Jazzit fest: Montegrosso capitale europea del jazz dal 22 al 24 giugno
Una partecipazione senza precedenti. Giorgino: "Anche il Comune ha fatto la sua parte"
giovedì 28 giugno 2018
Partecipazione senza precedenti alla edizione 2018 di Jazzit Fest che, dal 22 al 24 giugno, ha concentrato nella Borgata rurale di Montegrosso migliaia di persone.
La frazione di Andria è stata animata da tantissimi curiosi, non solo andriesi, e, ovviamente, da molti appassionati di musica jazz. Ma soprattutto da gente comune che si è distribuita per le vie della borgata, è entrata nei giardini privati scelti per i concerti jazz, ha visitato la chiesa, l'orto di Pietro Zito, l'ipogeo, i cortili di casa Bonizio e Leonetti, villa Bontan, piazza della Libertà, con il coinvolgimento delle case dei residenti, il che è stata un'autentica particolarità, auspice anche la Cooperativa Coloni di Montegrosso. I musicisti sono stati ospitati gratuitamente e gratuti sono stati tutti i concerti per il pubblico. Nella tre giorni si è anche tenuta una esperienza di street food che ha coinvolto il meglio dell'eccellenza agroalimentare ed alimentare del territorio. Insomma la Borgata ha vissuto l'atmosfera di un piccolo angolo di Murgia diventato la capitale europea del jazz. " In vita mia non avevo mai visto una cosa simile, neanche in occasione dei concerti delle star del pop- commenta Luciano Vanni, l'organizzatore della edizione 2018 di Jazzit.
Si sono viste code automobilistiche in ingresso per circa dodici chilometri, tra le ore 21.00 e le ore 23.00 dei tre giorni, quando nel piccolo borgo rurale di Montegrosso – abitato da non più di centocinquanta persone – erano già arrivate tra le ottomila e le diecimila persone". Tutto questo – spiega l'organizzazione – è incredibile per un evento che, per scelta, ogni anno viene promosso in una regione d'Italia sempre diversa e che non promuove il suo programma (che viene messo online solo il giorno prima dell'inizio del festival per celebrare l'idea di una comunità vasta di artisti e non l'individualismo della performance); che non diffonde manifesti tantomeno locandine, e che non ha mai diramato neppure un comunicato stampa.
"Sono giunte persone da ogni angolo d'Italia solo e soltanto attraverso fotografie con hashtag -conclude Vanni. Dunque un appuntamento libero e spontaneo, a suo modo anarchico e al buio, per celebrare una comunità musicale che aveva scelto di condividere l'esperienza di una 'Residenza Creativa' e per vivere un'esperienza di civismo e turismo culturale di comunità. E infatti, alle ore 5 del mattino, neppure una carta per terra. A Montegrosso è sbocciata Civitates e #laculturachevince".
Proprio questo particolare conferma il coinvolgimento della comunità rurale che, in nome della sussidiarietà, ha tenuto pulita e ordinata la borgata ed è stata accogliente.
Per questo si è trattato di un vero e prospo successo, come dice il Conte Onofrio Spahgnoletti Zeuli, impegnato in primissima persona nell'iniziativa e che ha coinvolto molte delle aziende che hanno contribuito al risultato ottenuto. "E' stato un successo inimmaginabile- dice il conte. Tutti hanno fatto la loro parte. E questo si ricollega alla nostra idea di fare qui il Distretto Rurale di Castel del Monte con Montegrosso il suo cuore in cui non vendere solo olio e vino, ma tante altre eccellenze del nostro territorio e farne luogo di turismo rurale di qualità, di agriturismi non improvvisati, di centro adatto per lo sport, il tempo libero, le ciclovie, per gli abitanti di Andria, di Canosa, della Bat. Insomma Montegrosso deve essere una vera e propria porta del Parco della Murgia. Per il resto siamo stati quello che siamo da sempre: un borgo di contadini che, in modo semplice, abbiamo accolto la gente in modo ospitale, delizioso. Tutti qui hanno lavorato con impegno, e siamo felici di questo risultato".
Nell'iniziativa si sono distinti, per il loro contributo, patner logistici come, tra gli altri, l'assessorato alla Cultura del comune di Andria, aziende del territorio come il Pastificio Attilio Mastromauro Granoro, l'azienda Rivera, l'azienda Spagnoletti Zeuli, il pastificio Riscossa, il gruppo Casillo, il gruppo Divella, il caseificio Sanguedolce di Andria, anche una banca, il Credito Emiliano, l'azienda Torrevento, la Farmalabor di Canosa, il gruppo Megamark.
Per il futuro Spagnoletti Zeuli dice chiaro: "Ne parleremo, vedremo, non dobbamo abbandonare la presa. E' venuto talmente bene da ripetere l'esperienza in qualche modo".
Soddisfatto per il successo dell'iniziativa il Sindaco, avv. Nicola Giorgino: "Anche il Comune – dichiara – ha fatto la sua parte assicurando l'impegno di tutti i settori interessati, in particolare per gli interventi di viabilità, supportando sotto il profilo logistico-organizzativo, con il contributo della Multiservice e delle sue risorse umane e strumentali, tutti gli aspetti legati alla sicurezza dell'evento e al suo successo. Abbiamo dimostrato anche in questa occasione- conclude- che la città affronta al meglio sfide di questo genere e lo fa valorizzando, al massimo, anche le energie dei volontari".
