“Largo Grotte”, la nostra storia inghiottita dalla modernità
Nostalgia e consapevolezza verso la storia di un quartiere di cui, ora, si commemora la sua bellezza sepolta nel segno del progresso
mercoledì 30 maggio 2018
13.21
"Largo Grotte sprofonda e forse continuerà a sprofondare", così hanno esordito alcuni cittadini all'indomani dell' incessante pioggia di mercoledì scorso, 23 maggio, che ha causato una voragine di circa 3 metri di diametro e 2,5 metri di profondità.
Una affermazione di chi è consapevole di un altro volto dimenticato di Andria, cioè quello costituito da grotte antiche che certamente se fossero state ben custodite e non vittime dell'inottemperanza di chi aveva il dovere di tutelarle, ora avrebbero rappresentato una importante testimonianza storica della nostra Città.
Silenzi ed indifferenza continuano a caratterizzare la nostra cultura anche se a volte dovrà far i conti con chi ha voglia ancora di insegnare e segnalare realtà che sfuggono ai più; sì, perchè prima della riqualificazione dell'intera area con parco giochi, uffici pubblici e zone verdi, emergeva una parte della nostra storia.
Largo Grotte o meglio "le grotte di Sant'Andrea" così definite perché situate a ridosso dell'omonima porta e chiesetta, rappresentava il primo nucleo abitativo della nostra cittadinanza: fu, poi negli anni '50, demolito poiché considerato non più abitabile per il diffondersi di malattie legate ad una diffusa mancanza di igiene pubblica e coabitazione con gli animali.
Denominata la "piccola Matera", case apparentemente uguali ad altre ma in realtà al loro interno risultavano delle vere e proprie grotte di formazione naturale, esistenti anche nelle zone adiacenti, la cui origine forse risalirebbe all'era paleolitica. Il quartiere racchiudeva al suo interno un complesso disordinato di abitazioni fatiscenti, con un numero di abitanti superiore a quello attuale: solo in seguito si ebbe un lieve miglioramento quando la popolazione eccedente trovò residenza nelle zone libere vicine, non più arginata dalle mura.
Spicca ora un volto nuovo, ossia quello deturpato da noncuranza e degrado spesso denunciato dai residenti, i quali hanno più volte, espresso lamentele sullo stato di incuria in cui versa l'intera zona, oltre che continuare a rattoppare, sulle ceneri del nostro passato, buche con piccole gettate di cemento.
"Eppure" spiega un nostro concittadino "se quelle abitazioni fossero state risanate e adeguatamente custodite, ora sarebbero state un importante monumento cittadino, attirando l'attenzioni di turisti e rafforzando la conoscenza e la memoria del nostro passato".
Una affermazione di chi è consapevole di un altro volto dimenticato di Andria, cioè quello costituito da grotte antiche che certamente se fossero state ben custodite e non vittime dell'inottemperanza di chi aveva il dovere di tutelarle, ora avrebbero rappresentato una importante testimonianza storica della nostra Città.
Silenzi ed indifferenza continuano a caratterizzare la nostra cultura anche se a volte dovrà far i conti con chi ha voglia ancora di insegnare e segnalare realtà che sfuggono ai più; sì, perchè prima della riqualificazione dell'intera area con parco giochi, uffici pubblici e zone verdi, emergeva una parte della nostra storia.
Largo Grotte o meglio "le grotte di Sant'Andrea" così definite perché situate a ridosso dell'omonima porta e chiesetta, rappresentava il primo nucleo abitativo della nostra cittadinanza: fu, poi negli anni '50, demolito poiché considerato non più abitabile per il diffondersi di malattie legate ad una diffusa mancanza di igiene pubblica e coabitazione con gli animali.
Denominata la "piccola Matera", case apparentemente uguali ad altre ma in realtà al loro interno risultavano delle vere e proprie grotte di formazione naturale, esistenti anche nelle zone adiacenti, la cui origine forse risalirebbe all'era paleolitica. Il quartiere racchiudeva al suo interno un complesso disordinato di abitazioni fatiscenti, con un numero di abitanti superiore a quello attuale: solo in seguito si ebbe un lieve miglioramento quando la popolazione eccedente trovò residenza nelle zone libere vicine, non più arginata dalle mura.
Spicca ora un volto nuovo, ossia quello deturpato da noncuranza e degrado spesso denunciato dai residenti, i quali hanno più volte, espresso lamentele sullo stato di incuria in cui versa l'intera zona, oltre che continuare a rattoppare, sulle ceneri del nostro passato, buche con piccole gettate di cemento.
"Eppure" spiega un nostro concittadino "se quelle abitazioni fossero state risanate e adeguatamente custodite, ora sarebbero state un importante monumento cittadino, attirando l'attenzioni di turisti e rafforzando la conoscenza e la memoria del nostro passato".