Lavoratori precari ISTAT: una settimana di protesta
In Puglia sono 5 i lavoratori interessati mentre in Italia 376
martedì 1 ottobre 2013
8.48
Cinque lavoratori precari pugliesi tra cui anche andriesi, rischiano il loro posto di lavoro nella sede regionale dell'ISTAT, l'istituto nazionale di statistica. Il perchè è presto detto: dal 1 settembre è in vigore il Decreto-Legge 101 "Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni" che avrà conseguenze pesanti sui 376 lavoratori precari dell'ISTAT di tutta Italia: difatto, non sono tenute in considerazione le peculiarità di tale personale, già selezionato attraverso procedure concorsuali pubbliche analoghe a quelle previste per l'ingresso a tempo indeterminato.
«Per esempio - ci spiegano dal comitato spontaneo nato per difendere i diritti dei lavoratori precari dell'ISTAT - il requisito di tre anni di anzianità a tempo determinato, calcolato alla data di entrata in vigore del DL, esclude oltre il 95% dei precari. Il blocco del turn-over e le scarsissime cessazioni previste nel prossimo triennio, poi, rendono irrisorio il numero dei precari ISTAT potenzialmente stabilizzabili, non più di una ventina. Infine, nel Decreto Legge viene esplicitato il divieto di trasformazione del contratto di lavoro a Tempo Determinato in Tempo Indeterminato, nonostante questa possibilità sia prevista da norme contrattuali contenute nel CCNL degli Enti di Ricerca. L'articolo 5 è così definitivamente seppellito».
Per questo, il 4 settembre sono state avviate le procedure per la proclamazione di uno sciopero ed è stata trasmessa all'Amministrazione ISTAT e ai Ministeri competenti la piattaforma rivendicativa con la richiesta di attivazione delle procedure di conciliazione: «Il 12 settembre il Ministero del lavoro ha comunicato la decisione di non procedere all'incontro di conciliazione adducendo la non obbligatorietà di esperire il tentativo visto che l'oggetto della vertenza riguarda un provvedimento legislativo - concludono dal comitato - l'amministrazione Istat, replicando un'abitudine cara all'ex Presidente, e ora Ministro del lavoro, conferma la scarsa propensione al confronto sui nodi più problematici dell'Istituto e in particolare su quello del precariato».
Dal 30 settembre al 4 ottobre, quindi, è stato confermato lo stato di agitazione permanente di tutto il personale precario. La mobilitazione prevede una settimana di assemblee, presidi, iniziative e scioperi che interromperanno le attività ordinarie dell'Istituto.
«Per esempio - ci spiegano dal comitato spontaneo nato per difendere i diritti dei lavoratori precari dell'ISTAT - il requisito di tre anni di anzianità a tempo determinato, calcolato alla data di entrata in vigore del DL, esclude oltre il 95% dei precari. Il blocco del turn-over e le scarsissime cessazioni previste nel prossimo triennio, poi, rendono irrisorio il numero dei precari ISTAT potenzialmente stabilizzabili, non più di una ventina. Infine, nel Decreto Legge viene esplicitato il divieto di trasformazione del contratto di lavoro a Tempo Determinato in Tempo Indeterminato, nonostante questa possibilità sia prevista da norme contrattuali contenute nel CCNL degli Enti di Ricerca. L'articolo 5 è così definitivamente seppellito».
Per questo, il 4 settembre sono state avviate le procedure per la proclamazione di uno sciopero ed è stata trasmessa all'Amministrazione ISTAT e ai Ministeri competenti la piattaforma rivendicativa con la richiesta di attivazione delle procedure di conciliazione: «Il 12 settembre il Ministero del lavoro ha comunicato la decisione di non procedere all'incontro di conciliazione adducendo la non obbligatorietà di esperire il tentativo visto che l'oggetto della vertenza riguarda un provvedimento legislativo - concludono dal comitato - l'amministrazione Istat, replicando un'abitudine cara all'ex Presidente, e ora Ministro del lavoro, conferma la scarsa propensione al confronto sui nodi più problematici dell'Istituto e in particolare su quello del precariato».
Dal 30 settembre al 4 ottobre, quindi, è stato confermato lo stato di agitazione permanente di tutto il personale precario. La mobilitazione prevede una settimana di assemblee, presidi, iniziative e scioperi che interromperanno le attività ordinarie dell'Istituto.