La partigiana Luciana Romoli incontra studenti e genitori all'I.C. "Verdi-Cafaro"
La staffetta partigiana "Luce" irrompe prepotentemente nei cuori e nelle coscienze dei presenti
venerdì 26 ottobre 2018
13.36
L'evento, dal titolo "La giornata della memoria secondo me…", fortemente sostenuto dalla Dirigente Scolastica dott.ssa Grazia Suriano, ha avuto luogo presso la sede della Scuola Secondaria mercoledì 24 ottobre e si è aperto sulle note dell'Inno nazionale magistralmente eseguito dall'orchestra "Anni verdi", fiore all'occhiello della scuola.
Luce, nome di battaglia della staffetta durante l'occupazione nazifascista di Roma, ripercorre pagini palpitanti di dolore, emozione, coraggio, del libro della sua vita oltre che della storia del nostro Paese e rivolge il suo accorato monito ai giovani, a coloro che domani saranno la nuova classe dirigente della nostra amata Italia.
«I ragazzi – afferma con veemenza la "giovane" ottantottenne – devono imparare la storia, la storia della Libertà, perché oggi possono ritenersi cittadini liberi grazie a quelle donne e a quegli uomini che in nome della libertà hanno sacrificato la propria vita». Ma, la libertà, non si conquista una volta per tutte! È sottoposta costantemente a dura prova: tocca ai giovani abbandonare l'indifferenza, il parassitismo, tocca proprio a loro la strenua e incessante difesa di quei valori costituzionali di giustizia, solidarietà, equità sociale per cui i partigiani hanno sacrificato la propria vita.
Luce, che già alla tenera età di otto anni sapeva da che parte stare quando non esitò a difendere la sua compagna di banco ebrea, espulsa dalla scuola, racconta poi della sua esperienza di staffetta intrapresa all'età di dodici anni e di come la bicicletta, mezzo povero di locomozione, sia stato il mezzo con il quale ha spesso veicolato informazioni, portato provviste, trasportato armi e medicine, quasi a voler racchiudere in questo piccolo oggetto la valenza simbolica della libertà femminile.
L'augurio corale, di Luciana Romoli in primis, della Dirigente e di tutta la comunità scolastica è che di questi temi si continui a parlare, perché non si può e non si deve dimenticare e soprattutto perché solo così si rende davvero viva la memoria dei morti!
Luce, nome di battaglia della staffetta durante l'occupazione nazifascista di Roma, ripercorre pagini palpitanti di dolore, emozione, coraggio, del libro della sua vita oltre che della storia del nostro Paese e rivolge il suo accorato monito ai giovani, a coloro che domani saranno la nuova classe dirigente della nostra amata Italia.
«I ragazzi – afferma con veemenza la "giovane" ottantottenne – devono imparare la storia, la storia della Libertà, perché oggi possono ritenersi cittadini liberi grazie a quelle donne e a quegli uomini che in nome della libertà hanno sacrificato la propria vita». Ma, la libertà, non si conquista una volta per tutte! È sottoposta costantemente a dura prova: tocca ai giovani abbandonare l'indifferenza, il parassitismo, tocca proprio a loro la strenua e incessante difesa di quei valori costituzionali di giustizia, solidarietà, equità sociale per cui i partigiani hanno sacrificato la propria vita.
Luce, che già alla tenera età di otto anni sapeva da che parte stare quando non esitò a difendere la sua compagna di banco ebrea, espulsa dalla scuola, racconta poi della sua esperienza di staffetta intrapresa all'età di dodici anni e di come la bicicletta, mezzo povero di locomozione, sia stato il mezzo con il quale ha spesso veicolato informazioni, portato provviste, trasportato armi e medicine, quasi a voler racchiudere in questo piccolo oggetto la valenza simbolica della libertà femminile.
L'augurio corale, di Luciana Romoli in primis, della Dirigente e di tutta la comunità scolastica è che di questi temi si continui a parlare, perché non si può e non si deve dimenticare e soprattutto perché solo così si rende davvero viva la memoria dei morti!