"La fraternità universale", l'ultimo libro del sacerdote andriese don Salvatore Sciannamea
Opera ispirata a Charles de Foucauld, che sarà proclamato santo il prossimo 15 maggio
lunedì 25 aprile 2022
08.00
"La fraternità universale" è l'ultimo lavoro editoriale di don Salvatore Sciannamea, sacerdote della diocesi di Andria e rettore dell'Abbazia del Goleto nel cuore dell'Irpinia. Già autore di altre pubblicazioni come "L'arte tra bellezza estetica e antropologia assiologica" e "I brevi racconti del cuore", don Salvatore ha dedicato il suo più recente libro "ai Piccoli Fratelli Jesus Caritas, - scrive tra le pagine - che mi hanno insegnato l'amore per la fraternità, fatto gustare, in tutta semplicità, lo splendore della preghiera e odorare, come incenso, il profumo del servizio". L'opera è ispirata a Charles de Foucauld che sarà proclamato santo il prossimo 15 maggio, ma è scritto attingendo ad una visione ampia, universale e laicale. In copertina è raffigurata l'opera "El amanecer" (l'alba) dell'artista guatemalteo Giovanni Miljangos Chex.
La prefazione del libro è stata curata da Oswaldo Curuchich, Piccolo Fratello Jesus Caritas e Dottore in Teologia: "Il titolo scelto dall'autore, don Salvatore Sciannamea, La fraternità universale tra utopia, desiderio e realtà, potremmo paragonarla ad una finestra dalla quale osservare una realtà ampia, affascinante e, allo stesso tempo, distante e complessa; questo ideale, cioè la fratellanza umana, è stato da molti ipotizzato, da altri desiderato, ma da pochi vissuto, e sempre rinviato. Tracce di fraternità universale, nel senso di sogno o desiderio, si trovano in tutti i campi del vissuto umano, nelle filosofie, le tradizioni popolari, l'arte, il cinema, la cultura in generale e in modo del tutto particolare nelle religioni. Tuttavia, lungo la storia, gli esseri umani non sono mai riusciti a considerarsi una "grande famiglia", anzi, essa ci ha tramandato soprattutto le divisioni, l'odio e la guerra tra fratelli. Don Salvatore Sciannamea, con questo bel volume che egli ritiene "un'umile contributo", attingendo a diverse fonti letterarie ci fa comprendere, pur se velocemente, che la fraternità universale è una meta perseguita da moltissimi uomini e donne in ogni tempo a prescindere dalla fede cristiana e dei documenti del magistero della Chiesa. Nell'ultimo capitolo, un paragrafo è dedicato alla testimonianza evangelica del beato Charles de Foucauld - che sarà canonizzato santo il 15 maggio 2022 – che papa Francesco cita al termine dell'enciclica Fratelli Tutti e lo indica come esempio da imitare per poter vivere da fratelli ovunque ci si trovi. È quel de Foucauld che dopo aver vissuto per lunghi anni nell'indifferenza religiosa, riscopre la sua fede cristiana e, seguendo le orme di Gesù di Nazaret, comprende che l'inizio della salvezza consiste nell'andare incontro all'altro e considerarlo fratello, e così facendo divenne fratello universale.
Nel 1908, ad un ufficiale dell'esercito francese che gli chiedeva il motivo della sua permanenza, da unico cristiano, nel deserto del Sahara, Charles de Foucauld, rispose: «Non sono qui per convertire in un solo colpo i Tuareg, ma per cercare di capirli e di migliorarli… Io sono certo che il buon Dio accoglierà nel cielo coloro che sono stati buoni e onesti, senza bisogno che siano cattolici romani. Voi siete protestante, Tessère è incredulo, i Tuareg sono musulmani: io sono persuaso che Dio ci riceverà tutti, se lo meritiamo, e cerco di migliorare i Tuareg perché meritino il Paradiso». Possa il presente contributo diventare uno stimolo per ulteriori riflessioni ed approfondimenti sul tema; e possa incoraggiare tutti coloro che, al di là della propria nazionalità, professione e credo religioso sono persuasi che la fraternità universale rimane utopia quando la si rinvia a "tempi più maturi", ma diventa realtà quando si è capace di agire come artigiani di fraternità nella quotidianità della propria esperienza".
La prefazione del libro è stata curata da Oswaldo Curuchich, Piccolo Fratello Jesus Caritas e Dottore in Teologia: "Il titolo scelto dall'autore, don Salvatore Sciannamea, La fraternità universale tra utopia, desiderio e realtà, potremmo paragonarla ad una finestra dalla quale osservare una realtà ampia, affascinante e, allo stesso tempo, distante e complessa; questo ideale, cioè la fratellanza umana, è stato da molti ipotizzato, da altri desiderato, ma da pochi vissuto, e sempre rinviato. Tracce di fraternità universale, nel senso di sogno o desiderio, si trovano in tutti i campi del vissuto umano, nelle filosofie, le tradizioni popolari, l'arte, il cinema, la cultura in generale e in modo del tutto particolare nelle religioni. Tuttavia, lungo la storia, gli esseri umani non sono mai riusciti a considerarsi una "grande famiglia", anzi, essa ci ha tramandato soprattutto le divisioni, l'odio e la guerra tra fratelli. Don Salvatore Sciannamea, con questo bel volume che egli ritiene "un'umile contributo", attingendo a diverse fonti letterarie ci fa comprendere, pur se velocemente, che la fraternità universale è una meta perseguita da moltissimi uomini e donne in ogni tempo a prescindere dalla fede cristiana e dei documenti del magistero della Chiesa. Nell'ultimo capitolo, un paragrafo è dedicato alla testimonianza evangelica del beato Charles de Foucauld - che sarà canonizzato santo il 15 maggio 2022 – che papa Francesco cita al termine dell'enciclica Fratelli Tutti e lo indica come esempio da imitare per poter vivere da fratelli ovunque ci si trovi. È quel de Foucauld che dopo aver vissuto per lunghi anni nell'indifferenza religiosa, riscopre la sua fede cristiana e, seguendo le orme di Gesù di Nazaret, comprende che l'inizio della salvezza consiste nell'andare incontro all'altro e considerarlo fratello, e così facendo divenne fratello universale.
Nel 1908, ad un ufficiale dell'esercito francese che gli chiedeva il motivo della sua permanenza, da unico cristiano, nel deserto del Sahara, Charles de Foucauld, rispose: «Non sono qui per convertire in un solo colpo i Tuareg, ma per cercare di capirli e di migliorarli… Io sono certo che il buon Dio accoglierà nel cielo coloro che sono stati buoni e onesti, senza bisogno che siano cattolici romani. Voi siete protestante, Tessère è incredulo, i Tuareg sono musulmani: io sono persuaso che Dio ci riceverà tutti, se lo meritiamo, e cerco di migliorare i Tuareg perché meritino il Paradiso». Possa il presente contributo diventare uno stimolo per ulteriori riflessioni ed approfondimenti sul tema; e possa incoraggiare tutti coloro che, al di là della propria nazionalità, professione e credo religioso sono persuasi che la fraternità universale rimane utopia quando la si rinvia a "tempi più maturi", ma diventa realtà quando si è capace di agire come artigiani di fraternità nella quotidianità della propria esperienza".