L'installazione dell'antenna di via Scipione l'Africano: la denuncia di 100 medici di Andria
La città si mobilita con un petizione rivolta al Sindaco di Andria affinchè scongiuri ogni rischio di cattiva salute
lunedì 1 luglio 2024
10.37
La denuncia di pubblica di Tommaso Di Renzo. Ninni Inchingolo e Dino Leonetti, medici di città che spiegano in questa comunicazione le loro preoccupazioni in merito all'installazione delle antenne in città in particolare quella di via Scipione l'Africano.
"Cento medici che lavorano nella nostra città, medici impegnati ogni giorno a curare i nostri concittadini, hanno firmato una petizione rivolta al sindaco, affinché scongiuri ogni rischio evitabile di cattiva salute con atti concreti. Noi medici chiamiamo questa azione "prevenzione primaria" ossia attuata prima che le persone sane diventino malate. In questa petizione ci si riferisce in modo specifico ai campi elettromagnetici e all'installazione di via Scipione l'Africano.
Nella petizione si è chiesto di bloccare tale installazione, di redigere un piano di localizzazione e di fare un monitoraggio su tutto il territorio cittadino. Si è chiesto inoltre di rescindere un protocollo di cooperazione con un gestore che prevede il completamento delle installazioni di impianti di quinta generazione ( 5G ). Ovviamente si è allegato un corposo dossier scientifico, redatto da ISDE (Medici per l'Ambiente, organizzazione internazionale di prevenzione).
Vari sciocchi ventriloqui del mondo politico locale di fronte alla mobilitazione di massa dei cittadini, tra cortei e sit-in, di fronte anche all'enorme lavoro di coordinamento eseguito in perfetta solitudine dall'associazione "Io ci sono" di Savino Montaruli, e davanti al ricorso al TAR Puglia hanno reagito parlando di strumentalizzazione, di disinformazione, di allarmismo, di ignoranza e addirittura hanno insinuato sospetti sulla modalità di raccolta delle firme della petizione.
In questa reazione scomposta del mondo politico la sindaca si è affrettata a dire che c'è già chi farà il monitoraggio dei campi elettromagnetici attraverso il protocollo con una aggregazione di associazioni. Peccato che l'assessora Di Leo preciserà che il monitoraggio in realtà è competenza dell'ARPA.
Il gestore completa l'installazione del palo. A questo punto la sindaca si lancia in un accorato appello a bloccare i lavori e a delocalizzare il palo. Peccato che nello stesso momento l'assessore all'ambiente Losappio incontra i cittadini dicendo che comunque si può attivare l'impianto e poi penserà il comune a monitorare. Ma non era competente l'ARPA, come diceva l'altro assessore?
È curioso prendere atto di come la sindaca pubblicamente chiede in extremis la "sospensione e rivalutazione dell'intera progettualità" e il suo stesso assessore alla Qualità della vita dichiara : "Ribadisco che allo stato nessun altro intervento risulta possibile". E quindi contraddice la prima cittadina.
Ci chiediamo se si parlino tra loro in amministrazione.
Ecco. La cosa che a noi medici lascia sgomenti è la superficialità che abbiamo registrato nella gestione di questa delicatissima questione che ha creato un allarme sociale. E che dire del silenzio colpevole di chi ha conoscenza e capacità e non è intervenuto?
Il palo è stato installato, dunque, ed è pronto ad ospitare i pannelli dei ripetitori che irradieranno la popolazione limitrofa.
Nell'ultimo intervento mediatico della sindaca, quello in cui appare inorridita per questa installazione, ci colpisce il fatto che non vengano mai citate le parole "salute"e "prevenzione".
Sono parole importanti che hanno ispirato anche il ricorso al TAR, avviato dai residenti e dall'associazione di Montaruli, oltre ad una domanda elementare e semplice: è vero che l'amministrazione è stata contattata dai gestori, che questi erano disponibili a delocalizzare l'impianto da via Scipione e che il comune non ha mai risposto?
La sindaca oggi parla di "danno all'immagine", mentre noi medici, sommessamente, ci permettiamo di dire che è un grave danno alla salute. E non lo diciamo solo noi. Sono cento i medici che da tempo hanno invitato alla cautela firmando consapevolmente una petizione. Proprio la petizione a cui la sindaca ha risposto dicendosi impossibilitata a fare qualcosa. Ora che c'è stata una presa di consapevolezza e un esame di realtà è triste dover constatare che i cittadini debbano ricorrere alla giustizia per ricordare agli amministratori che al di là di norme, procedure ed autorizzazioni, si può sempre attivare il cervello e il cuore. Se davvero si ama la nostra città".
