"La bellezza della Trasfigurazione": il cuore riapre alla speranza

Riflessione di Gennaro (Gino) Piccolo, referente del Centro "Igino Giordani" di Andria

domenica 28 febbraio 2021
«Rare volte mi è capitato di sentir parlare di Bellezza come in questi ultimi tempi; in un mese poi, febbraio, che si ama definire "corto e amaro" per vie della bizzarria delle temperature.
Felice coincidenza, proprio in questo mese, è stato pubblicato un libro che fin dal titolo, "Tracce di Eterno", dice Bellezza; libro al quale si è aggiunto un Sussidio che indica una "Via della Bellezza" scritta a più mani da un sacerdote e da un laico per favorire la conoscenza della Parola di Dio.
Mai, e proprio in questo mese, mi era capitato assistere ad una conversazione sull'economia tenuta da un giovanissimo ingegnere gestionale che ha esordito parlando di Bellezza e di Sogni che a me -ormai alle soglie degli anni 80 -, non senza un po' di commozione, ha riportato alla mente il pensiero del giovane Profeta Gioele: «I vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni».
Ma c'è un di più, credo, ed è quello che di sete di Bellezza si scriva e si parli in tempi così difficili come questo che stiamo vivendo.
Quello però che tocca più profondamente è che tutto questo avvenga alla vigilia di una Liturgia –quella di domenica 28 febbraio, seconda di Quaresima – che, nientemeno, propone la meravigliosa pagina del Vangelo della Trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor: «Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche» (Marco 9,2-10).
La Trasfigurazione, apice della Bellezza!
E impressiona, impressiona tanto che la Trasfigurazione di Gesù – dicono gli studiosi – avvenga tra due avvisi delle sofferenze e della sua morte. Consolante quanto afferma il poeta cubano Roberto Méndez Martinez secondo il quale «prima di essere percosso, sfigurato, appeso alla croce, Gesù desiderò anticipare loro una goccia della Somma Bellezza e mostrare agli Apostoli scandalizzati dall'annunzio della morte – che più in là della fragile apparenza umana c'è un Pienezza difficilmente traducibile in parole, verso la quale bisognava avanzare in mezzo alla sofferenza umana» (28 aprile 2009).
In mezzo alla sofferenza umana!
Alla fine di questa giornata e di questo mese – pensando alla Pandemia – questa Liturgia della Trasfigurazione mi riapre il cuore alla speranza e alla unanime richiesta a "Quel Dio Bello" che cessino tante sofferenze, perché possiamo – come dice Stefania Papa – «tornare a declinare e cantare la Bellezza della natura, dell'arte, dei gesti e dell'affetto di chi ci sta accanto senza del quale non possiamo vivere; e, certi che Dio ha seminato la sua grande Bellezza in ciascuno di noi, solo con lui potremo salvare il mondo».