La mappa dei clan malavitosi nella Bat: sempre attivi quelli andriesi

La relazione della Direzione Investigativa Antimafia per il secondo semestre 2020

giovedì 23 settembre 2021
Una vera e propria radiografia dettagliata, quella che compie la Direzione Investigativa Antimafia, nel suo consueto rapporto semestrale del crimine in Italia. Nel secondo semestre del 2020 il perdurare dell'emergenza sanitaria da COVID-19 ha accentuato le conseguenze negative sul sistema sociale ed economico italiano originate dalle severe misure rese necessarie per contenere l'espandersi del contagio. Delle difficoltà finanziarie dei cittadini e delle imprese potrebbero approfittare le organizzazioni malavitose, per altro sempre più orientate verso una sorta di metamorfosi evolutiva volta a ridurre le strategie cruente per concentrarsi progressivamente sulla silente infiltrazione del sistema imprenditoriale.
Alla luce di queste considerazioni, la Relazione di questo semestre è orientata sull'analisi e l'interpretazione delle possibili strategie d'azione e linee di tendenza evolutive, soprattutto sul piano imprenditoriale nel medio-lungo periodo, delle organizzazioni mafiose che non conoscono confini di settore, geografici e relazionali specie con riferimento al mondo finanziario, politico-amministrativo e delle professioni (cd. area grigia).

Nel territorio della provincia di Barletta-Andria-Trani la presenza di diversi gruppi criminali dotati di una singolare autonomia operativa si coniuga con quella delle limitrofe organizzazioni criminali baresi, foggiane e cerignolane. Nell'area, la complessità delle dinamiche delinquenziali mafiose e della malavita comune risulterebbe ancor più accentuata alla luce delle ripercussioni economiche e sociali indotte dalla crisi sanitaria da COVID-19. L'attuale emergenza, infatti, rende il territorio maggiormente vulnerabile agli interessi della criminalità esponendolo al rischio di ripercussioni negative soprattutto per quanto concerne l'eccellenza del tessuto economico-produttivo. Le maggiori criticità potrebbero interessare la litoranea, Margherita di Savoia, Barletta, Trani, Bisceglie dove insistono le prevalenti attività turistiche e di ristorazione ma anche l'entroterra della provincia propriamente rurale gravato da una forte incidenza di reati predatori, danneggiamenti ed estorsioni che affliggono soprattutto il settore agricolo. Numerosissimi, anche nel periodo in esame, le rapine di mezzi e attrezzature agricole, i danneggiamenti incendiari di colture o di relativi impianti e gli attentati dinamitardi.

In tale complesso scenario i sodalizi della zona più duttili e forti economicamente (soprattutto quelli di Andria ma anche la malavita cerignolana che risulta in espansione attraverso le propaggini di San Ferdinando di Puglia, Trinitapoli e Canosa di Puglia) potrebbero incrementare le illecite attività di usura e riciclaggio approfittando delle deboli fasi di "ripresa" e "ricostruzione" delle attività imprenditoriali al fine di esercitare su di esse una massiva ingerenza. In questa chiave di lettura va interpretata la decisione di istituire presso la Prefettura di Barletta-Andria-Trani l'Osservatorio Provinciale antiusura e antiracket quale "avamposto di legalità che si propone di avvicinare le Istituzioni alla collettività, creando una rete che dia vita ad un percorso di sensibilizzazione di tutto il tessuto socio-economico per l'affermazione della cultura della legalità". Altrettanta pervicace interferenza potrebbe registrarsi nel settore agroalimentare dove i campanelli d'allarme sono rappresentati principalmente dall'erogazione dei contributi agricoli europei sui quali la criminalità può intervenire per un impiego distorto dei fondi percepiti e dal possibile incremento del lavoro in nero. Significative al riguardo sono le interdittive antimafia emesse, nel semestre di riferimento, dal Prefetto di Barletta-Andria-Trani che restituiscono l'immagine di un tessuto economico estremamente sensibile al pericolo di infiltrazione. Due provvedimenti in particolare hanno riguardato altrettante imprese individuali di Andria operanti rispettivamente nel settore agricolo e dell'allevamento i cui rappresentanti sono risultati vicini a elementi della criminalità organizzata.

