USB, mobilitazione per "trattenuta tfr illegittima"
Pastore: «Illegittima la trattenuta sul TFR a carico di lavoratori assunti dal 2001»
mercoledì 7 dicembre 2016
11.42
Confermata la giurisprudenza favorevole circa la illegittima per la trattenuta del 2,5% per il Trattamento di Fine Rapporto a carico dei giovani assunti con decorrenza 01/01/2001.
E' quanto dichiara il segretario aziendale U.S.B. del Comune di Andria, Dott. Marco Pastore in una nota stampa.
"La prima sentenza favorevole è del Tribunale di Roma (che ormai nel lontano 2013 ha riconosciuto indebito il prelievo del 2,5% dello stipendio di decine di "giovani" dipendenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed ha disposto la restituzione delle trattenute effettuate ed una pesante condanna alle spese legali), successivamente molti Tribunali hanno riconosciuto indebito il prelievo condannando l'Amministrazione alle spese.
Il Tribunale di Roma ha ripetuto in più pronunce (ma non è il solo!) il principio che "la riduzione dello stipendio del personale assoggettato al regime del T.F.R. nella corrispondente misura del 2,5% non trova alcuna giustificazione", riduzione che, peraltro, "non è recuperata dal corrispondente incremento contributivo ai fini previdenziali e dall'applicazione delle norme sul T.F.R. che ovviamente non comporta una modifica dello stipendio erogato in misura ridotta" e determina "un ingiustificato trattamento deteriore dei dipendenti pubblici rispetto a quelli privati, non sottoposti a rivalsa da parte del datore di lavoro".
Ancora una sentenza, del marzo 2016, condanna l'amministrazione pubblica a risarcire la trattenuta sullo stipendio operata su tutti i lavoratori pubblici assunti dopo il 2000.
Il Tribunale di Milano ha condannato il Comune di Trezzano sul Naviglio alla restituzione della trattenuta del 2,5% sulla retribuzione mensile applicata ai propri dipendenti in regime di trattamento di fine rapporto (TFR).
La sentenza del Giudice del Lavoro lombardo, depositata l'11 marzo 2016, conferma l'orientamento seguito da molte altre corti di merito di tutta Italia, in attuazione dei principi sanciti alla Corte Costituzionale con la sentenza n. 223/2012, poi confermata dalla sentenza n. 244/2014.
In realtà, già la Riforma Dini (legge n. 335/1995) aveva stabilito il passaggio dal regime del trattamento di fine servizio (TFS) al regime del TFR per tutti i dipendenti pubblici assunti a partire dal 2001, con applicazione della disciplina prevista dall'art. 2120 c.c., dunque senza alcuna trattenuta. La trattenuta del 2,5% doveva continuare ad applicarsi solo ai lavoratori assunti fino al 31.12.2000, rimasti con il vecchio regime del TFS.
Senonché, in fase di attuazione, l'Accordo 29 luglio 1999 e, soprattutto, il DPCM 20 dicembre 1999 hanno di fatto reintrodotto la trattenuta anche per gli assunti dopo il 31.12.2000, per garantire "il principio della invarianza della retribuzione complessiva" rispetto ai lavoratori rimasti con il regime del TFS.
Secondo il Tribunale di Milano, tuttavia, entrambi i regolamenti sono "irrazionali", "non fondati su alcuna norma di legge", anzi in contrasto con la legge n. 335/95 e con l'articolo 36 della Costituzione. Il Giudice ha dunque disapplicato le norme regolamentari e condannato il Comune ha restituire la trattenuta del 2,5% illegittimamente applicata sulla retribuzione lorda mensile dei propri dipendenti in regime di TFR.
La sentenza in commento si aggiunge a numerose altre, emesse, tra gli altri, dai Tribunali di Enna, Roma e Treviso, a conferma un orientamento favorevole ai lavoratori, peraltro in linea con quanto stabilito dalla legge e sancito dalla Consulta.
La questione coinvolge tutti i lavoratori pubblici contrattualizzati, a tempo determinato e indeterminato, assunti a partire dal 1° gennaio 2001, con possibilità di recuperare le trattenute applicate sulle retribuzioni mensili. La restituzione può essere richiesta anche nel corso del rapporto di lavoro.
Per ottenere la restituzione della somma dalla Pubblica Amministrazione, il lavoratore deve agire necessariamente per via giudiziaria.
È per questo motivo che negli ultimi anni diversi tribunali in tutta Italia si sono espressi a favore della restituzione delle trattenute al lavoratore.
In tutti i casi in cui la Pubblica Amministrazione ha operato indebitamente la trattenuta sullo stipendio dei dipendenti, il lavoratore ha diritto alla restituzione del 2,5% sull'80% dello stipendio ricevuto negli ultimi cinque anni (termini prescrizionali).
