Le proposte del mondo agricolo al Ministro dell’Ambiente Costa in visita al Parco Nazionale dell’alta Murgia
Abbandono dei rifiuti, moltiplicazione dei cinghiali, alcune delle richieste della CIA Puglia
domenica 4 ottobre 2020
Visita istituzionale ieri mattina, sabato 3 ottobre, del Ministro dell'Ambiente Sergio Costa presso il Parco Nazionale dell'Alta Murgia.
La visita del ministro è stata l'occasione per presentare le azioni di sviluppo sostenibile del territorio previste dal piano dell'ente, contro l'abbandono di rifiuti e il rischio incendi e la creazione di una task force per frenare il moltiplicarsi dei cinghiali che impattano sulla biodiversità e sulle attività agricole, mettendo a rischio l'incolumità dei cittadini
La visita è stata anche l'occasione per un incontro con il presidente del Parco dell'Alta Murgia Francesco Tarantini, il Ministro ed il presidente della regione Puglia Michele Emiliano per affrontare in maniera decisa il tema della fauna selvatica che impatta sulle attività agricole, sulla biodiversità e sui rischi della pubblica incolumità.
Sono intervenuti, tra gli altri, oltre agli amministratori locali del territorio anche la vicepresidente della Cia Levante Lella Piarulli ed il direttore provinciale Giuseppe Creanza.
La vicepresidente ha sottolineato l'esigenza di porre rimedio in maniera decisa alla proliferazione dei cinghiali per i danni che essi provocano soprattutto alle aziende agricole. Inoltre, ha posto all'attenzione del ministro il documento del progetto confederale "Il Paese che vogliamo" circa la modifica della legge 157/92 sulla gestione della fauna selvatica, ribadendo l'esigenza di passare dal concetto di "protezione" con quello di "gestione"; i numeri dei capi da animali selvatici sono in sovrannumero o addirittura e creano danni ambientali ed economici.
Per Cia Levante "occorre ricostituire il Comitato tecnico faunistico venatorio, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. La materia della gestione della fauna selvatica è molto complessa e coinvolge direttamente la qualità dei nostri territori ed il benessere delle comunità locali.
L'attuale legge divide le competenze in due ministeri (ministero dell'agricoltura e ministero dell'ambiente), ma creando nella prassi squilibri e contrapposizioni spesso non risolte.
Le attività di controllo della fauna selvatica non possono essere delegate all'attività venatoria. In particolare, il controllo delle specie in eccesso deve rappresentare un'azione prioritaria nella programmazione faunistica, mettendo in campo tutti gli strumenti preventivi e operativi necessari, anche con strumenti di emergenza e di pronto intervento".
Sempre per Cia Levante, "deve essere rafforzata l'autotutela degli agricoltori. Gli agricoltori, sentito il parere dell'Ispra, sui propri fondi devono poter essere autorizzati ad agire in autotutela, con metodi ecologici, interventi preventivi o anche mediante abbattimento con armi da fuoco, se muniti di licenza di caccia o se convenzionati con il personale ausiliario, adeguatamente preparato operativo sul territorio, in convezione con le Regioni e le Province Autonome".
Il direttore provinciale Giuseppe Creanza sul tema del risarcimento del danno ha posto l'accento dell'entità del risarcimento che deve essere totale laddove, malgrado le azioni preventive ed i piani di contenimento, le attività agricole, anche connesse, abbiano subito danni da fauna selvatica, i proprietari ed i conduttori dei fondi hanno diritto al risarcimento integrale della perdita effettivamente subita a causa di animali di proprietà dello Stato. Il risarcimento per i danni da fauna selvatica alle produzioni agricole e/o agli allevamenti non può affatto rientrare nell'ambito dei Regolamenti dell'Unione Europea sugli aiuti di Stato, in particolare attualmente si applica il regime "de minimis" come disciplinato dal Regolamento Unione europea numero 1408/2013, e dalle successive modificazioni.
