La strage del 12 luglio 2016, il padre di Alessandra Bianchino: «Dimenticata a livello nazionale»
Lo sfogo nella cerimonia davanti alla stazione centrale alla presenza del presidente Michele Emiliano e della sindaca
venerdì 12 luglio 2024
13.06
La cerimonia in ricordo della strage del 12 luglio del 2016 diventa ad Andria il momento dello sfogo per il padre di una delle vittime della sciagura, il signor Giuseppe Bianchino che otto anni fa ha perso la figlia Alessandra: «Il giorno dei funerali ci avevano detto che non ci avrebbero dimenticati, è questo il ricordo? Solo la stampa locale è sempre presente, a livello nazionale nessuno più parla più del più grosso disastro ferroviario mai avvenuto». La rabbia di un genitore che perso per sempre sua figlia è la stessa di chi non vedrà più suo marito, suo nipote o semplicemente un amico.
Ma Andria non dimentica, tant'è che il 12 luglio diventa giornata della memoria collettiva, istituita dalla giunta comunale il 3 luglio scorso: «Così come non si dimentica il caldo torrido, con le cicale a fare da sfondo ad una piana ulivetata macchiata di sangue e lamiere, in quello scenario che ha visto consumarsi la più grave strage ferroviaria del nostro Paese. Andria non dimentica per rispetto di chi non c'è più; per rispetto di chi è sopravvissuto alla scomparsa di un proprio caro; per rispetto di chi si è salvato; per rispetto di tutto ciò che è stato. Andria non dimentica».
E a futura memoria, tra le varie iniziative legate a questa Giornata formalmente istituita, tuti si fermeranno ad osservare un minuto di silenzio alle ore 11.05, qualunque cosa si stia facendo, in qualunque parte della Città ci si trovi. E ance davanti alla stazione di Andria c'è stato il silenzio rotto dalle parole e dalle preghiere di Mons. Luigi Mansi, è stato quello infatti l'orario in cui al km 51 sul binario unico tra Andria e Corato impattarono frontalmente due treni, 23 i corpi dilaniati dalle lamiere e 51 le persone che portano addosso ancora le cicatrici delle ferite.
Nel processo di primo grado, lo ricordiamo, due le condanne, il capostazione e il macchinista del treno partito da Andria e diretto a Corato, 14 gli imputati assolti. Si attendono ora le decisioni in appello.
«La giustizia è una cosa imperfetta, sbaglia continuamente. E sbaglia alle volte a danno di persone innocenti. Ma è l'unica che abbiamo - ha concludo il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. - Alle volte si si sbaglia non riuscendo a raccogliere elementi di prova sufficienti nei confronti di persone che forse sono responsabili i magistrati sono uomini come tutti gli altri quindi, inevitabilmente, sbagliano al punto che noi abbiamo norme anche per la correzione degli errori e si può persino pensare alla revisione di una sentenza di condanna se ci sono nuovi elementi che dimostrano un'innocenza». La giustizia, ha proseguito, «resta una cosa imperfetta ed è un'imperfezione che brucia in modo particolare perché ciascuno di noi si aspetterebbe un risarcimento di giustizia che spesso può mancare. In fatti gravissimi spesso le sentenze dei giudici non hanno soddisfatto chi ha sulla propria carne il segno del dolore».
Ma Andria non dimentica, tant'è che il 12 luglio diventa giornata della memoria collettiva, istituita dalla giunta comunale il 3 luglio scorso: «Così come non si dimentica il caldo torrido, con le cicale a fare da sfondo ad una piana ulivetata macchiata di sangue e lamiere, in quello scenario che ha visto consumarsi la più grave strage ferroviaria del nostro Paese. Andria non dimentica per rispetto di chi non c'è più; per rispetto di chi è sopravvissuto alla scomparsa di un proprio caro; per rispetto di chi si è salvato; per rispetto di tutto ciò che è stato. Andria non dimentica».
E a futura memoria, tra le varie iniziative legate a questa Giornata formalmente istituita, tuti si fermeranno ad osservare un minuto di silenzio alle ore 11.05, qualunque cosa si stia facendo, in qualunque parte della Città ci si trovi. E ance davanti alla stazione di Andria c'è stato il silenzio rotto dalle parole e dalle preghiere di Mons. Luigi Mansi, è stato quello infatti l'orario in cui al km 51 sul binario unico tra Andria e Corato impattarono frontalmente due treni, 23 i corpi dilaniati dalle lamiere e 51 le persone che portano addosso ancora le cicatrici delle ferite.
Nel processo di primo grado, lo ricordiamo, due le condanne, il capostazione e il macchinista del treno partito da Andria e diretto a Corato, 14 gli imputati assolti. Si attendono ora le decisioni in appello.
«La giustizia è una cosa imperfetta, sbaglia continuamente. E sbaglia alle volte a danno di persone innocenti. Ma è l'unica che abbiamo - ha concludo il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. - Alle volte si si sbaglia non riuscendo a raccogliere elementi di prova sufficienti nei confronti di persone che forse sono responsabili i magistrati sono uomini come tutti gli altri quindi, inevitabilmente, sbagliano al punto che noi abbiamo norme anche per la correzione degli errori e si può persino pensare alla revisione di una sentenza di condanna se ci sono nuovi elementi che dimostrano un'innocenza». La giustizia, ha proseguito, «resta una cosa imperfetta ed è un'imperfezione che brucia in modo particolare perché ciascuno di noi si aspetterebbe un risarcimento di giustizia che spesso può mancare. In fatti gravissimi spesso le sentenze dei giudici non hanno soddisfatto chi ha sulla propria carne il segno del dolore».