Come si ricorderà la tre giorni si è aperta con un concerto jazz tenutosi giovedì 21 giugno, a Castel del Monte, con una band composta anche da alcuni studenti americani della università di Elon del Nord Carolina.
Nella tre giorni si sono tenuti decine di concerti jazz con quasi 400 musicisti impegnati.
La frazione di Andria è stata animata da tantissimi curiosi, non solo andriesi, e, ovviamente, da molti appassionati di musica jazz. Ma soprattutto da gente comune che si è distribuita per le vie della borgata, è entrata nei giardini privati scelti per i concerti jazz, ha visitato la chiesa, l'orto di Pietro Zito, l'ipogeo, i cortili di casa Bonizio e Leonetti, villa Bontan, piazza della Libertà, con il coinvolgimento delle case dei residenti, il che è stata un'autentica particolarità, auspice anche la Cooperativa Coloni di Montegrosso. I musicisti sono stati ospitati gratuitamente e gratuti sono stati tutti i concerti per il pubblico. Nella tre giorni si è anche tenuta una esperienza di street food che ha coinvolto il meglio dell'eccellenza agroalimentare ed alimentare del territorio. Insomma la Borgata ha vissuto l'atmosfera di un piccolo angolo di Murgia diventato la capitale europea del jazz. " In vita mia non avevo mai visto una cosa simile, neanche in occasione dei concerti delle star del pop- commenta Luciano Vanni, l'organizzatore della edizione 2018 di Jazzit.
Si sono viste code automobilistiche in ingresso per circa dodici chilometri, tra le ore 21.00 e le ore 23.00 dei tre giorni, quando nel piccolo borgo rurale di Montegrosso – abitato da non più di centocinquanta persone – erano già arrivate tra le ottomila e le diecimila persone". Tutto questo – spiega l'organizzazione – è incredibile per un evento che, per scelta, ogni anno viene promosso in una regione d'Italia sempre diversa e che non promuove il suo programma (che viene messo online solo il giorno prima dell'inizio del festival per celebrare l'idea di una comunità vasta di artisti e non l'individualismo della performance); che non diffonde manifesti tantomeno locandine, e che non ha mai diramato neppure un comunicato stampa.
"Sono giunte persone da ogni angolo d'Italia solo e soltanto attraverso fotografie con hashtag -conclude Vanni. Dunque un appuntamento libero e spontaneo, a suo modo anarchico e al buio, per celebrare una comunità musicale che aveva scelto di condividere l'esperienza di una 'Residenza Creativa' e per vivere un'esperienza di civismo e turismo culturale di comunità. E infatti, alle ore 5 del mattino, neppure una carta per terra. A Montegrosso è sbocciata Civitates e #laculturachevince".
Proprio questo particolare conferma il coinvolgimento della comunità rurale che, in nome della sussidiarietà, ha tenuto pulita e ordinata la borgata ed è stata accogliente.
Per questo si è trattato di un vero e prospo successo, come dice il Conte Onofrio Spahgnoletti Zeuli, impegnato in primissima persona nell'iniziativa e che ha coinvolto molte delle aziende che hanno contribuito al risultato ottenuto. "E' stato un successo inimmaginabile- dice il conte. Tutti hanno fatto la loro parte. E questo si ricollega alla nostra idea di fare qui il Distretto Rurale di Castel del Monte con Montegrosso il suo cuore in cui non vendere solo olio e vino, ma tante altre eccellenze del nostro territorio e farne luogo di turismo rurale di qualità, di agriturismi non improvvisati, di centro adatto per lo sport, il tempo libero, le ciclovie, per gli abitanti di Andria, di Canosa, della Bat. Insomma Montegrosso deve essere una vera e propria porta del Parco della Murgia. Per il resto siamo stati quello che siamo da sempre: un borgo di contadini che, in modo semplice, abbiamo accolto la gente in modo ospitale, delizioso. Tutti qui hanno lavorato con impegno, e siamo felici di questo risultato".
Nell'iniziativa si sono distinti, per il loro contributo, patner logistici come, tra gli altri, l'assessorato alla Cultura del comune di Andria, aziende del territorio come il Pastificio Attilio Mastromauro Granoro, l'azienda Rivera, l'azienda Spagnoletti Zeuli, il pastificio Riscossa, il gruppo Casillo, il gruppo Divella, il caseificio Sanguedolce di Andria, anche una banca, il Credito Emiliano, l'azienda Torrevento, la Farmalabor di Canosa, il gruppo Megamark.
Per il futuro Spagnoletti Zeuli dice chiaro: "Ne parleremo, vedremo, non dobbamo abbandonare la presa. E' venuto talmente bene da ripetere l'esperienza in qualche modo".
Soddisfatto per il successo dell'iniziativa il Sindaco, avv. Nicola Giorgino: "Anche il Comune – dichiara – ha fatto la sua parte assicurando l'impegno di tutti i settori interessati, in particolare per gli interventi di viabilità, supportando sotto il profilo logistico-organizzativo, con il contributo della Multiservice e delle sue risorse umane e strumentali, tutti gli aspetti legati alla sicurezza dell'evento e al suo successo. Abbiamo dimostrato anche in questa occasione- conclude- che la città affronta al meglio sfide di questo genere e lo fa valorizzando, al massimo, anche le energie dei volontari".
Come si ricorderà la tre giorni si è aperta con un concerto jazz tenutosi giovedì 21 giugno, a Castel del Monte, con una band composta anche da alcuni studenti americani della università di Elon del Nord Carolina.
Nella tre giorni si sono tenuti decine di concerti jazz con quasi 400 musicisti impegnati.