“Radiologia Domiciliare”, l'ISS prende ad esempio il progetto dell’Associazione TSRM di Andria
Giunto riconoscimento all’esperienza innovativa creata nel 2012 dai volontari andriesi
venerdì 16 febbraio 2018
15.00
E' motivo di orgoglio infatti per l'Associazione TSRM Volontari di Andria l'essere stata presa come esempio innovativo in un importante documento dell'Istituto Superiore di Sanità dal titolo "Imaging diagnostico ed e-health: standardizzazione, esperienze e prospettive" (Rapporti ISTISAN 17/10) che analizza le nuove direzioni di sviluppo e ricerca della radiologia digitale e le sue nuove applicazioni, tra le quali anche la Radiologia Domiciliare.
Il citato RAPPORTO ISTISAN 17/10, condotto presso l'Università Sapienza di Roma, Facoltà di Medicina e Psicologia nel 2015, e pubblicato nel 2017, è un studio che offre il contesto di riferimento per giustificare e proporre la pratica di radiologia domiciliare come servizio utile alla comunità: "L'attività di radiologia domiciliare è rivolta a tutti, con maggior riguardo a pazienti geriatrici, oncologici, psichiatrici o comunque a pazienti in condizioni tali per cui il trasferimento in ospedale potrebbe essere obiettivamente difficoltoso. Pertanto il servizio di radiologia domiciliare è offerto e volto a garantire i seguenti benefici:
1. Sanitario
l'ospedalizzazione rappresenta sempre e comunque un rischio per il paziente per via del trasporto, dell'attesa e dei possibili potenziali contagi;
2. Ottimizzazione delle risorse
la prestazione domiciliare consente un risparmio di costi e una ottimizzazione delle risorse ospedaliere; infatti il trasporto del paziente ha un costo sia per il servizio sanitario sia per i familiari che lo devono necessariamente accompagnare e che si devono pertanto allontanare dal posto di lavoro; nel contempo i centri di radiologia possono essere utilizzati per altri esami;
3. Relazionale e psicologico
facendo l'esame a casa i pazienti sono più tranquilli; ne migliora la relazione con i professionisti e l'impatto psicologico."
Lo studio è stato svolto nell'ambito della linea di ricerca interna dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) "Valutazione di modelli di teleconsulto specialistico e monitoraggio dell'esposizione nella diagnostica medica 2012-2015", approvata e contenuta nel piano triennale dell'ISS.
E tra gli esempi di Best Practices italiane (cioè quelle che hanno permesso di ottenere i migliori risultati) cita proprio l'esempio andriese:
"In Italia, questo tipo di servizio risulta offerto quasi esclusivamente da enti privati, fanno eccezione l'Associazione Nazionale Tecnici di Radiologia Medica Volontari sezioni di Messina e di Andria che offrono questo servizio di volontariato collaborando con le Aziende Sanitarie Locali e le esperienze della regione Piemonte ".
Lo studio si conclude evidenziando le potenzialità che la Radiologia Domiciliare potrebbe avere per il Servizio Sanitario Nazionale, che è quanto già ampliamente proposto e dimostrato dal progetto attivo nella Città di Andria.
Esso è effettuato in tutto il territorio della Provincia BAT dal 2012, grazie al contributo iniziale dalla Fondazione Megamark di Trani e la successiva collaborazione con la ASL BT e, a fine dicembre 2017, ha prodotto quasi 2500 esami.
Numeri di esami impressionanti se si pensa che sono tutti effettuati in condizioni non ottimali, a domicilio di pazienti anziani e disabili o di pazienti che, nelle fasi post-operatorie di fratture di femore e/o bacino, necessitano di controlli radiologici ma hanno difficoltà a raggiungere le strutture ospedaliere e territoriali di assistenza.
Il progetto ha lo scopo di migliorare l'assistenza e limitare i disagi lì dove è possibile. Ed è rivolto anche, e soprattutto, ad assistiti territoriali seguiti dall'ADI (Assistenza Domiciliare Infermieristica) o ospitati nelle RSA (Residenze Sanitarie Assistite) per i quali vi sono situazioni di allettamento forzato o disabilità psico-fisica a cui è reso difficoltoso o sconsigliabile lo spostamento dal proprio domicilio.