Nel dettaglio, uno dei titolari coinvolto più volte in indagini per reati associativi finalizzati all'estorsione e alla ricettazione di bestiame e mezzi agricoli era al vertice di un'organizzazione criminale andriese attiva sul vasto territorio compreso tra le province di Potenza, Matera, Foggia e dell'Alta Murgia barese. Nel territorio ofantino, peraltro, l'operazione del 3 novembre 2020 della Guardia di finanza ha individuato (comuni di Trinitapoli, Margherita di Savoia e Barletta) un gruppo criminale che aveva costituito "…tre società agricole, tutte riconducibili di fatto allo stesso sodalizio criminale ed adoperate per la fittizia assunzione di personale, stante l'assenza di attività lavorativa concretamente prestata, al solo fine di consentire la percezione indebita di indennità di disoccupazione in seguito al licenziamento (anch'esso fittizio) e il conseguimento di settimane utili ai fini pensionistici". Analoghi riscontri hanno portato all'emissione, nel mese di luglio, di una misura interdittiva emessa dal Prefetto di Barletta-Andria-Trani nei confronti di un'associazione di volontariato. L'attività istruttoria ha evidenziato oltre al legame del presidente con un elemento di spicco del gruppo MICCOLI-DE ROSA-BUONAROTA di Trinitapoli anche il suo coinvolgimento per concorso in truffa ai danni dell'INPS. In relazione agli stupefacenti, si cita l'operazione "Blue Box" conclusa tra le province di Bari e BAT il 19 novembre 2020 dalla Guardia di finanza nei confronti di 15 soggetti dei quali 6 albanesi. L'indagine è stata avviata nei confronti dell'equipaggio di un motopeschereccio del porto di Bisceglie sospettato di effettuare traffici di sostanza stupefacente. Il gruppo con sede operativa a Bisceglie in effetti era impegnato nel narcotraffico di marijuana, hashish e cocaina destinato alle piazze di spaccio anche nei Paesi balcanici e in Spagna. L'indagato collocato al vertice dell'organizzazione si avvaleva della collaborazione criminale di due soggetti uno affiliato ai GRINER di Andria e l'altro ai baresi PALERMITI-MILELLA riconducibili nell'alveo mafioso del clan PARISI. Sempre in relazione ai traffici di stupefacenti con la criminalità albanese, attività info-investigative e di analisi confermano come appetibile il potenziale asse adriatico Puglia-Marche. L'analisi delle dinamiche criminali del territorio proverebbe l'assenza, nell'area di Barletta, di contrapposizioni tra i locali sodalizi che operano con una maggiore autonomia operativa come peraltro rivelano gli esiti dell'indagine "Nabucodonosor" (20 febbraio 2020) che ha portato più di recente all'arresto del capoclan CANNITO. Nonostante la rimodulazione degli assetti verso un "modello orizzontale" che tende a limitare il divario tra vertici e basi in tutta l'area barlettana permarrebbe tuttavia il rischio di instabilità confermato, tra l'altro, dai rinvenimenti di armi e da episodi di violenza che hanno riguardato anche pregiudicati e spacciatori locali. L'interazione della criminalità organizzata barlettana con cosche cerignolane e con la mafia garganica emersa nell'ambito dell'operazione "Gargano" (2019) è stata confermata dalla sentenza di condanna emessa il 24 novembre 2020. I riscontri investigativi dell'inchiesta avevano ricostruito i legami finalizzati al rifornimento di cocaina tra un gruppo criminale locale e l'organizzazione garganica dei cd. MONTANARI. In particolare, un pregiudicato attraverso rapporti con un affiliato ai LI BERGOLIS aveva costituito una nuova rete di spaccio locale. Sempre in tale contesto, l'8 ottobre 2020 nell'ambito dell'inchiesta "Via Trani" i Carabinieri hanno arrestato 8 soggetti a seguito della sentenza di condanna divenuta definitiva il 18 settembre 2020 per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti gestito ad Andria nel territorio controllato dai GRINER. Interazioni e cointeressenze con la malavita cerignolana e foggiana ma anche con la criminalità barese e del Salento (l'asse Andria-Taranto è emerso nell'operazione "Mercante in fiera", meglio argomentata nel paragrafo dedicato alla città di Taranto, eseguita il 14 dicembre 2020 dai Carabinieri a carico di 34 indagati accusati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi e munizioni, rapina e trasferimento fraudolento di valori), si sono registrate sul territorio di Andria dove le fibrillazioni fra le nuove leve dei gruppi GRINER-CAPOGNA e il clan LAPENNA (ex PASTORE-CAMPANALE, anche se sul territorio andriese sono tuttora presenti anche i PISTILLO-PESCE) sono state causa, nel recente passato, di scontri che hanno originato gravi episodi di sangue (ci si riferisce agli omicidi di 2 esponenti apicali del gruppo CAPOGNA-GRINER, avvenuti rispettivamente il 25 luglio 2019 e il 24 giugno 2019), con risvolti più attuali. Il 30 settembre 2020 un ordigno artigianale è stato posizionato dinanzi al portone dello stabile di un pregiudicato agli arresti domiciliari inserito nel clan CAPOGNA. L'atto intimidatorio si inquadra nel generale stato di tensione che continua ad animare la criminalità organizzata andriese rendendola una delle realtà più pragmatiche dell'intera provincia BAT (il 27 agosto 2020 è stata incendiata una villa sequestrata a un affiliato del clan LAPENNA - ex PASTORE-CAMPANALE). Per quanto riguarda la città di Trani permane lo stato di estrema fluidità degli assetti criminali con i gruppi CORDA e COLANGELO. In relazione al primo sodalizio si segnala la misura cautelare eseguita dai Carabinieri, nel novembre 2020, nei confronti di un pregiudicato albanese già condannato nell'ambito del processo "Point Break" organico al clan CORDA. Il soggetto avvalendosi della forza intimidatrice del gruppo si rendeva responsabile di estorsione in concorso nei confronti di alcuni imprenditori della città. Anche nel territorio tranese si registrano, in materia di stupefacenti, sinergie criminali tra i gruppi del Gargano e quelli della BAT. Ne sono conferma le motivazioni della sentenza del 10 luglio 2020 emessa nell'ambito dell'operazione "Montagne Verdi" (gennaio 2018) che aveva portato all'arresto di due fratelli legati da rapporti di parentela con i LI BERGOLIS di Monte Sant'Angelo i quali provvedevano a rifornire i COLANGELO con ingenti quantitativi di marijuana. A Trinitapoli nella Valle d'Ofanto la faida contrassegnata dalla storica contrapposizione tra i DE ROSA-MICCOLI e i GALLONE-CARBONE ha trovato un ulteriore epilogo con l'indagine dei Carabinieri "Turn Over" del 7 luglio 2020 che nell'integrare il quadro informativo ottenuto già in occasione dell'operazione "Nemesi" (7 giugno 2019) ha messo in luce il ruolo preminente assunto nel traffico di droga dalla compagine criminale nella nuova composizione DE ROSA-MICCOLI-BUONAROTA a discapito dell'opposto schieramento CARBONE-GALLONE. Sempre nella Valle dell'Ofanto l'assenza di organizzazioni strutturate a Margherita di Savoia potrebbe esporre il territorio alle strategie espansionistiche dei clan limitrofi che individuano in quel centro un obiettivo altamente remunerativo poiché meta turistica e in quanto tale caratterizzata da floride piazze di spaccio, nonché da esercizi commerciali e strutture balneari che potrebbero essere sottoposte a estorsione ovvero si potrebbero prestare ad attività di riciclaggio. Si conferma in particolare l'interesse della criminalità organizzata andriese e segnatamente del clan CAPOGNA che potrebbe contare anche su significativi appoggi locali. L'influenza della mafia cerignolana non risparmia neanche le città di Canosa di Puglia e di San Ferdinando di Puglia soprattutto per quanto concerne il modus operandi nella commissione di reati contro il patrimonio che richiede un'elevata capacità organizzativa e "militare".

