“La partita della Vita ai tempi del Coronavirus”: riflessione dell’endorsement di “Italia&Friends” Antonio Pistillo
“Una partita giocata contro un nemico invisibile”, sottolinea l’ambasciatore andriese
mercoledì 8 aprile 2020
L'Italia è un grande stadio e noi italiani, tanti giocatori schierati alla rinfusa in campo. Una squadra numerosa che gioca una partita, la più importante, quella della Vita, giocata contro un avversario, che è in campo, ma è invisibile. Una partita di cui è certo il fischio di inizio, ma non quello della fine. Alcuni di noi, volenti o dolenti, sono scesi in campo per giocare e basta, altri per vincere la sopravvivenza. Quanto poi al rispetto delle regole di gioco, c'è chi prende il confronto, come un arteficio fine a sé stesso e chi invece, con maggiore e più realistica consapevolezza, prende la partita, che stiamo tutti noi giocando, come una opportunità per riuscire a ottenere qualche risultato, facendo magari anche goal.
Come sempre accade, nella vita e nelle allegorie che di vita raccontano, c'è chi si dà da fare, corre, non si risparmia, crea azioni, lancia assist, incoraggia i compagni e chi invece più egoisticamente e senza alcuna ambizione, aspetta dall'arbitro il fischio di fine partita, accontentandosi di fare alla fine solo una doccia. Questioni di punti di vista, rispettabili in tempi normali, ma che non possono essere motivo di discussione, in momenti in cui è la salute di tutti ad essere messa in discussione. In una partita di calcio, come nella vita, quella di prima, qualcuno si accontentava consapevolmente o inconsapevolmente di subirla, altri invece tentavano di viverla a pieno, cogliendo tutte le opportunità che poteva offrire loro.
Ma la partita che stiamo giocando ora, in questo nostro tempo, non vede contrapposti ipotetici giocatori, ma l'intera popolazione Italiana, che deve con unità affrontare l'emergenza e ricominciare a credere che la rinascita personale e quella del nostro Paese, è possibile, solo e unicamente se sapremo fare tesoro di questa drammatica esperienza. Una crudele prova che deve farci maturare, farci finalmente comprendere che abbiamo, senza gratuità retorica, tutte le prerogative, di genialità, creatività, intuitivita, che il mondo ha apprezzato e ci ha anche riconosciuto. Quello che ci è sempre mancato, è il sentirci un sol popolo in una sola Nazione, ora è giunto il Tempo della Consapevolezza, cogliamo l'opportunità di raggiungere e conquistare l'unica dote che ci manca, l'unità.
Come sempre accade, nella vita e nelle allegorie che di vita raccontano, c'è chi si dà da fare, corre, non si risparmia, crea azioni, lancia assist, incoraggia i compagni e chi invece più egoisticamente e senza alcuna ambizione, aspetta dall'arbitro il fischio di fine partita, accontentandosi di fare alla fine solo una doccia. Questioni di punti di vista, rispettabili in tempi normali, ma che non possono essere motivo di discussione, in momenti in cui è la salute di tutti ad essere messa in discussione. In una partita di calcio, come nella vita, quella di prima, qualcuno si accontentava consapevolmente o inconsapevolmente di subirla, altri invece tentavano di viverla a pieno, cogliendo tutte le opportunità che poteva offrire loro.
Ma la partita che stiamo giocando ora, in questo nostro tempo, non vede contrapposti ipotetici giocatori, ma l'intera popolazione Italiana, che deve con unità affrontare l'emergenza e ricominciare a credere che la rinascita personale e quella del nostro Paese, è possibile, solo e unicamente se sapremo fare tesoro di questa drammatica esperienza. Una crudele prova che deve farci maturare, farci finalmente comprendere che abbiamo, senza gratuità retorica, tutte le prerogative, di genialità, creatività, intuitivita, che il mondo ha apprezzato e ci ha anche riconosciuto. Quello che ci è sempre mancato, è il sentirci un sol popolo in una sola Nazione, ora è giunto il Tempo della Consapevolezza, cogliamo l'opportunità di raggiungere e conquistare l'unica dote che ci manca, l'unità.