La nota dell'assessore al futuro Di Leo in merito all'aggressione ad un giovane andriese
"La paura posso comprenderla. L'indifferenza no. Bisogna denunciare. Solo così si può intervenire"
venerdì 27 ottobre 2023
9.54
Riceviamo e pubblichiamo la nota dell'assessore al Futuro del Comune di Andria, Viviana Di Leo in merito alla violenza ai danni di un 18enne andriese, avvenuta nei giorni scorsi ad Andria.
"È notizia di queste ore l'aggressione reiterata che ha un subito un giovane di 18 anni nella nostra città. Una notizia che mi rammarica, ma che non mi sorprende. L'Italia è tra le ultime posizioni in Europa per la tutela dei diritti di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali. Siamo 34esimi fra gli Stati del Continente e 22esimi nell'Unione europea, secondo il rapporto annuale Rainbow Europe 2023.
Numeri che dovrebbero far riflettere e che trovano corrispondenza nei dati relativi alle discriminazioni, alle violenze e alle aggressioni che subiscono le persone di tutte le età appartenenti alla comunità LGBTQIA+. Spesso sembra che il fenomeno interessi solo i giovani, ma così non è.
I giovani sono coloro che più denunciano, facendo emergere episodi che vanno dalle discriminazioni a scuola o sul posto di lavoro sino agli omicidi/suicidi. Sono le giovani generazioni ad avere più consapevolezza dei fenomeni di omotransfobia, sono loro che più si informano, che più cercano risposte.
Ed è proprio per questo che penso sia giusto partire da loro, dai più giovani, sia per un'azione di prevenzione e contrasto, sia perché rappresentano un substrato importante per il cambio culturale del quale spesso parliamo e che invochiamo.
A livello locale sono diversi i casi di violenza registrati. In questi anni non è la prima volta che mi è capitato di ascoltare giovani che purtroppo ne hanno avuto esperienza.
E ciò che mi lascia sempre perplessa è l'indifferenza di chi assiste alle aggressioni. Lo riferisce anche il giovane vittima di quest'ultima violenza. "Nessuno è intervenuto". Voglio pensare che nessuno intervenga in casi simili per paura e non per indifferenza.
La paura posso comprenderla. L'indifferenza no. Perché nessuno può essere indifferente alla violenza compiuta ai danni di un'altra persona. Perché quella persona, prima o poi, potremmo esserlo tutti. E tutti potremmo aver bisogno di qualcuno disposto ad aiutarci, ad intervenire. Come Istituzioni non possiamo che condannare chi ricorre alla violenza, in tutte le sue forme. Bisogna denunciare. Senza se e senza ma. Solo così si può intervenire, cercando di arginare il fenomeno o, ancora meglio, sciogliere certe aree di tensione.
Al giovane che ha denunciato, dimostrando coraggio e maturità va' tutta la mia stima e la mia vicinanza. So che preferisce rimanere anonimo e lo rispetto, ma resto a disposizione per incontrarlo ed ascoltarlo. Per condividere insieme una sofferenza subìta nella nostra città.
Parallelamente come Amministrazione non ci fermeremo con le iniziative di sensibilizzazione e prevenzione. Per i diritti di tutti e tutte.
Continueremo a diffondere la cultura della non violenza, certi del fatto che, prima o poi, come una goccia che scava la roccia, riusciremo a scardinare i pregiudizi e ad estinguere le stigmatizzazioni. Non uomini o donne al centro. Ma persone al centro.
"È notizia di queste ore l'aggressione reiterata che ha un subito un giovane di 18 anni nella nostra città. Una notizia che mi rammarica, ma che non mi sorprende. L'Italia è tra le ultime posizioni in Europa per la tutela dei diritti di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali. Siamo 34esimi fra gli Stati del Continente e 22esimi nell'Unione europea, secondo il rapporto annuale Rainbow Europe 2023.
Numeri che dovrebbero far riflettere e che trovano corrispondenza nei dati relativi alle discriminazioni, alle violenze e alle aggressioni che subiscono le persone di tutte le età appartenenti alla comunità LGBTQIA+. Spesso sembra che il fenomeno interessi solo i giovani, ma così non è.
I giovani sono coloro che più denunciano, facendo emergere episodi che vanno dalle discriminazioni a scuola o sul posto di lavoro sino agli omicidi/suicidi. Sono le giovani generazioni ad avere più consapevolezza dei fenomeni di omotransfobia, sono loro che più si informano, che più cercano risposte.
Ed è proprio per questo che penso sia giusto partire da loro, dai più giovani, sia per un'azione di prevenzione e contrasto, sia perché rappresentano un substrato importante per il cambio culturale del quale spesso parliamo e che invochiamo.
A livello locale sono diversi i casi di violenza registrati. In questi anni non è la prima volta che mi è capitato di ascoltare giovani che purtroppo ne hanno avuto esperienza.
E ciò che mi lascia sempre perplessa è l'indifferenza di chi assiste alle aggressioni. Lo riferisce anche il giovane vittima di quest'ultima violenza. "Nessuno è intervenuto". Voglio pensare che nessuno intervenga in casi simili per paura e non per indifferenza.
La paura posso comprenderla. L'indifferenza no. Perché nessuno può essere indifferente alla violenza compiuta ai danni di un'altra persona. Perché quella persona, prima o poi, potremmo esserlo tutti. E tutti potremmo aver bisogno di qualcuno disposto ad aiutarci, ad intervenire. Come Istituzioni non possiamo che condannare chi ricorre alla violenza, in tutte le sue forme. Bisogna denunciare. Senza se e senza ma. Solo così si può intervenire, cercando di arginare il fenomeno o, ancora meglio, sciogliere certe aree di tensione.
Al giovane che ha denunciato, dimostrando coraggio e maturità va' tutta la mia stima e la mia vicinanza. So che preferisce rimanere anonimo e lo rispetto, ma resto a disposizione per incontrarlo ed ascoltarlo. Per condividere insieme una sofferenza subìta nella nostra città.
Parallelamente come Amministrazione non ci fermeremo con le iniziative di sensibilizzazione e prevenzione. Per i diritti di tutti e tutte.
Continueremo a diffondere la cultura della non violenza, certi del fatto che, prima o poi, come una goccia che scava la roccia, riusciremo a scardinare i pregiudizi e ad estinguere le stigmatizzazioni. Non uomini o donne al centro. Ma persone al centro.