La pubblica accusa chiede 10 anni di carcere per un 27enne andriese: ferì gravemente un conoscente in via dell'Indipendenza
Il fatto di sangue avvenne il 6 aprile 2021. I difensori Losappio e Merafina pronti a chiedere la riqualificazione del reato da tentato omicidio in lesioni personali
sabato 5 novembre 2022
12.00
Rischia dieci anni di reclusione, il 27enne andriese, Felice Lotti che il 6 aprile 2021 tentò di uccidere un 30enne suo conoscente, in un cortile condominiale di via Indipendenza, al quartiere Monticelli. E' la richiesta formulata dalla pubblica accusa al processo che si sta celebrando a Trani, la cui sentenza è attesa per il 7 dicembre. I suoi avvocati, i penalisti Raffaele Losappio e Magda Merafina sono pronti a confutare la tesi della procura. Hanno infatti chiesto la riqualificazione del reato di tentato omicidio in lesioni personali, invocando il riconoscimento delle attenuanti del vizio parziale di mente e della provocazione.
Con l'imputazione di tentato omicidio, al Lotti sono stati associati anche i reati di porto illegale di arma da fuoco, ricettazione e violazione degli obblighi della sorveglianza speciale. Il giorno della sparatoria Lotti ferì il 30enne, colpendolo all'inguine e ad un amico che era con lui, ferito di striscio alla caviglia sinistra. Il 30enne venne trasportato in codice rosso all'ospedale "Bonomo" di Andria e sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. A distanza di tempo non sono ancora stati chiari i motivi che hanno spinto il 27enne a sparare, forse di natura privata.
Immediatamente dopo il ferimento partirono le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Andria. Il Lotti venne rintracciato e arrestato dai militari il giorno seguente a Bisceglie, nonostante fosse sottoposto alla misura di sorveglianza speciale e obbligo di soggiorno nella sua residenza ad Andria. Nel corso dell'interrogatorio di garanzia ammise le sue responsabilità negando l'intenzione di uccidere i due soggetti, anche se una testimone ha raccontato di essere stata fermata dall'imputato che chiedeva dove fosse il 30enne, dicendo di volerlo uccidere. Secondo lo psichiatra forense nominato dal giudice Felice Lotti era perfettamente in grado di intendere e di volere al momento della sparatoria, parere opposto al consulente della difesa.
Con l'imputazione di tentato omicidio, al Lotti sono stati associati anche i reati di porto illegale di arma da fuoco, ricettazione e violazione degli obblighi della sorveglianza speciale. Il giorno della sparatoria Lotti ferì il 30enne, colpendolo all'inguine e ad un amico che era con lui, ferito di striscio alla caviglia sinistra. Il 30enne venne trasportato in codice rosso all'ospedale "Bonomo" di Andria e sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. A distanza di tempo non sono ancora stati chiari i motivi che hanno spinto il 27enne a sparare, forse di natura privata.
Immediatamente dopo il ferimento partirono le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Andria. Il Lotti venne rintracciato e arrestato dai militari il giorno seguente a Bisceglie, nonostante fosse sottoposto alla misura di sorveglianza speciale e obbligo di soggiorno nella sua residenza ad Andria. Nel corso dell'interrogatorio di garanzia ammise le sue responsabilità negando l'intenzione di uccidere i due soggetti, anche se una testimone ha raccontato di essere stata fermata dall'imputato che chiedeva dove fosse il 30enne, dicendo di volerlo uccidere. Secondo lo psichiatra forense nominato dal giudice Felice Lotti era perfettamente in grado di intendere e di volere al momento della sparatoria, parere opposto al consulente della difesa.