Lavoratori Euronics, Prasti: «Vogliamo capire il perchè»
La catena di elettronica chiude dal 28 febbraio nella "Mongolfiera"
sabato 24 gennaio 2015
11.59
Sale la protesta dei 23 lavoratori che dal 1 marzo saranno ufficialmente disoccupati dopo la lettera di licenziamento collettivo giunta alla Filcams CGIL da parte della Media Puglia Due del gruppo Siem che gestisce il punto vendita della catena di elettronica Euronics, presente all'interno della Galleria Commerciale Mongolfiera di Andria. Una protesta che stamane ha visto i dipendenti, nonostante la pioggia, protagonisti all'ingresso del Centro Commerciale con un sit-in per lanciare messaggi forti alla proprietà rea, secondo il sindacato, di aver preso una decisione improvvisa all'indomani di accordi già sottoscritti per i contratti di solidarietà: «Diciamo no ai licenziamenti e diciamo si ad un incontro per trovare una soluzione bonaria se sarà possibile - ha detto Tina Prasti, Segretaria della Filcams BAT - manifestiamo perchè noi siamo venuti incontro alla proprietà e siamo disponibili ad una risoluzione. Abbiamo sottoscritto un contratto di solidarietà per i dipendenti che si sono ridotti orari di lavoro e retribuzioni, contratti che per ben due volte sono stati ridimensionati per favorire un aumento delle ore ed sono stato addirittura sospesi dall'azienda durante il periodo natalizio, da dicembre e sino al 15 gennaio, per poi ritrovarci con la sorpresa della chiusura ad inizio anno».
Ma l'appello non è solo alla proprietà dell'azienda in chiusura ma anche alla proprietà della Galleria "Mongolfiera": «Ne approfittiamo per rimarcare - ha detto Tina Prasti - che c'è bisogno di senso di responsabilità anche del Centro Mongolfiera che non può rimanere inerme a fronte della chiusura di insegne all'interno della Galleria avvenuta anche per gli esosi costi di affitto ed altro». Proprietà aziendale che, tuttavia, ha mostrato già possibili atteggiamenti di chiusura: «Chiusura e rifiuto - ha ricordato Prasti - perchè quando c'è stata proposta la sospensione temporanea del contratto di solidarietà noi ci siamo subito predisposti per un incontro per rivedere i contratti stessi e ci sorprende che dopo la sospensione ci troviamo con il licenziamento collettivo. Vogliamo capire cosa è successo».
Situazione complessa per le oltre 20 famiglie che dal 1 marzo non avranno più il posto di lavoro: «Diciamo al nostro presidente - ha detto una delle dipendenti - che siamo venuti incontro alle esigenze aziendali accettando la solidarietà e riducendoci lo stipendio. Ora ci ha fatto trovare in mezzo alla strada dall'oggi al domani e ci chiediamo il perchè». Rabbia e delusione che troverà ancora proteste sino a quando sarà possibile: «Siamo persone e non oggetti - ha ribadito un'altra dipendente - tanti di noi si sono fatti progetti ed ora non abbiamo più nulla, non servono più a nulla. Ci ritroviamo dall'oggi al domani senza un lavoro dopo l'arrivo di una mail in cui, il Presidente, ci dice che andiamo tutti a casa. Da oggi iniziano le nostre proteste e noi andremo avanti per avere delle spiegazioni plausibili. I bilanci sono poco chiari, vogliamo capire se effettivamente c'è crisi».
Ma l'appello non è solo alla proprietà dell'azienda in chiusura ma anche alla proprietà della Galleria "Mongolfiera": «Ne approfittiamo per rimarcare - ha detto Tina Prasti - che c'è bisogno di senso di responsabilità anche del Centro Mongolfiera che non può rimanere inerme a fronte della chiusura di insegne all'interno della Galleria avvenuta anche per gli esosi costi di affitto ed altro». Proprietà aziendale che, tuttavia, ha mostrato già possibili atteggiamenti di chiusura: «Chiusura e rifiuto - ha ricordato Prasti - perchè quando c'è stata proposta la sospensione temporanea del contratto di solidarietà noi ci siamo subito predisposti per un incontro per rivedere i contratti stessi e ci sorprende che dopo la sospensione ci troviamo con il licenziamento collettivo. Vogliamo capire cosa è successo».
Situazione complessa per le oltre 20 famiglie che dal 1 marzo non avranno più il posto di lavoro: «Diciamo al nostro presidente - ha detto una delle dipendenti - che siamo venuti incontro alle esigenze aziendali accettando la solidarietà e riducendoci lo stipendio. Ora ci ha fatto trovare in mezzo alla strada dall'oggi al domani e ci chiediamo il perchè». Rabbia e delusione che troverà ancora proteste sino a quando sarà possibile: «Siamo persone e non oggetti - ha ribadito un'altra dipendente - tanti di noi si sono fatti progetti ed ora non abbiamo più nulla, non servono più a nulla. Ci ritroviamo dall'oggi al domani senza un lavoro dopo l'arrivo di una mail in cui, il Presidente, ci dice che andiamo tutti a casa. Da oggi iniziano le nostre proteste e noi andremo avanti per avere delle spiegazioni plausibili. I bilanci sono poco chiari, vogliamo capire se effettivamente c'è crisi».