Tommaso Di Renzo. Ninni Inchingolo e Dino Leonetti
"Cento medici che lavorano nella nostra città, medici impegnati ogni giorno a curare i nostri concittadini, hanno firmato una petizione rivolta al sindaco, affinché scongiuri ogni rischio evitabile di cattiva salute con atti concreti. Noi medici chiamiamo questa azione "prevenzione primaria" ossia attuata prima che le persone sane diventino malate. In questa petizione ci si riferisce in modo specifico ai campi elettromagnetici e all'installazione di via Scipione l'Africano.
Nella petizione si è chiesto di bloccare tale installazione, di redigere un piano di localizzazione e di fare un monitoraggio su tutto il territorio cittadino. Si è chiesto inoltre di rescindere un protocollo di cooperazione con un gestore che prevede il completamento delle installazioni di impianti di quinta generazione ( 5G ). Ovviamente si è allegato un corposo dossier scientifico, redatto da ISDE (Medici per l'Ambiente, organizzazione internazionale di prevenzione).
Vari sciocchi ventriloqui del mondo politico locale di fronte alla mobilitazione di massa dei cittadini, tra cortei e sit-in, di fronte anche all'enorme lavoro di coordinamento eseguito in perfetta solitudine dall'associazione "Io ci sono" di Savino Montaruli, e davanti al ricorso al TAR Puglia hanno reagito parlando di strumentalizzazione, di disinformazione, di allarmismo, di ignoranza e addirittura hanno insinuato sospetti sulla modalità di raccolta delle firme della petizione.
In questa reazione scomposta del mondo politico la sindaca si è affrettata a dire che c'è già chi farà il monitoraggio dei campi elettromagnetici attraverso il protocollo con una aggregazione di associazioni. Peccato che l'assessora Di Leo preciserà che il monitoraggio in realtà è competenza dell'ARPA.
Il gestore completa l'installazione del palo. A questo punto la sindaca si lancia in un accorato appello a bloccare i lavori e a delocalizzare il palo. Peccato che nello stesso momento l'assessore all'ambiente Losappio incontra i cittadini dicendo che comunque si può attivare l'impianto e poi penserà il comune a monitorare. Ma non era competente l'ARPA, come diceva l'altro assessore?
È curioso prendere atto di come la sindaca pubblicamente chiede in extremis la "sospensione e rivalutazione dell'intera progettualità" e il suo stesso assessore alla Qualità della vita dichiara : "Ribadisco che allo stato nessun altro intervento risulta possibile". E quindi contraddice la prima cittadina.
Ci chiediamo se si parlino tra loro in amministrazione.
Ecco. La cosa che a noi medici lascia sgomenti è la superficialità che abbiamo registrato nella gestione di questa delicatissima questione che ha creato un allarme sociale. E che dire del silenzio colpevole di chi ha conoscenza e capacità e non è intervenuto?
Il palo è stato installato, dunque, ed è pronto ad ospitare i pannelli dei ripetitori che irradieranno la popolazione limitrofa.
Nell'ultimo intervento mediatico della sindaca, quello in cui appare inorridita per questa installazione, ci colpisce il fatto che non vengano mai citate le parole "salute"e "prevenzione".
Sono parole importanti che hanno ispirato anche il ricorso al TAR, avviato dai residenti e dall'associazione di Montaruli, oltre ad una domanda elementare e semplice: è vero che l'amministrazione è stata contattata dai gestori, che questi erano disponibili a delocalizzare l'impianto da via Scipione e che il comune non ha mai risposto?
La sindaca oggi parla di "danno all'immagine", mentre noi medici, sommessamente, ci permettiamo di dire che è un grave danno alla salute. E non lo diciamo solo noi. Sono cento i medici che da tempo hanno invitato alla cautela firmando consapevolmente una petizione. Proprio la petizione a cui la sindaca ha risposto dicendosi impossibilitata a fare qualcosa. Ora che c'è stata una presa di consapevolezza e un esame di realtà è triste dover constatare che i cittadini debbano ricorrere alla giustizia per ricordare agli amministratori che al di là di norme, procedure ed autorizzazioni, si può sempre attivare il cervello e il cuore. Se davvero si ama la nostra città".
Tommaso Di Renzo. Ninni Inchingolo e Dino Leonetti