Il 21 novembre 2020, a Barletta i Carabinieri hanno eseguito l'OCC 2231/2020 RGNR-2923/2020 RGGIP, emessa dal GIP del Tribunale di Trani nei confronti di un pregiudicato in passato collegato al clan CANNITO-LATTANZIO responsabile di 12 furti con strappo, di cui uno sfociato in rapina, consumati a Molfetta (BA) e Bisceglie tra luglio 2018 e agosto 2020. Il 5 dicembre 2020 l'uomo è stato colpito dall'ulteriore OCC 3058/20 RGGIP, emessa dal GIP del Tribunale di Trani per altri 10 analoghi episodi risalenti al primo semestre 2020, avvenuti a Molfetta (BA) e Terlizzi (BA); il 5 ottobre 2020 a Canosa di Puglia è stata consumata una rapina da 4 soggetti armati di pistola ai danni del titolare di un bar-pasticceria-tabacchi asportando la somma di euro 40.000; il 22 dicembre 2020, ad Andria, ignoti travisati e armati hanno consumato una rapina in danno di un autotrasportatore, costretto a scendere dal mezzo e portato in un casolare di campagna da dove poi è stato liberato, in agro di Canosa di Puglia. Sono stati sottratti 25 bancali di prodotti di salumeria e 4 pedane di arance.

Numerosi in tutta la provincia gli arresti e i sequestri di sostanze stupefacenti. Sotto questo profilo l'asse tra la criminalità andriese e quella calabrese si confermerebbe, allo stato, quello potenzialmente più idoneo a produrre effetti significativi. L'8 agosto 2020 la Guardia di finanza ha arrestato un cittadino andriese che, su un autocarro con targa tedesca trasportava dalla Calabria con destinazione Andria, kg. 47 circa di marijuana e kg. 5,4 circa di cocaina, occultati in un doppio fondo.