Latte in polvere nei latticini, Misciosia: «Danno per produttori»
L'ex assessore al marketing torna sul "diktat" dell'Unione Europea
martedì 30 giugno 2015
9.06
Agitazione, tensione ed un mare di proteste si sta sollevando contro la lettera inviata dall'Unione Europea al Governo Italiano nella quale si chiede l'immediata modifica della legge 138 del 1974 nella quale si vieta la detenzione, la produzione e la vendita di "prodotti caseari preparati con latte fresco a cui è stato aggiunto latte in polvere o derivati". In particolare l'Unione Europea spiega che questa legge viola "la libera circolazione delle merci all'interno dell'Unione Europea". Sull'argomento dura è la presa di posizione dell'ex Assessore all'Agricoltura del Comune di Andria, Benedetto Miscioscia, confermato consigliere comunale per Forza Italia: «Premesso che non si capisce dove il nostro Paese violerebbe la "libera circolazione delle merci" nell'impedire l'uso di latte in polvere per produrre latticini e formaggi, domando - dice Miscioscia - avrebbe senso parlare di eccellenza italiana ed in particolare di quella pugliese in cui tra l'altro eccelle la produzione dei nostri latticini ed in particolare della nostra "burrata di Andria" se alla fine in nome della "libera circolazione delle merci" si snatura il valore e le caratteristiche di una produzione che da essere considerata qualitativa, si trasforma semplicemente in quantitativa, penalizzando ancora di più quel mercato dell'eccellenza a cui il made in Italy ha sempre puntato per distinguersi e contrastare l'italian sounding?».
Lo stesso Miscioscia prosegue con un monito all'UE: «E' possibile dover subire dall'Unione Europea un diktat che avvantaggerebbe ancora di più il mercato della contraffazione penalizzando economicamente i nostri produttori penalizzando i nostri prodotti? A questo punto si impone che la diffida venga rispedita al mittente, auspicando che il nostro Governo, il prossimo 24 luglio, si impegni, finalmente, ad alzare la voce per contrastare l'Unione Europea chiedendo, invece, di adottare provvedimenti chiari ed inequivocabili sull'obbligo dell'indicazione in etichetta della materia prima utilizzata. Un intervento necessario per salvaguardare, in particolare, quei prodotti caseari e quei formaggi non tutelati dalle DOP. Un provvedimento che deve vedere impegnata, con una decisa presa di posizione, anche la nostra Regione che, quanto prima, deve far sentire le proprie ragioni per non rimanere silente».
Lo stesso Miscioscia prosegue con un monito all'UE: «E' possibile dover subire dall'Unione Europea un diktat che avvantaggerebbe ancora di più il mercato della contraffazione penalizzando economicamente i nostri produttori penalizzando i nostri prodotti? A questo punto si impone che la diffida venga rispedita al mittente, auspicando che il nostro Governo, il prossimo 24 luglio, si impegni, finalmente, ad alzare la voce per contrastare l'Unione Europea chiedendo, invece, di adottare provvedimenti chiari ed inequivocabili sull'obbligo dell'indicazione in etichetta della materia prima utilizzata. Un intervento necessario per salvaguardare, in particolare, quei prodotti caseari e quei formaggi non tutelati dalle DOP. Un provvedimento che deve vedere impegnata, con una decisa presa di posizione, anche la nostra Regione che, quanto prima, deve far sentire le proprie ragioni per non rimanere silente».