Intanto, da parte dell'Ente Parco è stata annunciata la creazione di una task force per frenare il moltiplicarsi dei cinghiali che impattano sulla biodiversità e sulle attività agricole, mettendo a rischio l'incolumità dei cittadini. Per fermare l'abbandono dei rifiuti entra in campo "Alta Murgia Free Waste", un progetto per sensibilizzare gli abitanti del Parco sul loro corretto conferimento e reprimere l'abitudine di abbandonarli nell'ambiente naturale. Per contrastare invece la piaga degli incendi, nell'ambito della campagna AIB 2020, il coinvolgimento delle aziende agro-zootecniche ha permesso di aumentare i punti di approvvigionamento idrico nei boschi grazie a serbatoi d'acqua installati nei terreni degli agricoltori, che hanno facilitato le attività di spegnimento, mentre la campagna "Non mandare in fumo il Parco" ha sensibilizzato la popolazione sulle azioni volte a ridurre il rischio incendi.
Molteplici i progetti scientifici per la conservazione degli habitat e delle numerose specie che li abitano. Dal monitoraggio dei mesomammiferi per determinare la presenza di volpi, faine, tassi, donnole, lontre e gatti selvatici europei, al monitoraggio del lupo e dei chirotteri, passando per l'attuazione della Direttiva Biodiversità per la protezione degli impollinatori, che individua interventi di riqualificazione naturalistica e sensibilizza agricoltori, apicoltori e abitanti del parco sull'importanza degli insetti impollinatori per il mantenimento della qualità della vita.
Nel piano di azioni per la fruizione del territorio spicca la candidatura a Geoparco UNESCO avviata nel 2019, per promuovere il patrimonio geologico che comprende siti di interesse mondiale tra cui la Valle dei Dinosauri, l'Uomo di Altamura, il Pulo di Altamura e le Cave di Bauxite. A ciò si affianca il progetto Wi-Fi Italia per potenziare la connettività nelle aree rurali e infine l'attuazione concreta della Carta Europea per il Turismo Sostenibile, riconfermata a fine 2019 a Bruxelles dalla Federazione Europea dei Parchi, per migliorare i servizi e l'accoglienza formando gli operatori turistici.
La visita del ministro è stata l'occasione per presentare le azioni di sviluppo sostenibile del territorio previste dal piano dell'ente, contro l'abbandono di rifiuti e il rischio incendi e la creazione di una task force per frenare il moltiplicarsi dei cinghiali che impattano sulla biodiversità e sulle attività agricole, mettendo a rischio l'incolumità dei cittadini
La visita è stata anche l'occasione per un incontro con il presidente del Parco dell'Alta Murgia Francesco Tarantini, il Ministro ed il presidente della regione Puglia Michele Emiliano per affrontare in maniera decisa il tema della fauna selvatica che impatta sulle attività agricole, sulla biodiversità e sui rischi della pubblica incolumità.
Sono intervenuti, tra gli altri, oltre agli amministratori locali del territorio anche la vicepresidente della Cia Levante Lella Piarulli ed il direttore provinciale Giuseppe Creanza.
La vicepresidente ha sottolineato l'esigenza di porre rimedio in maniera decisa alla proliferazione dei cinghiali per i danni che essi provocano soprattutto alle aziende agricole. Inoltre, ha posto all'attenzione del ministro il documento del progetto confederale "Il Paese che vogliamo" circa la modifica della legge 157/92 sulla gestione della fauna selvatica, ribadendo l'esigenza di passare dal concetto di "protezione" con quello di "gestione"; i numeri dei capi da animali selvatici sono in sovrannumero o addirittura e creano danni ambientali ed economici.
Per Cia Levante "occorre ricostituire il Comitato tecnico faunistico venatorio, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. La materia della gestione della fauna selvatica è molto complessa e coinvolge direttamente la qualità dei nostri territori ed il benessere delle comunità locali.
