La Quaresima in tempo di guerra
Riflessione di Gennaro Gino Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria
domenica 6 marzo 2022
Stiamo vivendo giorni difficili, giorni di guerra, di crisi, di sbandamenti: molti principi che ritenevamo acquisiti, in un lampo, sembrano crollare. L'insicurezza ha preso il loro posto negli adulti e nei giovani.
E' dialogando su questo travaglio che – insieme ad altri amici – abbiamo sentito o risentito il richiamo a riaprire il Vangelo nel quale alcune parole hanno generato in noi una luce nuova, una carica nuova e anche hanno dato alla nostra vita una esigenza nuova: vivere il Vangelo insieme, collettivamente. E' stata questa nuova rilettura del Vangelo che ci ha portato a riscoprire il fascino di alcune sue parole: "Beati gli operatori di Pace, perché saranno chiamati figli di Dio"; e bisogna essere operatori di pace non solo nella propria vita ma anche in quella degli altri. In chi ci sta vicino, sul lavoro, a scuola, in parrocchia, nei partiti, nelle relazioni sociali. Non è stato difficile pensare a quanto di inumano sta accadendo in Ucraina o riandare a chi "durante l'ultima guerra ha condannato degli innocenti a morir di fame, ha condannato torme di deportati nella neve e nel solleone, dentro vagoni blindati".
E' a questo punto del nostro conversare che una stilla d'odio ha tentato di prendere il sopravvento, istigato, allettato, spinto a credere che, in fin dei conti, quel pensiero non era un gran male. Ma ecco: "Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché diventiate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché egli fa sorgere il sole sui buoni e su cattivi e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti". (Matteo 5,44-45). E per «nemici» il Vangelo non intende solo gli uomini in guerra con la nostra o l'altrui nazione, perciò ci comanda di amare e pregare per quelli che ci odiano, ci fanno del male, ci calunniano: insomma: per tutti!
Ma, cocciuto, l'odio ritenta l'assalto di farsi accettare! Ma come: nientemeno pregare anche per i nemici? Sì! Non solo per la Pace; non solo perché cessi il terrore della guerra, ma anche per i nemici! "Coraggio! – dice Chiara Lubich – Un piccolo sforzo da parte nostra, poi il 99 per cento lo fa Dio e nel nostro cuore un fiume di gioia".
E' dialogando su questo travaglio che – insieme ad altri amici – abbiamo sentito o risentito il richiamo a riaprire il Vangelo nel quale alcune parole hanno generato in noi una luce nuova, una carica nuova e anche hanno dato alla nostra vita una esigenza nuova: vivere il Vangelo insieme, collettivamente. E' stata questa nuova rilettura del Vangelo che ci ha portato a riscoprire il fascino di alcune sue parole: "Beati gli operatori di Pace, perché saranno chiamati figli di Dio"; e bisogna essere operatori di pace non solo nella propria vita ma anche in quella degli altri. In chi ci sta vicino, sul lavoro, a scuola, in parrocchia, nei partiti, nelle relazioni sociali. Non è stato difficile pensare a quanto di inumano sta accadendo in Ucraina o riandare a chi "durante l'ultima guerra ha condannato degli innocenti a morir di fame, ha condannato torme di deportati nella neve e nel solleone, dentro vagoni blindati".
E' a questo punto del nostro conversare che una stilla d'odio ha tentato di prendere il sopravvento, istigato, allettato, spinto a credere che, in fin dei conti, quel pensiero non era un gran male. Ma ecco: "Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché diventiate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché egli fa sorgere il sole sui buoni e su cattivi e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti". (Matteo 5,44-45). E per «nemici» il Vangelo non intende solo gli uomini in guerra con la nostra o l'altrui nazione, perciò ci comanda di amare e pregare per quelli che ci odiano, ci fanno del male, ci calunniano: insomma: per tutti!
Ma, cocciuto, l'odio ritenta l'assalto di farsi accettare! Ma come: nientemeno pregare anche per i nemici? Sì! Non solo per la Pace; non solo perché cessi il terrore della guerra, ma anche per i nemici! "Coraggio! – dice Chiara Lubich – Un piccolo sforzo da parte nostra, poi il 99 per cento lo fa Dio e nel nostro cuore un fiume di gioia".