"L’ s’bbolk", Padre Cannone: "Agli andriesi piacciono!"
Lunghe file di gente per la visita degli altari della reposizione del SS. Sacramento
sabato 15 aprile 2017
Padre Savino Cannone, sacerdote Dehoniano, da qualche tempo è ritornato ad Andria ed è il cappellano delle residenze sanitarie della Madonna della Pace e della Madonna delle Grazie. In occasione del rito dei c.d. "Sepolcri" ha voluto inviarci questo articolo, che volentieri pubblichiamo.
"Mi pongo, in questo breve scritto, da semplice osservatore con il limite della parzialità. Parto da questi due fatti che hanno incrociato il mio sguardo e il mio cammino nella sera del giovedì santo dopo oltre 16 anni:
1.Una fila di gente, stile ingresso musei vaticani a Roma, in via Regina Margherita, per entrare nella chiesa dell'Immacolata.
2.Deflusso, stile morte di Giovanni Paolo II, nella chiesa di San Francesco di Assisi ad Andria.
Dopo più di 16 anni di servizio sacerdotale vissuto lontano dalla mia amata città natale, non dimenticando che le radici sono sempre fondamentali per ogni persona e io sono fiero di tali radici, ho potuto osservare alcuni fenomeni che mi hanno posto degli interrogativi:
Perché nella Domenica delle Palme, vissuta pochi giorni fa in tutte le chiese e comunità parrocchiali del mondo, specie in tutta l'area geografica del centro-sud Italia (a partire da Roma alla Sicilia per intenderci), le chiese straripano di gente che magari a Pasqua risulterà non pervenuta in chiesa?
Come mai le s'bbolk (i sepolcri)coinvolgono in maniera massiccia tutte le generazioni?
Sono domande aperte e, soprattutto quella riferita ai sepolcri, provoca un senso di frustrazione in ogni parroco e sacerdote che in ogni avviso cerca di spiegare che il giovedì santo non si deve parlare di visita ai sepolcri, bensì di incontro con il Signore Gesù presente e vivo nelle specie eucaristiche. Forse tali domande ci chiedono di rienvangelizzare la Domenica delle Palme, il Giovedì Santo e la processione dei misteri del venerdì santo, molto sentita dal popolo andriese già ben curata nella preghiera e nell'organizzazione.
Forse le s'bbolk rimandano ai tanti sepolcri che nella vita quotidiana dei miei concittadini ho notato, a partire dal mio ritorno in città da circa cinque mesi
M'beh, sinceramente parlando, come una mia amica veneta, sposata con un andriese, mi ha fatto notare in ormai 20 anni di ritorno per brevi periodi nella nostra terra, forse i sepolcri ci piacciono, anzi ne siamo innamorati! Mi riferisco a famiglie giovani di mia conoscenza, ex amici di infanzia, ora coniugati nella maggior parte dei casi e con figli.
Piace la cura della propria casa, pur nel positivo e perfetto ordine e pulizia presente in essa, ma ormai prigione blindata dove non è nemmeno possibile dire ad un amico passa da me a prendere un caffè, visto che sono anni che non ci vediamo. Dove prendere un caffè è una filosofia di vita, come ho appreso dalle tante bellissime amicizie napoletane e lì, checché se ne dica, oltre al caffè vi è l'invito a pranzo o a cena e tutto il dialogo e la condivisione che riempie il cuore di ogni persona.
Piace il sepolcro delle lamentele quotidiane, della fatica ad essere genitori con uno o al massimo tre figli da crescere, dovendo, purtroppo o giustamente, lavorare entrambi per poter far fronte ai bisogni della famiglia, non considerando la fortuna di avere una totale disponibilità dei genitori paterni e materni alla piena collaborazione nella crescita dei propri figli, cosa che al Nord Italia è impensabile e mi sa che anche lì lavorano entrambi i genitori e hanno 3 figli.
Piace il sepolcro di una vita nel culto dell'immagine e dell'apparenza, dell'ostentazione della propria ricchezza quasi a dover sempre dimostrare qualcosa a qualcuno con il vestito firmato o la macchina ultimo modello. O addirittura il mutuo per poter godere una settimana di vacanza da VIP, per non parlare "della sobrietà del matrimoni" o dell'organizzazione delle feste di prima comunione o, come qualcuno mi ha detto, dell'indebitamento per organizzare una festa di alto livello per i 18 anni della propria figlia o figlio.
Beh, sperando di aver esagerato nella lettura della realtà, avendo dovuto cambiare le lenti appena giunto ad Andria, non mi lascio tormentare dal negativo che vi è in ogni realtà della vita, ma sono fiducioso che, una volta preso coscienza di esso nella verità, la vita ci dischiude nuove gemme di primavera.
Mi auguro e auguro ad ogni cittadino andriese di passare dai s'bbolk della propria vita alla meditazione della Croce di Cristo, specie in ogni venerdì santo, come prodigiosamente è avvenuto lo scorso anno con il miracolo della sacra spina, per incontrare e fare esperienza del Cristo Risorto che ci attende nella veglia del sabato santo o nel mattino di Pasqua.
Egli, il Risorto, è l'Unico riferimento del nostro andare, l'Unica ragione e l'unico sostegno come dice un datato ma sempre bel canto liturgico.
Ci auguriamo di poter passare dai nostri sepolcri, dopo aver attraversato la Croce passaggio obbligatorio, all'esperienza della risurrezione e della vita nuova nella nostra casa, nella nostra visione della vita e nel nostro modo di preoccuparci del vestito e del necessario, andando incontro al fratello che abbiamo escluso dal nostro cuore per un torto o per una delusione da lui ricevuta.
