Le associazioni di volontariato scrivono al Commissario Tufariello: «Non se ne può più!»

Nota dei Presidenti delle associazioni Camminare Insieme, Gruppo C.O.N., Centro Zenith, Si può fare

sabato 23 novembre 2019 11.19
«Non se ne può più! Le persone disabili e le loro famiglie sono davvero esasperate. In questa città stiamo assistendo, impotenti, alla disfatta delle politiche sociali per le persone disabili. La notizia della chiusura della Cooperativa Sociale Trifoglio, causa i mancati pagamenti da parte del Comune, è la "goccia che fa traboccare il vaso".

Non se ne può più! Inclusione scolastica, servizi di aiuto alla persona, integrazione sociale e lavorativa: per ciascuno di questi ambiti, come organizzazioni di Terzo Settore abbiamo portato avanti nei decenni scorsi battaglie e proposte, progetti e servizi che avevano fatto diventare la nostra città fiore all'occhiello rispetto al circondario, poi gradatamente la distruzione.

Non se ne può più! Le famiglie affrontano ingenti spese per garantire ai propri figli con disabilità pari opportunità; combattono quotidianamente l'indifferenza e il menefreghismo di chi gestisce i pochi servizi esistenti, perché non possono assistere ai diritti calpestati, alle palesi discriminazioni: ma le famiglie che non hanno risorse proprie e che vivono il dramma della insicurezza economica e sociale, che fanno?? E soprattutto perché i loro figli devono subire una doppia discriminazione, quella della disabilità aggravata dalla precarietà e dalla povertà! E che dire delle persone con forme di grave e gravissima disabilità?

Non se ne può più! Unica risorsa per la nostra città sono le associazioni di volontariato e le organizzazioni di terzo settore che con fatica riescono a sostenere iniziative e progetti per l'animazione del tempo libero e magari a sperimentare inserimenti lavorativi, attività di integrazione sociale, sportiva, culturale. Le associazioni oggi sono gli unici "ammortizzatori sociali" che con le loro iniziative, sostenute in assoluta autonomia e indipendenza economica, riescono a far "sentire vivi e utili" le persone con disabilità e forse a contenere le legittime proteste delle famiglie. Ma a fronte delle decine e decine di persone inserite nelle associazioni, magari per qualche ora al giorno e per qualche giorno alla settimana, cosa ne è delle centinaia di giovani e adulti che vivono segregati nelle loro case?? E che dire delle persone con disabilità adulte/anziane alle cui famiglie era stata garantita l'apertura del Centro Dopo Di Noi, ottenuto dopo tante "battaglie" sociali e con l'impiego di ingenti finanziamenti pubblici e ora abbandonato e dimenticato nella nostra villa comunale.

Non se ne può più! Le nostre organizzazioni negli anni precedenti sono state coinvolte dall'Amministrazione comunale per "celebrare" il 3 dicembre, la Giornata Internazionale della Disabilità; noi abbiamo sempre preso le distanze perché c'è stato poco da festeggiare e ci sembrava un falso quanto drammatico "teatrino" dell'ipocrisia. Tra pochi giorni dobbiamo invece "celebrare" il funerale delle politiche sociali per la disabilità (…e non solo della disabilità) nella nostra città e quindi chiediamo a tutti di scendere in piazza, il 3 dicembre, non solo per protestare ma soprattutto per mobilitarci e insieme trovare le opportune strategie di azione collettiva.

Per tutte queste ragioni e non solo, chiediamo al Commissario Prefettizio con urgenza un incontro perché si confronti direttamente con i portatori di bisogni e si faccia carico di una risposta concreta che possa segnare un cambio di passo rispetto al tracollo a cui stiamo assistendo».