L'attuale legge divide le competenze in due ministeri (ministero dell'agricoltura e ministero dell'ambiente), ma creando nella prassi squilibri e contrapposizioni spesso non risolte.
Le attività di controllo della fauna selvatica non possono essere delegate all'attività venatoria. In particolare, il controllo delle specie in eccesso deve rappresentare un'azione prioritaria nella programmazione faunistica, mettendo in campo tutti gli strumenti preventivi e operativi necessari, anche con strumenti di emergenza e di pronto intervento".
Sempre per Cia Levante, "deve essere rafforzata l'autotutela degli agricoltori. Gli agricoltori, sentito il parere dell'Ispra, sui propri fondi devono poter essere autorizzati ad agire in autotutela, con metodi ecologici, interventi preventivi o anche mediante abbattimento con armi da fuoco, se muniti di licenza di caccia o se convenzionati con il personale ausiliario, adeguatamente preparato operativo sul territorio, in convezione con le Regioni e le Province Autonome".
Il direttore provinciale Giuseppe Creanza sul tema del risarcimento del danno ha posto l'accento dell'entità del risarcimento che deve essere totale laddove, malgrado le azioni preventive ed i piani di contenimento, le attività agricole, anche connesse, abbiano subito danni da fauna selvatica, i proprietari ed i conduttori dei fondi hanno diritto al risarcimento integrale della perdita effettivamente subita a causa di animali di proprietà dello Stato. Il risarcimento per i danni da fauna selvatica alle produzioni agricole e/o agli allevamenti non può affatto rientrare nell'ambito dei Regolamenti dell'Unione Europea sugli aiuti di Stato, in particolare attualmente si applica il regime "de minimis" come disciplinato dal Regolamento Unione europea numero 1408/2013, e dalle successive modificazioni.
Intanto, da parte dell'Ente Parco è stata annunciata la creazione di una task force per frenare il moltiplicarsi dei cinghiali che impattano sulla biodiversità e sulle attività agricole, mettendo a rischio l'incolumità dei cittadini. Per fermare l'abbandono dei rifiuti entra in campo "Alta Murgia Free Waste", un progetto per sensibilizzare gli abitanti del Parco sul loro corretto conferimento e reprimere l'abitudine di abbandonarli nell'ambiente naturale. Per contrastare invece la piaga degli incendi, nell'ambito della campagna AIB 2020, il coinvolgimento delle aziende agro-zootecniche ha permesso di aumentare i punti di approvvigionamento idrico nei boschi grazie a serbatoi d'acqua installati nei terreni degli agricoltori, che hanno facilitato le attività di spegnimento, mentre la campagna "Non mandare in fumo il Parco" ha sensibilizzato la popolazione sulle azioni volte a ridurre il rischio incendi.
Molteplici i progetti scientifici per la conservazione degli habitat e delle numerose specie che li abitano. Dal monitoraggio dei mesomammiferi per determinare la presenza di volpi, faine, tassi, donnole, lontre e gatti selvatici europei, al monitoraggio del lupo e dei chirotteri, passando per l'attuazione della Direttiva Biodiversità per la protezione degli impollinatori, che individua interventi di riqualificazione naturalistica e sensibilizza agricoltori, apicoltori e abitanti del parco sull'importanza degli insetti impollinatori per il mantenimento della qualità della vita.
Nel piano di azioni per la fruizione del territorio spicca la candidatura a Geoparco UNESCO avviata nel 2019, per promuovere il patrimonio geologico che comprende siti di interesse mondiale tra cui la Valle dei Dinosauri, l'Uomo di Altamura, il Pulo di Altamura e le Cave di Bauxite. A ciò si affianca il progetto Wi-Fi Italia per potenziare la connettività nelle aree rurali e infine l'attuazione concreta della Carta Europea per il Turismo Sostenibile, riconfermata a fine 2019 a Bruxelles dalla Federazione Europea dei Parchi, per migliorare i servizi e l'accoglienza formando gli operatori turistici.