Gesù ci propone un passaggio necessario e non opzionale: offrire il perdono sincero proprio a quella persona da cui meno ci aspettavamo l'offesa o lo sgarbo. E lì faremo esperienza di una vera risurrezione. Gesù è l'Unico che è uscito dal sepolcro e ci fa uscire dai nostri sepolcri.
Auguri a tutti!
Padre Savino Cannone
"Mi pongo, in questo breve scritto, da semplice osservatore con il limite della parzialità. Parto da questi due fatti che hanno incrociato il mio sguardo e il mio cammino nella sera del giovedì santo dopo oltre 16 anni:
1.Una fila di gente, stile ingresso musei vaticani a Roma, in via Regina Margherita, per entrare nella chiesa dell'Immacolata.
2.Deflusso, stile morte di Giovanni Paolo II, nella chiesa di San Francesco di Assisi ad Andria.
Dopo più di 16 anni di servizio sacerdotale vissuto lontano dalla mia amata città natale, non dimenticando che le radici sono sempre fondamentali per ogni persona e io sono fiero di tali radici, ho potuto osservare alcuni fenomeni che mi hanno posto degli interrogativi:
Perché nella Domenica delle Palme, vissuta pochi giorni fa in tutte le chiese e comunità parrocchiali del mondo, specie in tutta l'area geografica del centro-sud Italia (a partire da Roma alla Sicilia per intenderci), le chiese straripano di gente che magari a Pasqua risulterà non pervenuta in chiesa?
Come mai le s'bbolk (i sepolcri)coinvolgono in maniera massiccia tutte le generazioni?
Sono domande aperte e, soprattutto quella riferita ai sepolcri, provoca un senso di frustrazione in ogni parroco e sacerdote che in ogni avviso cerca di spiegare che il giovedì santo non si deve parlare di visita ai sepolcri, bensì di incontro con il Signore Gesù presente e vivo nelle specie eucaristiche. Forse tali domande ci chiedono di rienvangelizzare la Domenica delle Palme, il Giovedì Santo e la processione dei misteri del venerdì santo, molto sentita dal popolo andriese già ben curata nella preghiera e nell'organizzazione.
Forse le s'bbolk rimandano ai tanti sepolcri che nella vita quotidiana dei miei concittadini ho notato, a partire dal mio ritorno in città da circa cinque mesi
M'beh, sinceramente parlando, come una mia amica veneta, sposata con un andriese, mi ha fatto notare in ormai 20 anni di ritorno per brevi periodi nella nostra terra, forse i sepolcri ci piacciono, anzi ne siamo innamorati! Mi riferisco a famiglie giovani di mia conoscenza, ex amici di infanzia, ora coniugati nella maggior parte dei casi e con figli.
Piace la cura della propria casa, pur nel positivo e perfetto ordine e pulizia presente in essa, ma ormai prigione blindata dove non è nemmeno possibile dire ad un amico passa da me a prendere un caffè, visto che sono anni che non ci vediamo. Dove prendere un caffè è una filosofia di vita, come ho appreso dalle tante bellissime amicizie napoletane e lì, checché se ne dica, oltre al caffè vi è l'invito a pranzo o a cena e tutto il dialogo e la condivisione che riempie il cuore di ogni persona.
Piace il sepolcro delle lamentele quotidiane, della fatica ad essere genitori con uno o al massimo tre figli da crescere, dovendo, purtroppo o giustamente, lavorare entrambi per poter far fronte ai bisogni della famiglia, non considerando la fortuna di avere una totale disponibilità dei genitori paterni e materni alla piena collaborazione nella crescita dei propri figli, cosa che al Nord Italia è impensabile e mi sa che anche lì lavorano entrambi i genitori e hanno 3 figli.
Piace il sepolcro di una vita nel culto dell'immagine e dell'apparenza, dell'ostentazione della propria ricchezza quasi a dover sempre dimostrare qualcosa a qualcuno con il vestito firmato o la macchina ultimo modello. O addirittura il mutuo per poter godere una settimana di vacanza da VIP, per non parlare "della sobrietà del matrimoni" o dell'organizzazione delle feste di prima comunione o, come qualcuno mi ha detto, dell'indebitamento per organizzare una festa di alto livello per i 18 anni della propria figlia o figlio.
Beh, sperando di aver esagerato nella lettura della realtà, avendo dovuto cambiare le lenti appena giunto ad Andria, non mi lascio tormentare dal negativo che vi è in ogni realtà della vita, ma sono fiducioso che, una volta preso coscienza di esso nella verità, la vita ci dischiude nuove gemme di primavera.
Mi auguro e auguro ad ogni cittadino andriese di passare dai s'bbolk della propria vita alla meditazione della Croce di Cristo, specie in ogni venerdì santo, come prodigiosamente è avvenuto lo scorso anno con il miracolo della sacra spina, per incontrare e fare esperienza del Cristo Risorto che ci attende nella veglia del sabato santo o nel mattino di Pasqua.
Egli, il Risorto, è l'Unico riferimento del nostro andare, l'Unica ragione e l'unico sostegno come dice un datato ma sempre bel canto liturgico.
Ci auguriamo di poter passare dai nostri sepolcri, dopo aver attraversato la Croce passaggio obbligatorio, all'esperienza della risurrezione e della vita nuova nella nostra casa, nella nostra visione della vita e nel nostro modo di preoccuparci del vestito e del necessario, andando incontro al fratello che abbiamo escluso dal nostro cuore per un torto o per una delusione da lui ricevuta.
Gesù ci propone un passaggio necessario e non opzionale: offrire il perdono sincero proprio a quella persona da cui meno ci aspettavamo l'offesa o lo sgarbo. E lì faremo esperienza di una vera risurrezione. Gesù è l'Unico che è uscito dal sepolcro e ci fa uscire dai nostri sepolcri.
Auguri a tutti!
Padre Savino Cannone