candidatura per il centro destra alla presidenza della Regione Puglia. A questo punto spunterebbe lipotesi di Nino Marmo che potrebbe essere il candidato del centro destra al Comune oppure avere il collegio senatoriale se Giorgino rinunciasse a correre per le politiche. E' inutile dire che le linee telefoniche sono caldissime in queste ore tra Roma e la Puglia.

I 315 senatori andrebbero individuati con l'elezione diretta in 150 collegi uninominali, 151 collegi plurinominali, 7 seggi riservati al Trentino-Alto Adige, 1 alla Valle d'Aosta e 6 per l'estero. La nostra regione eleggerà immediatamente dieci nuovi membri dell'assemblea di Palazzo Madama. Il collegio Puglia 3 riguarderà Bisceglie, Molfetta, Corato, Ruvo, Terlizzi, Andria, Trani, Minervino Murge e Spinazzola. Nel collegio Puglia 2 sono state incluse Barletta, Canosa di Puglia, Cerignola, Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia, Trinitapoli, Manfredonia, Cagnano Varano, Carpino, Ischitella, Mattinata, Monte Sant'Angelo, Peschici, Rignano Garganico, Rodi Garganico, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, San Nicandro Garganico, Vico del Gargano, Vieste, Zapponeta.

Il Sistema di Voto
L'elettore ha un solo voto con cui sceglie il candidato del suo collegio e la lista di partito collegata. Si contano i voti in tutta Italia e si stabilisce, in base alla percentuale, quanti seggi spettano a ciascun partito a livello nazionale e poi a livello circoscrizionale. In ogni circoscrizione i partiti fanno una classifica dei propri candidati secondo il seguente criterio: primo il capolista del listino bloccato; seguito dai candidati che hanno vinto dei rispettivi collegi sulla base del maggior numero di suffragi ottenuti; seguono gli altri candidati del listino bloccato e infine i candidati che nei collegi non hanno vinto.

Da questa classifica si estraggono in ordine gli eletti di ciascun partito. Un candidato si può presentare in un collegio uninominale e in tre listini bloccati. Ci sono anche le quote rosa: i listini bloccati devono avere un'alternanza di genere, mentre a livello nazionale i candidati nei collegi uninominali di ciascun partito non possono essere più del 60% per sesso.