​La droga tra business e piaga sociale

Cala il consumo in Puglia ma aumenta la produzione e la pericolosità

domenica 15 dicembre 2013
A cura di Stefano Massaro
La droga: un capitolo scottante e spesso relegato a semplice disagio sociale. Purtroppo non è così e per lunghi anni si è affrontato in un contesto di ignoranza e poca consapevolezza di quanto stava accadendo. La droga, di qualsiasi estrazione essa sia, ora è soprattutto un grande business sia per le grandi organizzazioni criminali internazionali e sia per le piccole mafie locali che dialogano costantemente con i paesi dell'est Europa o direttamente con il Sud America. Quanto sin qui detto è senza dubbio piuttosto ovvio, ma la globalizzazione e la crisi hanno costruito un nuovo ed importante fenomeno sociale: la produzione diretta di droga, in particolare di quella di più largo consumo. Una passeggiata nei viali centrali della nostra città, un odore acre accompagnato da poco fumo, angoli non più nascosti e la "sigaretta" ritenuta speciale da giovani o giovanissimi: stiamo parlando della "cannabis".

E' questa che la Puglia ha il triste primato di produzione in Italia. I dati fornitici dal capo dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Giovanni Serpelloni, parlano chiaro: su quattro milioni e 100 mila piante di cannabis sequestrate nel corso del 2012 su tutto il territorio nazionale, ben quattro milioni sono state sequestrate in Puglia. Solo la città di Andria, negli scorsi mesi, è stata protagonista di numerosissimi sequestri di intere coltivazioni occultate tra gli ulivi della nostra bellissima terra, o in ville interamente adibite a questo scopo. Proprio ad Ottobre un maxi sequestro di 600 piante di cannabis con oltre 5 chili di sostanza stupefacente, ad opera di agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Andria, ha permesso di eliminare dal mercato prodotto per quasi un milione di euro di futuri introiti. A metà novembre, invece, l'arresto di un giovanissimo corriere della droga con la sua autovettura imbottita con un chilo di cocaina che avrebbe fruttato ben oltre i due milioni di euro.

Lo stesso dipartimento per le Politiche antidroga, tuttavia, ha lanciato più volte un allarme serio e dal quale non bisogna prescindere: la Puglia, oltre ad essere la regina della quantità di prodotto, è anche quella che produce la cannabis più pericolosa perché è stata geneticamente modificata e la percentuale di principio attivo è la più alta d'Italia. Non una droga leggera, insomma, ma una vera e propria droga "pesante", se mai fosse logico fare questa distinzione. Dal classico 7% di principio attivo della cannabis, il Thc, si passa a piantine che arrivano a produrre il 20-30 percento con picchi del 41%. In questa misura la cannabis diviene assolutamente devastante per il cervello anche in piccole quantità.

Ma ci sono anche dei segnali positivi: dal 2009, anno in cui il consumo di sostanze stupefacenti in Puglia ha toccato il picco più alto, sembra esserci una decisa inversione di tendenza. A confermarlo sono proprio i dati raccolti nella ricerca del dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Al 2012 il consumo è diminuito del 25% con un dato confermato sia dai questionari anonimi che dalle analisi delle acque reflue. Tra le persone di età compresa tra i 15 e i 19 anni, il 77% dichiara di non aver mai fatto uso di droghe nella sua vita ed il 77% dichiara di non aver mai usato cannabis (il 23% sì), mentre il 98% dichiara di non aver mai usato cocaina (il 2,3% invece ha risposto di sì). La Puglia, inoltre, è al penultimo posto in Italia, seconda solo a Bolzano, per numero di morti per overdose rispetto al numero di abitanti. Un dato che, sommato agli 11.500 soggetti tossicodipendenti in cura nei Sert, fanno della Puglia una regione virtuosa dal punto di vista delle terapie e dell'assistenza. Anche la diffusione di Hiv ed Epatite C, in Puglia, é inferiore alla media nazionale: 6,5% contro l'8,3% in Italia.