Su uno stipendio di 2.000 euro mensili lordi, ad esempio, il lavoratore che ha subito la trattenuta ha diritto a un risarcimento di 40 euro per ogni mese di retribuzione. Per i lavoratori assunti a partire dal gennaio 2001, e calcolando sempre uno stipendio di 2.000 euro lordi, tale somma può arrivare dunque fino a €2.400,00 lordi.
E' quanto dichiara il segretario aziendale U.S.B. del Comune di Andria, Dott. Marco Pastore in una nota stampa.
"La prima sentenza favorevole è del Tribunale di Roma (che ormai nel lontano 2013 ha riconosciuto indebito il prelievo del 2,5% dello stipendio di decine di "giovani" dipendenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed ha disposto la restituzione delle trattenute effettuate ed una pesante condanna alle spese legali), successivamente molti Tribunali hanno riconosciuto indebito il prelievo condannando l'Amministrazione alle spese.
Il Tribunale di Roma ha ripetuto in più pronunce (ma non è il solo!) il principio che "la riduzione dello stipendio del personale assoggettato al regime del T.F.R. nella corrispondente misura del 2,5% non trova alcuna giustificazione", riduzione che, peraltro, "non è recuperata dal corrispondente incremento contributivo ai fini previdenziali e dall'applicazione delle norme sul T.F.R. che ovviamente non comporta una modifica dello stipendio erogato in misura ridotta" e determina "un ingiustificato trattamento deteriore dei dipendenti pubblici rispetto a quelli privati, non sottoposti a rivalsa da parte del datore di lavoro".
Ancora una sentenza, del marzo 2016, condanna l'amministrazione pubblica a risarcire la trattenuta sullo stipendio operata su tutti i lavoratori pubblici assunti dopo il 2000.
Il Tribunale di Milano ha condannato il Comune di Trezzano sul Naviglio alla restituzione della trattenuta del 2,5% sulla retribuzione mensile applicata ai propri dipendenti in regime di trattamento di fine rapporto (TFR).
La sentenza del Giudice del Lavoro lombardo, depositata l'11 marzo 2016, conferma l'orientamento seguito da molte altre corti di merito di tutta Italia, in attuazione dei principi sanciti alla Corte Costituzionale con la sentenza n. 223/2012, poi confermata dalla sentenza n. 244/2014.
In realtà, già la Riforma Dini (legge n. 335/1995) aveva stabilito il passaggio dal regime del trattamento di fine servizio (TFS) al regime del TFR per tutti i dipendenti pubblici assunti a partire dal 2001, con applicazione della disciplina prevista dall'art. 2120 c.c., dunque senza alcuna trattenuta. La trattenuta del 2,5% doveva continuare ad applicarsi solo ai lavoratori assunti fino al 31.12.2000, rimasti con il vecchio regime del TFS.
Senonché, in fase di attuazione, l'Accordo 29 luglio 1999 e, soprattutto, il DPCM 20 dicembre 1999 hanno di fatto reintrodotto la trattenuta anche per gli assunti dopo il 31.12.2000, per garantire "il principio della invarianza della retribuzione complessiva" rispetto ai lavoratori rimasti con il regime del TFS.
Secondo il Tribunale di Milano, tuttavia, entrambi i regolamenti sono "irrazionali", "non fondati su alcuna norma di legge", anzi in contrasto con la legge n. 335/95 e con l'articolo 36 della Costituzione. Il Giudice ha dunque disapplicato le norme regolamentari e condannato il Comune ha restituire la trattenuta del 2,5% illegittimamente applicata sulla retribuzione lorda mensile dei propri dipendenti in regime di TFR.
La sentenza in commento si aggiunge a numerose altre, emesse, tra gli altri, dai Tribunali di Enna, Roma e Treviso, a conferma un orientamento favorevole ai lavoratori, peraltro in linea con quanto stabilito dalla legge e sancito dalla Consulta.
La questione coinvolge tutti i lavoratori pubblici contrattualizzati, a tempo determinato e indeterminato, assunti a partire dal 1° gennaio 2001, con possibilità di recuperare le trattenute applicate sulle retribuzioni mensili. La restituzione può essere richiesta anche nel corso del rapporto di lavoro.
Per ottenere la restituzione della somma dalla Pubblica Amministrazione, il lavoratore deve agire necessariamente per via giudiziaria.
È per questo motivo che negli ultimi anni diversi tribunali in tutta Italia si sono espressi a favore della restituzione delle trattenute al lavoratore.
In tutti i casi in cui la Pubblica Amministrazione ha operato indebitamente la trattenuta sullo stipendio dei dipendenti, il lavoratore ha diritto alla restituzione del 2,5% sull'80% dello stipendio ricevuto negli ultimi cinque anni (termini prescrizionali).
Su uno stipendio di 2.000 euro mensili lordi, ad esempio, il lavoratore che ha subito la trattenuta ha diritto a un risarcimento di 40 euro per ogni mese di retribuzione. Per i lavoratori assunti a partire dal gennaio 2001, e calcolando sempre uno stipendio di 2.000 euro lordi, tale somma può arrivare dunque fino a €2.400,00 lordi.