L'infermiera andriese Annamaria Ieva: «Non chiamateci eroi, non vogliamo medaglie»
Il post su facebook con un invito ai colleghi: «Mi piacerebbe vedere condiviso questo pensiero con la foto di un loro sorriso in divisa»
giovedì 26 marzo 2020
11.56
«Non chiamateci eroi, non vogliamo nessuna medaglia». Inizia così il post dell'infermiera andriese Annamaria Ieva, referente dell'Unità Operativa di Patologia Clinica dell'ospedale "Bonomo", attualmente chiusa per la positività di tre operatori al Covid-19; per tutti gli infermieri dell'Unità operativa è scattato dunque l'isolamento. Il lavoro degli operatori sanitari, soprattutto in questo momento, è fatto anche di rischi: il virus ha colpito alcuni di loro al nosocomio locale. Non chiedono medaglie, non chiedono gloria: ma meritano riconoscenza e un'immensa gratitudine per l'operato che portano avanti con amore e passione, senza mai tirarsi indietro. Noi, intanto, rispettiamo le regole restando a casa.
«La nostra professione merita #rispetto. Lo stesso rispetto - scrive Annamaria Ieva, ai più conosciuta ed apprezzata blogger con lo pseudonimo di Cicetta, madrina di tantissime iniziative di beneficenza e di solidarietà verso il prossimo, - che noi abbiamo davanti a ciascuno di voi quando siete in un #letto bisognosi di #cure. A differenza di altre professioni, non modifichiamo il nostro operato a seconda delle parcelle, a seconda delle simpatie, a seconda dell'umore. I nostri problemi li lasciamo a casa. Indossiamo la #divisa, indossiamo il nostro #sorriso e mettiamo in opera il nostro #sapere, il nostro #saperfare, il nostro #saperessere e il nostro #saperdivenire. Mi piacerebbe vedere condiviso questo pensiero da tutti i colleghi e le colleghe con la foto di un loro sorriso in divisa».
«La nostra professione merita #rispetto. Lo stesso rispetto - scrive Annamaria Ieva, ai più conosciuta ed apprezzata blogger con lo pseudonimo di Cicetta, madrina di tantissime iniziative di beneficenza e di solidarietà verso il prossimo, - che noi abbiamo davanti a ciascuno di voi quando siete in un #letto bisognosi di #cure. A differenza di altre professioni, non modifichiamo il nostro operato a seconda delle parcelle, a seconda delle simpatie, a seconda dell'umore. I nostri problemi li lasciamo a casa. Indossiamo la #divisa, indossiamo il nostro #sorriso e mettiamo in opera il nostro #sapere, il nostro #saperfare, il nostro #saperessere e il nostro #saperdivenire. Mi piacerebbe vedere condiviso questo pensiero da tutti i colleghi e le colleghe con la foto di un loro sorriso in divisa».