E l'essere stati presi ad esempio da questo importante Rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità, come una delle pochissime realtà operanti nel panorama nazionale non fa che accrescere, nei componenti dell'Associazione TSRM Volontari di Andria, la consapevolezza che il cammino iniziato possa essere portato a compimento.
Ipotizzando anche, e soprattutto, una futura istituzionalizzazione del servizio presso il Servizio Sanitario Regionale.
Il citato RAPPORTO ISTISAN 17/10, condotto presso l'Università Sapienza di Roma, Facoltà di Medicina e Psicologia nel 2015, e pubblicato nel 2017, è un studio che offre il contesto di riferimento per giustificare e proporre la pratica di radiologia domiciliare come servizio utile alla comunità: "L'attività di radiologia domiciliare è rivolta a tutti, con maggior riguardo a pazienti geriatrici, oncologici, psichiatrici o comunque a pazienti in condizioni tali per cui il trasferimento in ospedale potrebbe essere obiettivamente difficoltoso. Pertanto il servizio di radiologia domiciliare è offerto e volto a garantire i seguenti benefici:
1. Sanitario
l'ospedalizzazione rappresenta sempre e comunque un rischio per il paziente per via del trasporto, dell'attesa e dei possibili potenziali contagi;
2. Ottimizzazione delle risorse
la prestazione domiciliare consente un risparmio di costi e una ottimizzazione delle risorse ospedaliere; infatti il trasporto del paziente ha un costo sia per il servizio sanitario sia per i familiari che lo devono necessariamente accompagnare e che si devono pertanto allontanare dal posto di lavoro; nel contempo i centri di radiologia possono essere utilizzati per altri esami;
3. Relazionale e psicologico
facendo l'esame a casa i pazienti sono più tranquilli; ne migliora la relazione con i professionisti e l'impatto psicologico."
Lo studio è stato svolto nell'ambito della linea di ricerca interna dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) "Valutazione di modelli di teleconsulto specialistico e monitoraggio dell'esposizione nella diagnostica medica 2012-2015", approvata e contenuta nel piano triennale dell'ISS.
E tra gli esempi di Best Practices italiane (cioè quelle che hanno permesso di ottenere i migliori risultati) cita proprio l'esempio andriese:
"In Italia, questo tipo di servizio risulta offerto quasi esclusivamente da enti privati, fanno eccezione l'Associazione Nazionale Tecnici di Radiologia Medica Volontari sezioni di Messina e di Andria che offrono questo servizio di volontariato collaborando con le Aziende Sanitarie Locali e le esperienze della regione Piemonte ".
Lo studio si conclude evidenziando le potenzialità che la Radiologia Domiciliare potrebbe avere per il Servizio Sanitario Nazionale, che è quanto già ampliamente proposto e dimostrato dal progetto attivo nella Città di Andria.
Esso è effettuato in tutto il territorio della Provincia BAT dal 2012, grazie al contributo iniziale dalla Fondazione Megamark di Trani e la successiva collaborazione con la ASL BT e, a fine dicembre 2017, ha prodotto quasi 2500 esami.
Numeri di esami impressionanti se si pensa che sono tutti effettuati in condizioni non ottimali, a domicilio di pazienti anziani e disabili o di pazienti che, nelle fasi post-operatorie di fratture di femore e/o bacino, necessitano di controlli radiologici ma hanno difficoltà a raggiungere le strutture ospedaliere e territoriali di assistenza.
Il progetto ha lo scopo di migliorare l'assistenza e limitare i disagi lì dove è possibile. Ed è rivolto anche, e soprattutto, ad assistiti territoriali seguiti dall'ADI (Assistenza Domiciliare Infermieristica) o ospitati nelle RSA (Residenze Sanitarie Assistite) per i quali vi sono situazioni di allettamento forzato o disabilità psico-fisica a cui è reso difficoltoso o sconsigliabile lo spostamento dal proprio domicilio.
E l'essere stati presi ad esempio da questo importante Rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità, come una delle pochissime realtà operanti nel panorama nazionale non fa che accrescere, nei componenti dell'Associazione TSRM Volontari di Andria, la consapevolezza che il cammino iniziato possa essere portato a compimento.
Ipotizzando anche, e soprattutto, una futura istituzionalizzazione del servizio presso il Servizio Sanitario Regionale.